8 giugno 2008

Si apre domani, con l’intervento del Papa, il convegno ecclesiale della diocesi di Roma: intervista con il card. Ruini (Radio Vaticana)


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Si apre domani, con l’intervento del Papa, il convegno ecclesiale della diocesi di Roma: intervista con il cardinale vicario Camillo Ruini

Da domani al 12 di giugno, si tiene a Roma il Convegno ecclesiale diocesano sul tema “Gesù è Risorto. Educare alla speranza nella preghiera, nell’azione, nella sofferenza”. Gli incontri si svolgeranno nella Basilica di San Giovanni in Laterano e in altri luoghi stabiliti dalle prefetture diocesane. Sarà il Santo Padre stesso ad aprire il Convegno alle 19.30 di domani sera, rivolgendo la sua parola a sacerdoti, diaconi, religiosi e laici impegnati pastoralmente nella diocesi. Giovanni Peduto ha chiesto al cardinale vicario Camillo Ruini le ragioni della scelta del tema di quest’anno:

R. – Il tema di quest’anno richiama l’impegno sull’educazione a proposito del quale il Papa ha scritto anche una Lettera all’intera città di Roma. Vogliamo unire, quest’anno, il tema dell’educazione al tema della speranza, oggetto come tutti sappiamo dell’Enciclica Spe Salvi. Il senso del tema di quest’anno è dunque proprio tenere insieme educazione e speranza o, in altre parole, educare alla speranza cristiana.

D. - Il Papa ultimamente è intervenuto più volte proprio sulla questione dell’emergenza educativa. Cosa può fare la Chiesa?

R. – La Chiesa può e deve anzitutto aiutare le famiglie nel loro compito primario dell’educazione dei figli. La Chiesa ha le sue scuole, le scuole cattoliche dedicate all’educazione. E’ presente attraverso gli insegnanti di religione, ma anche attraverso tanti insegnanti cattolici nelle scuole pubbliche dello Stato. La Chiesa ha anche altri luoghi di educazione: pensiamo agli oratori, alle parrocchie stesse, ai gruppi giovanili, alle associazioni, ai movimenti. Inoltre, la Chiesa, mentre persegue anzitutto l’educazione alla fede, alla formazione del cristiano, ha speso tempo e attenzione nella formazione dell’uomo in quanto tale, alla proposta di quei valori sui quali si può costruire un’autentica vita civile, una convivenza civile e anche delle persone solide, responsabili, libere, capaci di affrontare la vita.

D. - Quali sono le altre grandi sfide della Chiesa di Roma?

R. - Le sfide sono tante. Vorrei ricordare, in particolare, l’impegno a favore della famiglia, l’impegno a favore delle fasce più povere della popolazione, ma vorrei soprattutto insistere sul grande tema dell’evangelizzazione. Anche Roma ha bisogno di essere sempre, di nuovo, evangelizzata. Perciò, la nostra pastorale è anzitutto una pastorale missionaria.

D. - Come affrontare il tema della sofferenza? Pensiamo ai tanti emarginati, ai malati, agli anziani e anche ai nuovi poveri e alle famiglie che hanno sempre più difficoltà ad arrivare a fine mese…

R. – Le nostre parrocchie lo sanno bene, perché sono in prima linea su questa così impegnativa frontiera. E la diocesi sostiene il loro sforzo. Poi c’è la Caritas diocesana, ci sono tutte le varie associazioni, movimenti che si impegnano in questo settore. Pensiamo alla Comunità di Sant’Egidio, a quell’ottima iniziativa che è il Banco Alimentare, pensiamo alla Fondazione Migrantes per gli immigrati. Tutto questo è lo sforzo che la diocesi di Roma compie e che intende compiere anche in futuro, cercando sempre di coniugare l’accoglienza con la formazione degli immigrati al rispetto della legalità.

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