2 gennaio 2008
NAPOLITANO PER IL 2008: NOTA SETTIMANALE SIR
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NAPOLITANO PER IL 2008: NOTA SETTIMANALE
Pubblichiamo la nota SIR di questa settimana.
“Possiamo avere più fiducia in noi stessi, ma dobbiamo essere più esigenti verso noi stessi”.
Il messaggio di fine anno del presidente della Repubblica tocca la gran parte dell’agenda del dibattito sociale e politico, con un franco invito all’impegno fiducioso, specie di fronte ad un diffuso scetticismo.
Senza entrare nel merito del dibattito strettamente politico, quello sulla durata del governo e le sue prospettive, Napolitano è esplicito in un rinnovato appello alle riforme e alla costruzione di “un nuovo, più costruttivo clima politico, fondato su una effettiva legittimazione reciproca”. Il nodo della politica italiana è infatti proprio qui.
C’è, però, un altro e non meno rilevante livello di questioni, cui il presidente della Repubblica ha fatto rapidamente cenno ricordando il sessantesimo anniversario dell’entrata in vigore della Costituzione, il 1° gennaio 1948. “Dobbiamo risolutamente ancorarci ai suoi principi, anche e non da ultimo ai suoi valori morali, e in special modo a quei suoi indirizzi che non vediamo abbastanza perseguiti e tradotti in atto”. Tra questi il lavoro, le pari opportunità, il valore delle autonomie e la libertà religiosa, in particolare il rapporto di “reciproca indipendenza e di collaborazione tra Stato e Chiesa”.
C’è poco da fare: in un clima politico, economico e internazionale che è e resterà complesso, non ci sono scorciatoie: la differenza la fa proprio il livello di ancoraggio e di condivisione da parte di ciascun sistema–Paese ad un sistema di principi e di regole condivisi. L’Italia e gli italiani, che in buona sostanza li hanno, sono chiamati a riaffermarli, a partire dai riferimenti sostanziali, come la famiglia.
Il presidente Napolitano che non ne ha esplicitamente parlato nel messaggio di fine anno – e una forza politica lo ha notato – ha ripreso però questo tema rispondendo al messaggio di Papa Benedetto XVI per la Giornata della pace, centrato proprio sulla famiglia. Al centro dell’azione di politica estera dell’Italia, ha scritto il capo dello Stato, “vi è l’uomo, la sua dignità, il suo diritto ad esistere e coesistere, attraverso la valorizzazione della società naturale costituita dalla famiglia, la cui rilevanza è pienamente riconosciuta in Italia dalla Costituzione repubblicana”.
Questo solido ancoraggio ai principi è oggi una grande risorsa, da fare fruttare senza complessi e senza riserve mentali. "Su moltissime questioni - ha ribadito il presidente della Cei cardinal Angelo Bagnasco nel discorso di fine anno alla sua diocesi - si possono e si devono trovare mediazioni sensate e costruttive”. Vi sono, però, temi “che non ammettono compromessi, perché se mediare significa che ogni parte rinuncia a qualcosa per arrivare ad una soluzione condivisa, sui valori di fondo rinunciare a qualcosa significa per definizione distruggere i valori stessi. In questi casi, non molti in realtà, la parte coincide con il tutto".
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