1 settembre 2008

Quando il Professor Ratzinger voleva un "Papa a tempo" (Apcom)


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Papa/ Quando il Professor Ratzinger voleva un 'Papa a tempo'

Nel libro 'Ratzinger professore' documenti inediti su futuro Papa

Roma, 31 ago. (Apcom)

Il professor Joseph Ratzinger, nell'estate del 1969, approvò un documento che prevedeva l'abolizione della durata a vita dei vescovi, e ne fissava un limite di tempo. La proposta dei 'vescovi a tempo' includeva la possibilità di ipotizzare un mandato con scadenza anche per il vescovo di Roma, ovvero il Papa. E' quanto emerge dal libro 'Ratzinger professore' (San Paolo, pagg. 210, euro 17), volume del giornalista di 30 Giorni Gianni Valente, che sarà distribuito da settembre. Il volume, che contiene testimonianze inedite degli alunni di Ratzinger, ripercorre le tappe della carriera accademica del futuro Papa.

"Nell'estate del 1969 - afferma Valente nel libro - alcuni professori di Tubinga scrivono un articolo in cui lanciano una proposta a effetto: abolire la durata a vita dell'episcopato, fissando un limite di tempo per il ministero dei vescovi residenziali. Anche Ratzinger sottoscrive l'articolo. Secondo i professori tubinghesi il periodo di durata del ministero dei vescovi residenziali in futuro deve durare otto anni. Una rielezione o un prolungamento del periodo del ministero è possibile soltanto in via eccezionale, e per motivi oggettivi, esterni, dovuti al contesto politico ecclesiale". Una provocazione che "implica ipso facto la possibilità dio ipotizzare un mandato ad tempus anche per il vescovo di Roma".

Documenti e testimonianze inedite degli allievi e dei colleghi del professor Ratzinger fin dai suoi primi anni di insegnamento a Tubinga.

"Mentre ascoltavo il primo seminario del professor Ratzinger pensavo tra me e me: quest'uomo non è proprio come gli altri professori cattolici che conosco", afferma Peter Kuhn, luterano, che diventerà assistente del professor Ratzinger negli anni di insegnamento a Tubinga. "Aveva come riformulato il modo di fare lezione. Leggeva le lezioni in cucina a sua sorella Maria. E se la sorella manifestava il suo gradimento, era per lui il segno che la lezione andava bene", dice Roman Angulanza, uno dei primi studenti di Ratzinger a Bonn.

Anche Horst Ferdinand ha annotato: "Le lezioni erano preparate al millimetro". "La sala era sempre stracolma, gli studenti lo adoravano. Aveva un linguaggio bello e semplice, il linguaggio di un credente", racconta Viktor Hahn, che sarà il primo allievo ad 'addottorarsi' con Ratzinger.

"Joseph diceva sempre: mentre fai lezione, il massimo è quando gli studenti lasciano da parte la penna e i stanno a sentire. Finchè continuano a prendere appunti su quello che dici vuol dire che stai facendo bene, ma non li hai sorpresi. Quando lasciano cadere la penna e ti guardano mentre parli, allora vuol dire che forse hai toccato il loro cuore".

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Bellissimo (ed assolutamente vero!) quest'ultimo passaggio :-)
R.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sì, mi sembra proprio la stessa cosa di quando assisto ad una catechesi del mercoledì... Marco