16 maggio 2008
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Colloquio con il vescovo Vittorio Lupi
Benedetto XVI a Savona tra memoria e futuro sulle orme di Pio VII
di Nicola Gori
Memoria e attualità saranno al centro del viaggio di Benedetto XVI a Savona, sabato pomeriggio 17 maggio. Memoria, per ricordare Pio VII, il benedettino Barnaba (Gregorio) Chiaramonti, il quale trascorse quasi tre anni della sua vita a Savona, prigioniero di Napoleone. Benedetto XVI deporrà una rosa d'oro sull'altare della cripta del santuario della Madonna della Misericordia proprio in ricordo della protezione della Vergine, della solidarietà e del sostegno dimostrati dai savonesi al suo predecessore. Attualità, per confermare nella fede una comunità viva e vivace che ha dato alla Chiesa due Pontefici: Sisto IV e Giulio II.
Per comprendere come la diocesi si stia preparando a questo evento ecclesiale, abbiamo intervistato monsignor Vittorio Lupi, vescovo di Savona-Noli.
Benedetto XVI viene a Savona per rendere omaggio al suo predecessore Pio VII. Sarà l'occasione per la diocesi di riscoprire il senso della continuità tra i due Pontefici?
Il Papa verrà in pellegrinaggio al santuario della Madonna della Misericordia, in ringraziamento per la protezione della Vergine al suo predecessore Pio VII in un momento molto difficile per il suo pontificato e per la Chiesa tutta. Offrirà alla Madonna una rosa d'oro, onorificenza molto rara, attribuita ai santuari di Lourdes, Fátima, Loreto, Czestochowa e che verrà donata, il giorno dopo, anche al santuario di Nostra Signora della Guardia a Genova.
Visiterà poi le stanze ove Pio VII visse prigioniero per quasi tre anni.
C'è da ricordare che la visita avviene nel momento in cui è iniziato il processo di beatificazione di Pio VII, questo piccolo, grande uomo, figlio di san Benedetto, che, con mitezza e umiltà, ma anche con grande forza morale e fermezza ha saputo opporsi al despota che usava tutte le tecniche psicologiche per piegarlo alla sua volontà. La visita si pone quindi in continuità con questi avvenimenti: è un gesto che riconosce a Savona il fatto di aver sostenuto il Papa in un momento difficile e di averlo aiutato a svolgere la sua missione anche in condizioni proibitive.
Oltre il viaggio nella memoria, il Papa incontrerà il tessuto vivo della comunità ecclesiale di Savona. Cosa si troverà di fronte?
Il Papa viene a visitare questa nostra Chiesa, inserita nel mondo di oggi partecipe della cultura del mondo occidentale, con gli stessi problemi, le stesse difficoltà e le stesse realtà di molte altre Chiese locali.
Ma ogni Chiesa vive le stesse problematiche con la peculiarità della sua storia. Savona ha un passato glorioso non soltanto per i Pontefici che ha dato alla Chiesa - Sisto IV e Giulio II - ma anche e soprattutto per i santi canonizzati e per le tante persone sante, sacerdoti, religiosi, laici, che hanno fatto la sua storia e la cui fecondità è presente ancora oggi.
Le difficoltà non mancano: la vita di famiglia, con la fatica del rapporto tra i coniugi e dell'educazione dei figli (i genitori, molto attenti agli aspetti materiali della crescita dei figli, sono meno preoccupati di educarli agli autentici valori umani e cristiani); le numerose forme di povertà e di emarginazione che interpellano fortemente la comunità cristiana, che deve vincere forme di indifferenza ed egoismo; l'alta età media dei nostri sacerdoti, pur se molto vicini alla gente e particolarmente sensibili alle nuove emergenze di carità e molto preparati culturalmente; la necessità di nuove vocazioni (nel nostro seminario sono presenti quattro seminaristi); l'indifferenza religiosa che si è fatta più grande in questi ultimi anni e, di pari passo, la partecipazione numerica alle celebrazioni liturgiche più scarsa.
Le ombre sono molte, ma le luci sembrano decisamente più numerose.
Ci sono parrocchie vive. In alcune è iniziata una buona collaborazione tra i presbiteri, altre sono ormai da tempo trasformate in unità pastorali, con buoni risultati. Operano movimenti ecclesiali che sono un po' le punte di diamante per far penetrare il Vangelo negli ambienti; è consolidata una tradizione di Confraternite molto vive che, radicate nella tradizione secolare, all'aspetto esteriore e un po' folcloristico uniscono una vita di fede, di preghiera e di carità.
E cosa vi aspettate come frutto di questo incontro?
La visita di un Papa è per ogni diocesi e per tutte le singole persone un momento di grazia. Consapevoli dell'eccezionalità del momento e che le grazie sono efficaci in proporzione a quanto sono desiderate e attese nella preghiera, ci siamo preparati con momenti di riflessione e preghiera. Nella persona del Papa è Pietro che viene a confortare nella fede i fratelli. Ci aspettiamo quindi che questa visita irrobustisca tutti nella fede, che ci faccia crescere nel senso di appartenenza alla Chiesa, che porti a tutti la consapevolezza che Dio ci chiama a qualcosa di grande, che dia un entusiasmo nuovo.
La città di Savona, il suo territorio circostante, è uno dei poli turistici più frequentati della Liguria. La Chiesa in Savona coglie questa collocazione come una possibilità di evangelizzazione?
C'è una pastorale del turismo che ogni parrocchia fa nel suo ambito, con conferenze, incontri, momenti di aggregazione, celebrazioni, rivolte specialmente ai turisti.
Nella città di Savona da qualche tempo esiste un servizio di volontari che accompagna i visitatori in un itinerario artistico-spirituale che ha come oggetto il duomo, con diverse opere d'arte e particolarmente la Cappella Sistina, voluta da Sisto IV, un coro cinquecentesco completamente intarsiato voluto da Giulio II e l'appartamento in cui fu tenuto prigioniero per quasi tre anni Pio VII. Presto sarà disponibile anche un museo diocesano.
Di fronte alle difficoltà della Chiesa che è in Savona nella diffusione del Vangelo, potrà cambiare presto qualcosa?
Sono qui da meno di tre mesi e ho trovato una Chiesa sensibile ai problemi della gente, vicina ai più bisognosi, partecipe di tutte le vicende liete e tristi della popolazione, una Chiesa aperta ai problemi del mondo di oggi, propositiva, una Chiesa con le sue realizzazioni, le sue prospettive, i suoi progetti, i suoi sogni.
E il sogno del Vescovo è che questa visita irrobustisca tutti nella fede. Gesù dice "sono venuto a portare il fuoco sulla terra e come vorrei che fosse già acceso". Che questo fuoco contagi tutti, riscaldi il nostro cuore, comunichi il desiderio di una vita più impegnata nel bene, ci dia la forza di rispondere coi fatti all'amore che il Signore ci dimostra ogni giorno.
A tutti auguro che la visita del Papa sia una buona esperienza, che lasci un segno profondo e duraturo nella nostra vita.
Avete già pensato a cosa fare in ricordo della visita del Papa alla diocesi?
Non abbiamo ancora parlato di quanto faremo per mantenere viva la memoria di questo evento, tuttavia penso che, tra qualche tempo, potremo organizzare un pellegrinaggio diocesano a Roma per restituire la visita al Papa. Ci sono già progetti di lapidi da apporre ai luoghi ove il Papa si recherà, si potrà chiedere alle scuole di far esprimere ai ragazzi le loro impressioni sulla visita, potremo ricordare l'evento nel suo anniversario.
Dopo che avremo visto e ascoltato Benedetto XVI il nostro rapporto con lui si farà più vivo, lo sentiremo più vicino a noi e diventeremo anche più sensibili alle sue necessità. Spero che tutto questo ci faccia pregare di più per Lui.
(©L'Osservatore Romano - 17 maggio 2008)
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