3 maggio 2008

“Il Santo Rosario non è una pratica relegata al passato”, ma “reca pace e riconciliazione”: così il Papa al termine del Rosario in S. Maria Maggiore


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“Il Santo Rosario non è una pratica relegata al passato”, ma “reca pace e riconciliazione”: così il Papa al termine del Rosario in S. Maria Maggiore

“Il Santo Rosario non è una pratica relegata al passato”, ma è una preghiera che “reca pace e riconciliazione”: così, in sintesi, Benedetto XVI, a conclusione della Preghiera Mariana presieduta oggi pomeriggio nella Basilica di Santa Maria Maggiore. Moltissimi i fedeli accorsi alla celebrazione in questo primo sabato di maggio, mese tradizionalmente dedicato a Maria. Tra i presenti, anche il neo sindaco di Roma, Gianni Alemanno, cui il Papa ha rivolto l’augurio di “un proficuo servizio per il bene dell’intera comunità cittadina”. Il servizio di Isabella Piro:

Maria, Salus Popoli Romani: l’icona della Vergine, Salvezza del popolo romano, ha accolto Benedetto XVI al suo ingresso nella Basilica di Santa Maria Maggiore. Il Santo Padre l’ha venerata in silenzio, prima di dare inizio alla preghiera a lei dedicata, il Santo Rosario. La recita dei Misteri Gaudiosi ha ripercorso le tappe della vita di Cristo che vanno dall’Annunciazione a Maria all’episodio di Gesù al tempio, seduto tra i dottori. Momenti suggestivi, che hanno suscitato nello stesso Papa ricordi della sua infanzia:

“Nell’esperienza della mia generazione, le sere di maggio rievocano dolci ricordi legati agli appuntamenti vespertini per rendere omaggio alla Madonna. Come, infatti, dimenticare la preghiera del Rosario in parrocchia oppure nei cortili delle case e nelle contrade dei paesi?”

Benedetto XVI si è quindi soffermato sulla forza ancora viva del Santo Rosario e sulla sua dimensione di preghiera portatrice di pace:

“Oggi insieme confermiamo che il Santo Rosario non è una pratica relegata al passato, come preghiera di altri tempi a cui pensare con nostalgia. Il Rosario sta invece conoscendo quasi una nuova primavera. Questo è senz’altro uno dei segni più eloquenti dell’amore che le giovani generazioni nutrono per Gesù e per la Madre sua Maria. Nel mondo attuale così dispersivo, questa preghiera aiuta a portare Cristo al centro, come faceva la Vergine, che meditava interiormente tutto ciò che si diceva del suo Figlio, e poi quello che Egli faceva e diceva”.

“Con Maria si orienta il cuore al mistero di Gesù”, ha aggiunto il Papa; ci aiuti la Beata Vergine ad accogliere in noi la grazia che promana dai misteri del Rosario, “affinché attraverso di noi possa “irrigare” la società, a partire dalle relazioni quotidiane, e purificarla da tante forze negative aprendola alla novità di Dio”. Perchè, ha continuato il Santo Padre, la potenza della preghiera mariana è proprio questa:

“Il Rosario, quando è pregato in modo autentico, non meccanico e superficiale ma profondo, reca infatti pace e riconciliazione. Contiene in sé la potenza risanatrice del Nome santissimo di Gesù, invocato con fede e con amore al centro di ogni Ave Maria”.

Di qui, l’invito rivolto dal Pontefice a tutti i fedeli affinché, durante il mese mariano, si sentano “vicini e uniti nella preghiera”, così da formare, con l’aiuto della Madonna, “un cuore solo e un’anima sola”. E poi, una richiesta:

“Vi affido le intenzioni più urgenti del mio ministero, le necessità della Chiesa, i grandi problemi dell’umanità: la pace nel mondo, l’unità dei cristiani, il dialogo fra tutte le culture. E pensando a Roma e all’Italia vi invito a pregare per gli obiettivi pastorali della Diocesi, e per lo sviluppo solidale di questo amato Paese”.

Un invito prontamente accolto dal card. Bernard Francio Law, Arciprete della Basilica di Santa Maria Maggiore, che ha così salutato Benedetto XVI:

“Oggi ci uniamo alle Sue preghiere per la santità e l’unità della Chiesa, per la pace nel mondo, costruita sul riconoscimento della dignità di ogni essere umano, la quale proviene da Dio, per gli ammalati e i deboli, e per tutti coloro che sono vulnerabili. Con il cuore pieno di gratitudine, noi preghiamo per Lei, Santo Padre, e per la Sua missione di confermarci nella Fede, per ricordarci il motivo della nostra speranza, e per spingerci a vivere nell’amore di Cristo”.

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