8 gennaio 2008

I cristiani dell'Iraq nel mirino della guerriglia (Osservatore Romano)


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Serie di attacchi dinamitardi contro chiese e conventi a Baghdad e a Mossul

I cristiani dell'Iraq nel mirino della guerriglia

BAGHDAD, 7.
Serie di attacchi dinamitardi, nella giornata di ieri, contro chiese e istituzioni cristiane a Baghdad e a Mossul. Una persona è rimasta ferita e si sono registrati danni materiali. Gli obiettivi colpiti - riferisce Asia News - sono stati, nella capitale, la chiesa caldea di san Giorgio, nel quartiere Ghadir; una chiesa greco-melchita e il convento delle suore caldee a Zaafraniya. L'esplosione che ha preso di mira la chiesa di san Giorgio è avvenuta poco dopo che il cardinale Emmanuel III Delly, patriarca di Babilonia dei Caldei, aveva finito di celebrare la Santa Messa.
A Mossul le autobombe hanno preso di mira la chiesa caldea di san Paolo, l'entrata dell'orfanotrofio gestito dalle suore caldee a Alnoor e il convento delle suore dominicane a Aljadida.
Citato dall'agenzia Asia News, monsignor Louis Sako, arcivescovo di Kirkuk dei Caldei, ha detto che questi attacchi "rappresentano un messaggio preciso e probabilmente rientrano in un piano coordinato".
Baghdad è stata scossa da altri attacchi. Un "kamikaze" si è fatto esplodere durante una cerimonia per la festa delle forze armate: il bilancio è di quattordici morti (sette civili e sette fra soldati e poliziotti). Ventisette persone, diciannove delle quali civili, sono poi rimaste ferite in seguito all'esplosione provocata da un altro "kamikaze", davanti alla sede di un'organizzazione non governativa che distribuiva doni ai militari nel quartiere Karrada.
Sangue, poi, nella parte nord-est della città: un'autobomba è esplosa vicino a un ristorante, provocando tre morti. Successivamente un ordigno è deflagrato in un negozio di automobili: il bilancio è di un morto e quattro feriti.
Stamane si è appreso che due attentati suicidi a Adhamya, il quartiere sunnita a Baghdad, hanno causato la morte di tre persone, tra le quali figura anche il capo dei volontari responsabile per la sicurezza nell'area. Un "kamikaze", a bordo di una vettura carica di esplosivo, si è fatto saltare in aria, causando la morte di due persone e il ferimento di altre quattro. Un altro attentatore suicida, che indossava un giubbotto imbottito di esplosivo, ha ucciso una persona e ne ha ferite altre tre.
Sempre questa mattina un razzo katiuscia si è abbattuto contro l'edificio che ospita gli uffici dell'emittente Al Iraqiya, nel centro della città di Kirkuk. Non vi sono state vittime, solo danni materiali. Lo ha riferito l'agenzia Aswat Al Iraq, precisando che l'edificio colpito si trova tra il quartier generale dell'Unione patriottica del Kurdistan e la sede del partito democratico del Kurdistan.
Nel pomeriggio di sabato sei persone sono rimaste uccise in seguito alla deflagrazione di una bomba avvenuta al passaggio di minibus. L'attentato dinamitardo è avvenuto presso la località di Al Sadiyah, 150 chilometri a nordest di Baghdad, nella provincia di Diyala.
In questo fine settimane sono poi stati uccisi due soldati statunitensi: lo hanno reso noto le forze Usa in Iraq. Un soldato è morto in seguito all'esplosione di una bomba al passaggio del suo veicolo, a Baghdad.
Un altro militare è stato ucciso sempre dalla deflagrazione di una bomba rudimentale avvenuta al passaggio del suo veicolo: anche questo attacco è stato compiuto nella provincia di Diyala.
Sempre sabato il primo ministro iracheno, Jawad Al Maliki, è tornato a Baghdad dopo una settimana a Londra, dove è stato sottoposto a controlli medici definiti "di routine". Lo ha riferito l'agenzia Nina, secondo cui "fonti informate" hanno affermato che i risultati dei controlli medici cui è stato sottoposto il premier sono "molto buoni".
Al Maliki era partito sabato 29 dicembre per un viaggio non annunciato a Londra, nel corso del quale ha avuto un incontro con il primo ministro britannico, Gordon Brown. I colloqui sono stati incentrati su questioni economiche, politiche e di sicurezza.
Nel corso dell'incontro, Al Maliki e Brown hanno anche affrontato la questione dei cinque ostaggi britannici prigionieri di un gruppo armato in Iraq dal 29 maggio scorso, e sul sostegno di Londra allo sviluppo economico di Bassora dopo il passaggio di consegne tra britannici e iracheni nella grande città del sud del Paese.

(©L'Osservatore Romano - 7-8 gennaio 2008)

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