1 maggio 2008

Padre Francesco Petrillo: "La fede è la medicina del Cristiano" (Osservatore Romano)


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La fede è la medicina del cristiano

di Francesco Petrillo
Rettore generale dei Chierici Regolari della Madre di Dio

Un solenne gesto d'omaggio nel cuore della Chiesa per un uomo che amò la Chiesa e donò tutto se stesso per la sua riforma nello spirito del Concilio di Trento: la benedizione e inaugurazione della monumentale statua di san Giovanni Leonardi (Diecimo 1541 - Roma 1609), fondatore dei Chierici Regolari della Madre di Dio, cofondatore del Collegio Urbano di Propaganda Fide e patrono dei farmacisti.
Benedetto XVI ha presieduto questo semplice ma suggestivo atto con cui è stato ricordato il settantesimo anniversario della canonizzazione del santo, avvenuta il 17 aprile del 1938 da parte di Pio XI. La benedizione della statua, ora occupa una delle nicchie dell'abside della Basilica Vaticana, costituisce anche un preludio alle celebrazioni giubilari per il quarto centenario della morte del santo, che partiranno da Lucca il prossimo mese di ottobre.
Benedire la statua di san Giovanni Leonardi è un potente invito a "guardare il volto dei santi e imparare a trarne ispirazione", come afferma fin dal 1 secolo la Didakè.
In effetti, come ci insegna a più riprese Benedetto XVI, "i santi sono i veri portatori di luce all'interno della storia, perché sono uomini e donne di fede, di speranza e di amore" (cfr Deus caritas est numero 40). I santi sono gli autentici apologeti della Chiesa. Soltanto se riscopriamo i santi troveremo di nuovo la Chiesa. Essi sono una spiegazione di Cristo, sono in modo particolare esegeti del Vangelo. In essi Cristo diventa concreto. Tuffarsi nella loro vita per comprendere di cosa sono vissuti, per scoprire ciò che li ha resi capaci di diventare uomini nuovi.
Un'affermazione, in particolare, pronunciata dal Papa in un discorso alla Curia romana lo scorso 21 dicembre, sintetizza splendidamente questa ermeneutica dell'esistenza cristiana offerta dalle biografie dei santi: "Circa il ritorno definitivo di Cristo, nella parusìa, ci è stato detto che Egli non verrà da solo, ma insieme con tutti i suoi santi. Così, ogni santo che entra nella storia costituisce già una piccola porzione del ritorno di Cristo, un suo nuovo ingresso nel tempo, che ce ne mostra l'immagine in modo nuovo e ci rende sicuri della sua presenza. Gesù Cristo non appartiene al passato e non è confinato in un futuro lontano, il cui avvento non abbiamo neppure il coraggio di chiedere. Egli arriva con una grande processione di santi. Insieme ai suoi santi è già sempre in cammino verso di noi, verso il nostro oggi".
Giovanni Leonardi al culmine del secolo XVI, forse drammatico come pochi nella storia della Chiesa, è stato proprio questo: una porzione del ritorno di Cristo, che ha confermato la bellezza della vita cristiana e la gioia di appartenere alla comunità dei credenti nell'unica Chiesa di Cristo fino a ridestare il percorso di un autentico discepolato evangelico. In un momento dove il cristianesimo correva il rischio di dissolversi in un insopportabile moralismo o in un nozionalismo sterile quanto vuoto, san Giovanni Leonardi seppe riproporre il cristianesimo per quello che è autenticamente: l'incontro con una persona, con una avvenimento che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva. Cristo era la Persona che lo aveva affascinato e il cui volto, abituato a contemplare nella straordinaria intensità del crocifisso-risorto venerato nella cattedrale di Lucca, il Volto Santo, era diventato la misura del suo vivere come soleva ripetere: "Abbiate Cristo davanti agli occhi della mente vostra e il suo onore occupi in voi il primo posto... con Lui misurate le cose". La sua biografia, è tutta nel segno della concretezza della vita cristiana, che si esprime nella comunione ecclesiale, autentico spazio che prolunga l'avvenimento di Cristo, nella forza della grazia dei Sacramenti, nella presenza dolcissima e forte della Madre di Dio. A un corpo ecclesiale ammalato di quello che potremmo definire deficit di esperienza di vita cristiana, il santo farmacista di Diecimo indicò il farmaco della compagnia della fede guidata e vissuta nell'obbedienza e aperta alla missionarietà. Il suo stile affascinò, come sempre succede quando ci si trova di fronte a un'esperienza che corrisponde alle esigenze del cuore, fino a coinvolgere numerosi giovani, anche appartenenti alla borghesia della Repubblica di Lucca, in un radicalismo evangelico che spaventò i pusillanimi e destabilizzò i custodi di un quieto vivere funzionale più ai propri tornaconti che non a quelli di Cristo, come ebbe l'ardire di denunciare nel progetto missionario diretto a Papa Paolo V. "Non cercare i propri interessi ma quelli di Gesù Cristo": ecco il supremo criterio di giudizio e di azione che guidò san Giovanni Leonardi e a cui si attenne lungo tutta la sua esistenza terrena. Nacque in questo modo, il primo settembre 1574, nella povertà e nella quiete del cenacolo di un piccolo oratorio mariano dedicato a santa Maria della Rosa in Lucca, l'Ordine religioso dei Chierici Regolari della Madre di Dio, "la piccola barchetta", come lui la chiamava, ma che ancora oggi continua ad accogliere l'invito a spingersi al largo: duc in altum! Pagò il prezzo di questa audacia con l'esilio e l'ostracismo da parte di chi non riusciva a spendersi per una riforma che non rimanesse vuoto proclama, spesso invocata e pretesa dagli altri, ma mai offerta come esperienza in atto.
Non c'è nulla di moralistico nel suo progetto di riforma sintetizzato e diretto nel 1605 sempre al Papa Paolo V ma precedentemente attuata con prudenza e creatività evangelica in tutti i luoghi dove l'obbedienza ai pontefici lo portò: Montevergine, Aversa, Vallombrosa, Monte Senario. Nessun tono da inquisitore inflessibile e repressivo, nessuna pessimistica requisitoria di chi lamenta i mali del momento presente e magari si rifugia nel rimpianto di un tempo dorato ormai passato. Il linguaggio del santo è quello dell'uomo di fede che sa intravedere sempre il bene possibile, purché non si ponga ostacolo alla grazia. Che sa scorgere la potenza che lo Spirito infonde nelle anime grandi, quando si lasciano condurre verso mete apparentemente senza possibilità di riuscita.
Il santo farmacista di Diecimo credeva fermamente in una rinnovata missionarietà, non come strategia propagandista, ma come permanente atteggiamento di un amore che urge, spinge e motiva una creatività che non conosce sosta. Tutta la sua vita ha il sigillo dell'amore incontenibile e instancabile per la gloria di Cristo. La sua missionarietà non è geografica, nel senso che per esprimersi non ha bisogno di abbandonare gli spazi che più gli sono familiari, anche se sappiamo quanto questo sogno lo affascinasse, soprattutto quando gli giungevano gli echi delle gesta missionarie di chi era andato nelle Indie occidentali, ma doveva essere capace di trasformare in missionario ogni gesto, ogni sforzo, ogni briciola di tempo e di energia per un unico e supremo interesse: Cristo e Cristo crocifisso. Partire non è tutto, se poi non ci si consuma per la causa di un altro.
Verso la fine della sua vita il santo, dilata il suo cuore ai bisogni di tutta la Chiesa. Ne anela la riforma e lo scrive al Papa Paolo V. La vuole tutta missionaria, senza ingerenze di patronati politici e amministrativi, ma intimamente protesa a tutti gli uomini e a tutto l'uomo, come rivelano "le estreme e gravissime necessità" di territori e gruppi umani carenti di autentici apostoli che se ne facciano carico. Nasce così il progetto per la fondazione del Collegio Urbano di Propaganda Fide che risulterà di enorme importanza nella storia missionaria della Chiesa cattolica.
La statua monumentale che ora campeggia in una delle nicchie della Basilica di San Pietro, esprime potentemente questa forza dello Spirito e questo sguardo sul mondo filtrato dal mistero della Croce che temprò l'apostolo e riformatore del periodo successivo al Concilio di Trento.
Nella sua opera lo scultore Paolo Cavallo dà vita a un ritratto del Leonardi evocato dalla sua personalità e spiritualità più che da testimonianze figurative. Posto dunque che in ogni caso il nucleo fondante dell'ideazione non si esaurisce nella sola somiglianza, Cavallo ci presenta una figura che deve la sua eloquente ieraticità al suo riferirsi al divino che è leggibile in uno sguardo penetrante, forte come quello di un Christus triumphans; un pacato sorriso, risposta alle difficoltà dell'esistere, è segno della sua umiltà, virtù che nel Leonardi è costantemente legata alla speranza.
"Ogni cosa è bellezza desiderabile e amabile. Ogni cosa è attratta dalla bellezza. Pertanto ardisco affermare che non c'è realtà simile che conquisti e leghi a sé il cuore umano, quanto la divina bellezza...". Questo è quello che amava ripetere san Giovanni Leonardi nei suo tanti e dotti sermoni. Quasi un vaticinio della bellezza dell'opera dell'artista Paolo Cavallo, che ora lo immortala nello splendore della Basilica Vaticana.

(©L'Osservatore Romano - 1 maggio 2008)

Il Papa benedice la statua di san Giovanni Leonardi, fondatore dei Chierici Regolari della Madre di Dio e patrono dei farmacisti

Il Papa ha benedetto mercoledì mattina, 30 aprile, la nuova statua di san Giovanni Leonardi, che è stata collocata in una nicchia esterna della basilica Vaticana. Benedetto XVI è giunto alle 10.30 in via delle Fondamenta dove lo attendeva un nutrito gruppo di devoti del santo (1541-1609) di cui ricorre il settantesimo anniversario della canonizzazione (17 aprile 1938). Il Pontefice - che l'8 agosto 2006 proclamò patrono dei farmacisti il fondatore dei Chierici Regolari della Madre di Dio - è stato accolto dai cardinali Comastri, Sodano e Dias, dall'arcivescovo di Lucca, Castellani, dal vescovo Lanzani e dal rettore generale dell'Ordine, padre Petrillo. I presenti alla cerimonia sono giunti dalle parrocchie e dalle comunità della Toscana e dell'Italia centro-meridionale legate ai figli spirituali di san Giovanni Leonardi che fu anche confondatore di Propaganda Fide. Con loro erano religiosi dell'ordine missionari in India, Cile e Nigeria, l'autore della scultura, Paolo Cavallo, e il promotore dell'iniziativa, padre Lucio Migliaccio.

(©L'Osservatore Romano - 1 maggio 2008)

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