13 marzo 2008

È la «Caritas in veritate» la nuova enciclica di Benedetto XVI (Bobbio per "L'Eco di Bergamo")


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È la «Caritas in veritate» la nuova enciclica di Benedetto XVI

Alberto Bobbio

Città del Vaticano Per ora si conosce il titolo della prossima enciclica di Benedetto XVI.
Dovrebbe intitolarsi «Caritas in veritate» e riprendere nelle prime parole un ragionamento di Sant'Agostino sul rispetto tra le persone e i popoli e sul dialogo tra le culture, che per essere fruttuoso, deve avere due connotazioni, la carità e la verità, appunto «caritas in veritate».
Dell'enciclica aveva parlato domenica il cardinale Bertone, annunciando che non sarebbe stata pubblicata prima dell'estate. È la traduzione in cinese, secondo alcune fonti, che sta richiedendo più tempo del previsto.

Secondo indiscrezioni accreditate l'enciclica avrebbe dovuto essere pubblicata il primo maggio, festa dell'Ascensione e memoria di San Giuseppe lavoratore. Altre indiscrezioni davano per certa la pubblicazione il 26 marzo, perché l'enciclica sarebbe, nella prima parte, celebrativa dell'altra famosa sui problemi sociali e sullo sviluppo, la «Populorum progressio» di Paolo VI.

Ma il 26 marzo sarebbe stata in Italia piena campagna elettorale e ciò ha consigliato a far slittare la pubblicazione per evitare strumentalizzazioni.

Sicuramente il Papa anticiperà molti temi dell'enciclica nel discorso all'Onu previsto durante il viaggio negli Stati Uniti in aprile.
Dovrebbe avere una settantina di pagine, divisa in quattro o cinque capitoli, dedicati all'analisi del processo di globalizzazione, un argomento che ai tempi di Paolo VI non era in agenda, e ai rischi che esso comporta nello sviluppo diseguale tra i popoli. Un capitolo dovrebbe essere dedicato alla cooperazione allo sviluppo, nel quale si sottolinea anche il ruolo positivo del microcredito e la funzione indispensabile delle Ong cattoliche e delle Caritas nazionali.

Tra gli altri argomenti dovrebbe esserci anche quello dei «paradisi fiscali», della finanza internazionale, alla quale Ratzinger riserverebbe un severo giudizio di ordine etico e morale quando essa è fonte di nuove ingiustizie e discriminazioni, del divario digitale tra Nord e Sud del mondo, delle guerre per le fonti energetiche e le materie prime.

Il Papa da tempo lavora al testo. Se ne era avuto conferma da Bertone, già durante le vacanze estive dell'anno scorso. Poi il cardinale due settimane fa ha confermato la pubblicazione dell'enciclica sui «problemi sociali internazionali, con particolare riguardo ai Paesi in via di sviluppo», ma senza precisarne la data. Il cuore del testo sarebbe una trattazione teologica dei valori della pace e dello sviluppo già contenti nel testo montiniano.

E ieri il Papa, incontrando gruppi di studenti nella Basilica vaticana, ha proprio sottolineato che la scuola deve trasmettere ai giovani «grandi valori» e «messaggi validi» di «carattere culturale, sociale, etico e religioso». Poi rivolgendosi ai professori ha aggiunto che «l'insegnante non può non percepire anche il risvolto morale di ogni sapere umano, perché l'uomo conosce per agire e l'agire è il frutto della sua conoscenza».

L'incontro tra le culture, il dialogo e la pace è stato anche l'argomento affrontato nell'udienza del mercoledì.

Il Papa, parlando di Cassiodoro, letterato che nell'Alto Medioevo si impegnò per fondere cultura romana e barbara, ha ricordato che il suo è «un ammonimento valido anche per noi, in un tempo di incontro tra le culture, di violenza che distrugge le culture e di un impegno necessario per trasmettere i grandi valori e insegnare alle nuove generazioni la via della riconciliazione e della pace».

Poi ha parlato di Boezio, il filosofo latino condannato e fatto uccidere ingiustamente da Teodorico nel 425, per ragionare sulle condizioni di tanti detenuti accusati per le proprie idee.

Ratzinger ha osservato che «ogni detenuto per qualunque motivo sia finito in carcere intuisce quanto sia pesante questa particolare condizione umana soprattutto quando essa è abbrutita, come è accaduto a Boezio, dalla tortura». Si tratta di «un'ingiustizia presente in tanta parte della giustizia umana». Probabilmente anche questi temi saranno trattati nell'enciclica.

© Copyright L'Eco di Bergamo, 13 marzo 2008

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