30 aprile 2008

Bilancio della visita "capolavoro" del Papa negli Usa: Benedetto XVI ha conquistato gli Americani (Bobbio)


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PAPA
BILANCIO DELLA VISITA "CAPOLAVORO" NEGLI STATI UNITI

HA CONQUISTATO GLI AMERICANI

Alberto Bobbio

Sapeva che sarebbe stato un viaggio molto difficile, soprattutto per lo scandalo dei preti pedofili. Ma Benedetto XVI ha avuto un grande successo: rigoroso nel denunciare mali e ingiustizie, si è sciolto con le vittime della violenza. E le televisioni se ne sono accorte.

Gesti e parole. Insomma, sintassi e grammatica. Che, tuttavia, vanno coniugati, gli uni e le altre, altrimenti non stanno insieme.

È racchiuso qui il capolavoro di Benedetto XVI in America. Ma è davvero un Papa "diverso" quello che l’America ha scoperto o, piuttosto, è stato lui, sapientemente, a proporre sé stesso in immagini e parole? Sapeva che la sfida era davvero potente. Sapeva che sbarcare nella società delle Tv e nel cuore di una Chiesa provata dallo scandalo dei preti pedofili non sarebbe stata impresa facile.

Eppure ha catturato il cuore degli americani. Sull’aereo in volo verso Washington ha usato una frase, che ha fatto subito capire ai giornalisti a bordo che la missione americana avrebbe avuto successo. Non ha detto alla Chiesa americana, che pure ha fatto tanti sbagli sui preti pedofili: «Vergognatevi», ma ha detto: «Io mi vergogno». E ciò ha sbalordito gli americani, che sono corsi sulle vie di Washington prima e di Manhattan poi a vedere quel Papa, di cui sapevano davvero poco, che si prendeva su di sé colpe non sue. Prima curiosità e poi sintonia, in crescendo.

Le televisioni se ne sono accorte al punto che, mentre l’aereo papale toccava la pista dell’aeroporto Kennedy di New York, Fox Tv è riuscita perfino a trasmettere in diretta le immagini dall’interno della carlinga. Gesti e parole, potenti.
Al Palazzo di vetro ha parlato chiaro, ma poi ha accarezzato la bandiera dell’Onu stracciata dalle schegge delle bombe di Baghdad.
Con i giovani nel campus del seminario di New York ha partecipato alla festa con un discorso nel quale ha confessato che lui da giovane è stato rovinato dal nazismo e li ha messi in guardia dai nuovi "regimi" della droga e dai falsi profeti. Non si tratteneva sulla poltrona ed è sceso a salutare una ragazza nera, fronte contro fronte. Benedetto come Wojtyla? Forse.

Mano nella mano con le vittime

Ma forse è ora di finirla con i confronti: Benedetto come Benedetto. Punto e basta. L’intellettuale vero è colui che sa misurare gesti e parole e soprattutto sa come usarli.

L’immagine che non vedremo mai è quella della preghiera mano nella mano con alcune vittime dei preti pedofili nella cappella della nunziatura di Washington, un gesto che ha suggellato parole forti e precise. Come il silenzio di Ground Zero, quei due interminabili minuti al centro dell’orrore; come la camminata lenta lungo la rampa d’acciaio che porta al punto Zero, le scarpe che calpestavano la polvere del cratere; come le parole scambiate con i parenti delle vittime e i soccorritori, lente, le mani strette alle mani; come il suo sguardo sgomento, il suo volto serrato in quello che è diventato il sacrario d’America, Golgotha della nazione.

Ratzinger non ha sbalordito gli americani. In realtà gli americani lo hanno capito. Non c’è stato nessun "effetto America" sul pontificato. Benedetto XVI sapeva bene che la missione sarebbe stata misurata anche dai media con i loro linguaggi. E quando tutte le televisioni in diretta hanno trasmesso dallo Yankee Stadium di New York, tempio sommo del baseball mondiale, l’ultima Messa, il capolavoro si è compiuto.

© Copyright Famiglia Cristiana n. 18 del 4 maggio 2008

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