31 agosto 2007

Mons. Bagnasco: si riconosca «con fiducia e anche con gratitudine» l'azione sociale della Chiesa!


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Bagnasco: no a pregiudizi La Chiesa fa opere sociali

«Si riconosca l'azione con fiducia e gratitudine» Il verde Bonelli: niente crociate, toni da attenuare

Luigi Accattoli

CITTÀ DEL VATICANO — Chiede che la questione dell'Ici applicata agli enti ecclesiastici venga affrontata «senza pregiudizi», in modo che si possa «riconoscere» l'azione «sociale» della Chiesa. Ma non gli basta e aggiunge che quel riconoscimento dovrebbe avvenire «con fiducia e anche con gratitudine».
È la terza e più impegnativa tra le prese di posizione in materia di Chiesa e Ici che sono venute negli ultimi tre giorni dall'arcivescovo di Genova e presidente della Cei Angelo Bagnasco. Già martedì aveva detto che «non di privilegi si tratta», ma di «agevolazioni» di una «beneficenza » aperta a tutti. Mercoledì aveva aggiunto un monito: «Strangolare la Chiesa in molti casi vorrebbe dire strangolare i poveri».
Ieri il presidente dei vescovi ha completato la sua reazione alla «richiesta » dell'Unione Europea, indirizzata al governo italiano, mirante ad avere «chiarimenti» sulle «agevolazioni fiscali» concesse alla Chiesa e che potrebbero danneggiare la libera concorrenza.
«Io spero che ci sia un atteggiamento sereno, non pregiudiziale, non ideologico e senza interessi di parte, espliciti o nascosti» ha detto Bagnasco in un'intervista alla Radio Vaticana. Con un simile approccio, secondo il presidente della Cei, sarà possibile «riconoscere espressamente l'opera continua che nei secoli la Chiesa ha posto in essere e continua a porre in essere a favore dei più poveri e dei più deboli, mettendo a disposizione le risorse sia umane sia economiche, finanziarie di cui dispone».
Né la questione — ha osservato Bagnasco — tocca solo la Chiesa: «Bisogna considerare che certe esenzioni riguardano tutti gli enti non profit» che si occupano «concretamente dei problemi dell'emarginazione, della fragilità, della debolezza, della povertà», svolgendo un'opera che ha «una grande ricaduta a livello sociale».

Infine lo scatto d'orgoglio, e cioè la richiesta che l'azione sociale della Chiesa non ottenga solo riconoscimento, ma anche riconoscenza: il presidente dei vescovi ha espresso la fiducia «che questa presenza e questa azione di sussidiarietà che perdura nei secoli e nei millenni da parte della Chiesa sia riconosciuta a tutti i livelli; non solo riconosciuta, ma anche riconosciuta con stima, con fiducia e anche con gratitudine».

Una voce di consenso dal mondo laico l'arcivescovo l'ha ottenuta a poche ore di distanza dalla messa in onda della sua intervista, quando Angelo Bonelli, capogruppo dei Verdi alla Camera, ha detto che l'azione della Chiesa «per i poveri» è «fuori discussione» e «per questo non ci sentiamo lontani dalla parole di Bagnasco e pensiamo che i toni del dibattito vadano attenuati». «Non vanno fatte crociate» ha detto ancora Bonelli e «ci si deve muovere con saggezza, equilibrio e ragionevolezza ».
Un riconoscimento sul piano generale — quello di Bonelli — che però non elimina l'esigenza di una verifica: «Riteniamo sia importante trattare le attività commerciali secondo quanto previsto dal regime fiscale italiano, come avviene per tutti i cittadini. Ma non vi è dubbio che le attività sociali della Chiesa non vanno messe assolutamente in discussione ».

© Copyright Corriere della sera, 31 agosto 2007


Il presidente della Conferenza Episcopale a Radio Vaticana: le esenzioni Ici riguardano tutti gli enti no profit

"No ad attacchi ideologici alla Chiesa"

Monsignor Bagnasco: la Ue riconosca la nostra opera sociale
Secondo intervento in tre giorni: Bruxelles ci giudichi anche per il nostro lavoro

ORAZIO LA ROCCA

CITTÀ DEL VATICANO - «La Chiesa da sempre mette a disposizione dei più bisognosi tutte le sue risorse umane, economiche e finanziarie. E´ una verità storica che sarebbe opportuno che fosse tenuta in considerazione dalla Commissione Ue nella sua richiesta di chiarimenti sui presunti privilegi agli enti ecclesiali, con atteggiamento sereno, senza pregiudizi, privo di ideologie».
Mano tesa del presidente della Cei (Conferenza episcopale italiana), l´arcivescovo Angelo Bagnasco, alle autorità europee impegnate in questi giorni a fare luce sulle presunte esenzioni Ici riconosciute dal governo italiano per gli edifici commerciali senza fini di culto di proprietà di confessioni cattoliche, non cattoliche e di enti no-profit. E´ la seconda volta in tre giorni che sul caso Ici-Chiesa parla il presidente Cei che domani e domenica affiancherà papa Ratzinger all´Agorà dei giovani di Loreto. Il nuovo intervento arriva attraverso una intervista concessa ieri, significativamente, alla Radio Vaticana. Ed i toni usati da Bagnasco sono stati del tutto diversi dal duro attacco anti Ue da lui sferrato martedì da Genova - città di cui è arcivescovo - durante la festa della Madonna della Guardia quando aveva accusato Bruxelles di usare verso la Chiesa «atteggiamenti pretestuosi e ideologici».
Giudizi, comunque, ugualmente sfiorati in parte anche nell´intervista della Radio Vaticana, ma con un atteggiamento molto più dialogante. In questa vicenda, si è infatti augurato Bagnasco, «è necessario che» le autorità europee usino «un approccio nei confronti della Chiesa senza pregiudizi, senza ideologie e senza interessi di parte, espliciti o nascosti». Il vescovo non mette in discussione l´intervento di Bruxelles, ma chiede che la Commissione Ue alla concorrenza «almeno riconosca espressamente l´opera continua che nei secoli la Chiesa ha posto in essere e continua a porre in essere a favore dei più poveri e dei più deboli, mettendo loro a disposizione le risorse sia umane sia economiche, finanziarie di cui dispone la comunità cristiana». Monsignor Bagnasco nell´intervista entra anche nel merito dei tagli dell´Ici, ricordando che «certe esenzioni riguardano tutti gli enti no-profit, proprio per favorire, per riconoscere, innanzitutto, gli scopi di questi enti, tra cui evidentemente c´è anche la Chiesa, enti che si occupano concretamente, stabilmente e continuativamente dei problemi dell´emarginazione, della fragilità, della debolezza, della povertà». Un´azione che, sottolinea il presidente Cei, «ha una grande ricaduta a livello sociale». Ecco perché, a parere del vescovo, l´Unione Europea, intervenuta in questi giorni per chiedere ulteriori spiegazioni all´Italia sui benefit fiscali riconosciuti ad enti ecclesiastici, dovrebbe invece riconoscere, «con stima, con fiducia e anche con gratitudine la presenza e questa azione di sussidiarietà che perdura nei secoli e nei millenni da parte della Chiesa e della comunità cristiana in tutte le forme là dove c´è bisogno di aiutare chi vive nel bisogno, al di là delle fedi e delle scelte politiche».

© Copyright Repubblica, 31 agosto 2007

Secondo me l'intervista di ieri e' ancora piu' diretta ed incisiva di quella di martedi'!
R.

MONSIGNOR BAGNASCO: CERTE ESENZIONI RIGUARDANO TUTTI GLI ENTI NON-PROFIT

“L’Ici? Serve per i più deboli”

MARCO TOSATTI

CITTÀ DEL VATICANO

L’arcivescovo di Genova e presidente della Cei, Angelo Bagnasco, chiede «un atteggiamento sereno», non pregiudiziale né ideologico, nella questione Chiesa-fisco. Il presule, che era già intervenuto nei giorni scorsi sulla polemica, con un breve commento («Privilegio è una parola totalmente sbagliata») è tornato ieri sull’argomento, in un’intervista alla «Radio Vaticana», centrata sull’imminente visita di Benedetto XVI a Loreto per incontrare trecentomila giovani, ma che non poteva ignorare un fatto di tale risonanza.
«Io spero che ci sia un atteggiamento sereno, non pregiudiziale, non ideologico - ha detto Bagnasco -. E’ necessario che ci sia un approccio alla Chiesa - senza pregiudizi, senza ideologie e senza interessi di parte, espliciti o nascosti - e quindi si riconosca espressamente l’opera continua che nei secoli la Chiesa ha posto in essere e continua a porre in essere a favore dei più poveri e dei più deboli, mettendo a disposizione le risorse sia umane sia economiche e finanziarie di cui dispone la comunità cristiana».
Il presidente della Conferenza Episcopale ha tenuto a sottolineare poi che la Chiesa è solo uno dei numerosi soggetti che non pagano l’Ici, l’imposta comunale istituita nel 1992. «Inoltre bisogna considerare - e anche questo è noto - che certe esenzioni riguardano tutti gli enti non-profit - ha detto l’arcivescovo di Genova -, proprio per favorire, per riconoscere - innanzitutto - gli scopi di questi enti, tra cui evidentemente la Chiesa, che si occupano concretamente, stabilmente e continuativamente dei problemi dell’emarginazione, della fragilità, della debolezza, della povertà. Questo ha una grande ricaduta a livello sociale».
Il prelato non ha commentato in maniera diretta le dichiarazioni di Bruxelles e la richiesta di informazioni da parte dell’Unione Europea, ma ha invece rivendicato il ruolo di «sussidiarietà» nei confronti delle istituzioni pubbliche che la Chiesa impersona in vari campi in Italia: «Penso e spero - ha concluso - che questa presenza e questa azione di sussidiarietà che perdura nei secoli e nei millenni da parte della Chiesa e della comunità cristiana in tutte le forme, sia riconosciuta a tutti i livelli; non solo riconosciuta, ma anche riconosciuta con stima, con fiducia e anche con gratitudine».
Dal fronte storicamente critico nei confronti della Chiesa viene un commento di Enrico Boselli. «Non vogliamo certo penalizzare la meritoria attività assistenziale della Chiesa cattolica - afferma il segretario dello Sdi - né tanto meno l’esercizio del culto, ma non si capisce proprio perché mai nel momento in cui tutti sono d’accordo nel dire che l’evasione fiscale costituisce una vera e propria emergenza nazionale, dovrebbe essere sbagliato correggere il regime di favore di cui godono le proprietà del Vaticano». Risponde Antonio Tajani: «Ancora una volta la sinistra usa l’Unione Europea per intervenire su vicende italiane - dice il presidente degli eurodeputati di Forza Italia -. La “Rosa nel Pugno” lasci perdere la Commissione Europea, a Bruxelles ci sono cose più importanti da seguire rispetto a certe smanie provinciali».

© Copyright La Stampa, 31 agosto 2007

Le proprieta' del Vaticano? Boselli esistono buoni corsi di diritto ecclesiastico ed internazionale che L'aiuteranno a capire che il Vaticano e' uno Stato estero e che e' cosa ben diversa dalla Chiesa italiana. Lei ha posti liberi a tavola, a pranzo ed a cena, per i poveri che dovessero bussare alla Sua porta?
R.


Bagnasco (Cei): «Basta attacchi ideologici»

Il presidente della Cei mons. Angelo Bagnasco è intervenuto ieri nella polemica sui presunti privilegi fiscali della Chiesa, auspicando «un atteggiamento sereno, non pregiudiziale, non ideologico». È necessario, secondo Bagnasco, «che ci sia un approccio alla Chiesa senza pregiudizi, senza ideologie e senza interessi di parte, espliciti o nascosti». Il presidente della Cei ha chiesto che «si riconosca espressamente l'opera continua che nei secoli la Chiesa ha posto in essere e continua a porre in essere a favore dei più poveri e dei più deboli, mettendo a disposizione le risorse sia umane sia economiche, finanziarie di cui dispone la comunità cristiana». Ha inoltre ricordato che «certe esenzioni riguardano tutti gli enti non profit, proprio per favorire gli scopi di questi enti, tra cui evidentemente la Chiesa, che si occupano concretamente dei problemi dell'emarginazione, della fragilità, della debolezza e della povertà».

© Copyright Libero, 31 agosto 2007

2 commenti:

euge ha detto...

E' risaputo ormai che l'ignoranza dei nostri politici e smisurata nel senso che ignorano l'argomento di cui parlano perchè non sanno neanche di che cosa parlano. La loro strategia e fatta non di concetti ma, spesso di sterili slogan privi di fondamento e di conoscenza dell'argomento. Si forse è il caso che Boselli prima di infierire contro il Vaticano e la Chiesa Italiana, capisca la differenza basilare che esiste fra i due soggetti. Comunque, come dici tu Raffaella, tutti coloro che abitualmente usufruiscono delle mense Caritas, potranno presto usufruire delle mense Boselli, Bonino, Pannella, Cento, Cappato etc. etc.Informiamoci però se l'Ici deve essere anche pagata da quei centri sociali da cui sistematicamente escono i no global e gentaglia simile è giusto che l'Ici la paghino anche loro
Eugenia

Utnapishtim ha detto...

Condivido in pieno l'appello di Bagnasco.