10 giugno 2008

DIOCESI DI NOVARA, “IN SINTONIA” CON IL MOTU PROPRIO LE DECISIONI DEL VESCOVO SUI TRE PARROCI


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DIOCESI: NOVARA, “IN SINTONIA” CON IL MOTU PROPRIO LE DECISIONI DEL VESCOVO SUI TRE PARROCI

Le decisioni in merito alla situazione nelle parrocchie dei tre sacerdoti che celebrano, da circa un anno, “unicamente secondo il rito antico” non sono che “una corretta applicazione” del Motu proprio di papa Benedetto XVI Summorum Pontificum.
A puntualizzarlo è il vescovo di Novara, Renato Corti, con una lettera - resa pubblica durante le messe di domenica scorsa - alle comunità parrocchiali di Garbaglia e Nibbiola (No), di Preglia e Crevaldossola (Vb), di Santa Maria Maggiore a Vocogno (Vb). Don Alberto Secci, parroco di Santa Maria Maggiore e Vocogno, e don Stefano Coggiola, parroco di Preglia e Crevaldossola, hanno rassegnato al vescovo le dimissioni dall’incarico di parroco. A Santa Maria Maggiore e Vocogno mons. Corti ha già nominato un nuovo parroco, don Adriano Miazza.
Don Secci, a cui il vescovo – si legge nella lettera – ha già espresso “concrete proposte di lavoro pastorale” - abiterà nella casa parrocchiale di Vocogno, dove i fedeli che vorranno potranno partecipare alla liturgia secondo l’antico rito, concordando l’orario con il nuovo parroco. Analogo discorso per don Coggiola, che abiterà nella casa parrocchiale di Bognanco, anch’essa a disposizione per la liturgia secondo l’antico rito. Don Marco Pizzocchi, invece, non han presentato la rinuncia all’incarico di parroco di Garbagna e Nibbiola, e il vescovo si trova “obbligato a sostituirlo”.

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Mi pare fondamentale che il vescovo abbia precisato che, laddove sussistano le condizioni (richiesta da parte dei fedeli), si possa continuare ad assistere alla Santa Messa secondo il rito tridentino.
Lodevole, quindi, la carita' pastorale dimostrata da Mons. Corti, atteggiamento che la stampa si e' ben guardata dal mettere in evidenza
.
R.

5 commenti:

brustef1 ha detto...

Mi spiace, Raffaella,ma non sono proprio d'accordo con te: cosa vuol dire che i due sacerdoti "abiteranno presso la casa parrocchiale"? Sono agli arresti domiciliari? E il terzo sacerdote era obbligato a rassegnare le dimissioni, cioè è stato "dimissionato"? E' come dire che uno "è stato suicidato" per non dire che è stato ucciso. Ho l'impressione che mons. Corti dimostri un'ipocrisia clericale vecchio stampo aggrappandosi al cavillo giuridico, e mi sembra chiaro che in realtà ha colpito duramente i sacerdoti "rei" di tradizionalismo

mariateresa ha detto...

personalmente non faccio il processo alle intenzioni e dico non esageriamo.Certo parlo senza conoscenza diretta, ma insomma anch'io ho colto.a una certa sensibilità in M. Corti.
Forse sono di animo troppo tenero, non lo so,so che le polemiche e i punti di visdta diversi ci saranno sempre, ma insomma mi piacerebbe ci fosse uno sforzo di tutti a non alimentarne ulteriormente. O a non crearne di nuove.

euge ha detto...

Mi pare che questa faccenda presenti non pochi lati oscuri che, secondo il mio parere, purtroppo, non saranno mai chiariti, secondo il migliore stile italiano. E' chiaro ed è in dubbio, che di vescovi a cacci di preti e parroci che in qualche modo vogliono dare seguuito al Summorum Pontificum ce ne sono eccome. Questo episodio non sarà l'unico ne abbiamo visti e ne vedremo altri; perchè a mio avviso, si è voluto interpretare il Summorum Pontificum non come uno strumento di comunione ma, come un trampolino di lancio di frattura ancora più profonda all'interno della chiesa; perchè come al solito, si cade sempre nell'errore di dividere chiesa progressista e tradizionalista cosa che non dovrebbe accadere e che il Santo Padre sicuramente non vuole visto il suo impegno determinato, all'ecumenismo nel rispetto delle differenze.
Che dirvi? Diamo con molta cautela il beneficio del dubbio sul comportamento di Mons. Corti visto che è arrivata una smentita ma, io non canterei vittoria per questo; sappiamo bene il trucchetto del metterci una pezza, quando si è creato il caso.

Anonimo ha detto...

Come tutte le cose umane non sempre si raggiunge una chiarezza cristallina....
Certo la legge è stata osservata... ma gli antichi dicevano "Summum jus, summa iniuria"... A volte ad applicare la legge alla lettera si finisce coll'essere ingiusti....
Tutto questo zelo contro tre parroci... mentre ci sono vescovi e preti che continuano a pontificare contro il Motu Proprio e nessuno li tocca...
Comunque alla fine la Volontà di Dio trionferà... il rito antico non è più proibito alla fin fine il coraggio e l'obiezione di coscenza di questi tre sacerdoti sarà servita a far riflettere sugli atteggiamenti modernisti di tanti che a parole si professano obbedienti al Papa, ma nei fatti...

Anonimo ha detto...

Mons. Vescovo ha agito nel migliore dei modi, e nel Suo pieno diritto.
Come ampiamente rammentato in altri post sulla questione specifica, il M.P. "Summorum Pontificum" parla chiaro: il rito è "straordinario" e dunque si deve armonizzare con l' "ordinario".
Mons. Corti ha dimostrato, accanto alla volontà di applicare rettamente le disposizioni pontifice, una sensibilità alla questione tradizionalista (semmai esista): in almeno due casi, permetterà a questi Sacerdoti di proseguire nella loro opera liturgica.