4 maggio 2008
L’informazione tra inutile protagonismo e «diaconia della cultura». Una riflessione di Mons. Celli sul messaggio di Benedetto XVI ai mass media
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FEDE E NOTIZIE
«Mass media, la verità al servizio dell’uomo»
L’informazione tra inutile protagonismo e «diaconia della cultura». Dal presidente del dicastero vaticano competente una riflessione sul messaggio di Benedetto XVI per le celebrazioni di domani
Domani la 42ª Giornata delle comunicazioni sociali. Parla monsignor Claudio Maria Celli
SALVATORE MAZZA
Porsi «sul cammino di ricerca dell’uomo ». Così da offrire all’uomo «l’opportunità di conoscere sempre più la verità e di pervenire alla verità». Assumendo, in questo percorso, anche «un ruolo di guida » nei confronti della società. È questo per monsignor Claudio Maria Celli, presidente del dicastero vaticano per i mass media, l’essenza del Messaggio di Benedetto XVI per la 42ª Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali, centrato quest’anno sul tema: 'I mezzi di comunicazione sociale: al bivio fra protagonismo e servizio. Cercare la Verità per condividerla'.
Un tema molto vasto. Che cosa ha voluto esprimere il Papa?
Come ha commentato qualcuno nel campo dei media, direi che ha messo il dito un po’ sul punto nodale. Mi sembra che, ancora una volta, tutto questo vada visto nella dimensione antropologica che il Papa sta portando avanti. Intendo dire che l’uomo di oggi, nel cammino di realizzazione della sua umanità – umanità in una visione ampia, totale – ha bisogno di cercare 'la vetta'. Proprio pochi giorni fa Benedetto XVI, a proposito di se stesso, ha parlato di una 'appassionata ricerca della verità'. Ecco, i media si pongono in questo cammino di ricerca, ed ecco quindi perché il Papa parla di un bivio tra autoreferenzialità e servizio. La parola protagonismo ha appunto questo significato, nel senso che alcune volte i media possono essere autoreferenziali, cioè dimenticano la funzione di servizio per l’uomo che cammina, che ricerca, e che quindi ha bisogno di conoscere. Per questo allora i media devono dare l’opportunità all’uomo di conoscere sempre più la verità e di pervenire alla verità, e questo permette all’uomo di essere autenticamente uomo.
Non c’è però anche un altro problema? I media alla fine sono anche lo specchio di una società 'leggera', superficiale.
Sì, ma è proprio qui è il punto. Da parte della Chiesa c’è una valutazione sostanzialmente positiva dei media, lo si nota nella prima parte del messaggio dove il Papa mette in risalto questo apporto positivo agli sviluppi veri, autentici dell’umanità in questo tempo; ma d’altra parte il Papa poi mette in risalto come i media debbano domandarsi che ruolo svolgono non tanto in una società, ma proprio nel cammino dell’uomo. Di nuovo, siamo al bivio tra autoreferenzialità e ricerca del vero, ed è qui dove il Papa tocca il tema dell’infoetica. Così vediamo come tutta la problematica sia legata a questo nodo centrale, che esige un’attenta riflessione e considerazione.
In che misura i media possono orientare questo percorso?
Certamente ricorderà il messaggio della Giornata della Pace di quest’anno, e il suo richiamare l’idea della famiglia dove il Papa sottolinea come gli uomini, in famiglia, devono apprendere un linguaggio che è fatto di rispetto, dialogo, solidarietà. Nella contestualità di questa dimensione familiare lo stesso ruolo lo giocano i media: noi vediamo che quando i giornalisti ricevono un premio, lo ricevono non per le loro superficialità, o per servizi sciocchi; vengono premiati quando qualcuno mette a nudo una realtà, la presenta, l’approfondisce, dà degli stimoli di riflessione, di ricerca e di soluzione. Questo credo che sia il grande ruolo dei media. Se poi lo guardiamo anche secondo una chiave anche nostra, tipicamente cristiana, e ricordiamo per esempio che il grande tema del prossimo Sinodo dei vescovi è la parola di Dio nella Chiesa e nel mondo, vediamo come domani si ponga anche anche il problema dei media, specialmente quelli cattolici, che diventano strumento di questo annuncio della parola, della verità nel senso più pieno.
Nel percorso di cui parlava prima, quello della società nel suo insieme, i media cattolici che ruolo hanno? E quale ruolo ulteriore possono avere?
Qualche giorno fa, durante una riunione, parlavo di 'diaconia della cultura'. Una diaconia a tutto campo, perché provi a immaginare, nella visione più ampia della cultura, che ruolo può giocare un mezzo di comunicazione sociale cattolico anche con chi è 'fuori'. Alle volte noi pensiamo che i media cattolici debbano guardare dentro casa, e questo è certamente vero. Secondo me tuttavia possono avere un 'peso' anche nei confronti di chi è lontano, assente, distratto, solo. Ecco perché devono svolgere questa 'diaconia della cultura'.
© Copyright Avvenire, 3 maggio 2008
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