19 maggio 2008

Genova, lo show di Marta il sindaco-filosofo all’attacco di Ratzinger


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Genova, lo show di Marta il sindaco-filosofo all’attacco di Ratzinger

di Redazione

La Vincenzi sfida Benedetto XVI sul relativismo. Mai nessun politico così duro col Pontefice

nostro inviato a Genova

Mentre il Papa arrivava in città la sindaco diessino Marta Vincenzi partecipava a una manifestazione in sostegno alla 194, la legge sull’aborto che lei ha sempre difeso. E ieri mattina, dando il benvenuto al pontefice durante la visita all’ospedale Gaslini di Genova, la prima cittadina della Lanterna, laureata in filosofia ed ex preside di un istituto superiore, militante del Pci dal 1974, già presidente della Provincia e poi parlamentare europea, ha fatto un discorso forte affermando che bisogna evitare di «trasformare l’etica in un campo di lotta politica» e che «il comportamento etico non è stabilito in partenza una volta per tutte».
«Non dandoci come obiettivo l’individuazione del bene assoluto che non spetta alle istituzioni dello Stato democratico perseguire - ha detto il sindaco di fronte al papa con un possibile riferimento ai temi eticamente sensibili - operiamo per il bene collettivo, affinché i cittadini possano orientare le loro condotte di vita senza imposizioni o limitazioni. Pensiamo che favorire nuovi spazi di autonomia, libertà e responsabilità personali sia il miglior modo per aiutare la stabilità sociale».
Il sindaco ha fatto riferimento al teologo evangelico tedesco Dietrich Bonhoeffer: «Il comportamento etico non è stabilito in partenza e una volta per tutte, ma nasce con la situazione data». Citazione colta ed efficace, che il sindaco ha immediatamente accompagnato a un’altra frase di Bonhoeffer, il quale affermava che «missione dei fedeli laici è di configurare rettamente la vita sociale, rispettandone la legittima autonomia e cooperando con gli altri cittadini secondo le rispettive competenze e sotto la propria responsabilità».

Non si ricordano negli anni recenti interventi così fermi da parte di amministratori locali che hanno ricevuto il Papa. La prima cittadina non si è infatti limitata a rivendicare la laicità delle istituzioni (laicità che la Chiesa non mette in discussione: l’autonomia delle istituzione politiche risale alla frase di Gesù «date a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio), ma ha affermato che l’etica nasce con la situazione data, contestando di fatto l’universalità di quei «valori non negoziabili» a cui spesso il pontefice fa riferimento.

Ratzinger ha ascoltato con attenzione le parole del sindaco. L’ufficio stampa del Comune ha poi diffuso una nota esplicativa, tesa a smorzare i toni e l’indiscutibile portata dell’intervento, nel quale peraltro la Vincenzi aveva riconosciuto l’autorevolezza della Chiesa di Genova nel dibattito pubblico.

© Copyright Il Giornale, 19 maggio 2008 consultabile online anche qui.

Come gia' dicevamo ieri, quello del sindaco di Genova e' stato un atto di grave scortesia istituzionale.
Il Santo Padre onora la citta' con la sua presenza e il sindaco?
Tiene improbabili comizi politici francamente fuori luogo.
In particolare il sindaco sembra essersi dimenticata di essere un politico locale, per cui cio' che dice non investe l'intero popolo italiano e la professoressa non parla a nome delle istituzioni nazionali.
Parliamoci chiaro: Genova e' una citta' importante, ma il sindaco e' pur sempre un mero amministratore locale.
La nota esplicativa? Inutile visto che abbiamo afferrato tutti al volo cio' che intendeva dire.
Diamo atto al sindaco di una cosa: e' andata alla manifestazione di sabato, e' stata scortese con il Papa, ma e' andata ANCHE alla Messa
:-)
R.

27 commenti:

mariateresa ha detto...

Sì, è andata a Messa , e secondo il Corriere gli ha chiesto anche un bacio......
Mah.
Questa precisazione successiva del sindaco qualcuno l'ha letta?
io non l'ho vista riportata da nessuna parte.
Comunque sono d'accordo con te. I valori che sono frutto di una situazione data glieli lascio.Per esempio nell'attuale situazione data, molti italiani (l'80% nei sondaggi su Repubblica) vogliono espellere tutti i rom. Cosa facciamo, la prendiamo per buona la situazione data? E dopo l'omicidio del piccolo Alessi e in altri casi ho letto che la maggior parte degli italiani erano per la pena di morte. Ci piacciono queste situazioni date?
Quanto alla citazione colta aspetto commenti più qualificati della Sig.ra Vincenzi per farmi un'opinione. Le citazioni si trovano anche nei cioccolatini.

Anonimo ha detto...

Avrei già voluto da ieri esprimere mia indigniazione verso il comportamento vergognosamente double face del Sindaco di Genova.
Ma, la cosa che mi ha indignato ancora di più è stata la faccia tosta con cui questa signora si è presentata alla Messa celebrata da Sua Santità. Una presa in giro fino in fondo e non solo nei confronti del Papa che già è una cosa grave ma, una presa in giro al credo ed ai fedeli genovesi peraltro numerosi, che hanno assistito con partecizpazione alla celebrazione in piazza della Vittoria. Le note esplicative del Comune non servono a scusare ed a spiegare un affronto così duro e diretto ma, la risposta a tutta questa ipocrisia, durezza e mancanza di rispetto, è arrivata puntuale e calorosa dai fedeli di Genova. Si rassegni signor sindaco lei avrà avuto il suo momento di gloria credendo di aver umiliato il Pontefice oppure di aver ridicolizzato coloro che nei valori non negoziabili credono fino in fondo e sanno difenderli ma, le immagini della gioranata di ieri parlano chiaro......... che le piaccia oppure no Benedetto XVI ha conquistato anche il cuore dei genovesi e soprattutto dei ragazzi genovesi.
CARON DIMONIO

Luisa ha detto...

A questo intervento vanno a pennello le parole "fuori luogo" In effetti il sindaco ha scelto per parlare il luogo della sofferenza dove dei cattolici impegnati lottano in favore dela vita, in virtù di quei principi non negoziabili e di quel bene assoluto che la signora ha voluto relativizzare.

Anonimo ha detto...

Come il Papa è libero di esprimere le proprie opinioni nelle sue prediche, ci mancherebbe altro che tale diritto non venisse riconosciuto al Sindaco di una città italiana o di qualunque altro Cittadino.

Capisco che siamo abituati al congenito servilismo dei politici italiani, ma tacciare di scortesia il discorso del Sindaco di Genova è semplicemente ridicolo.


18/05/2008
MESSAGGIO DI SALUTO DEL SINDACO DI GENOVA MARTA VINCENZI
A SUA SANTITA’ PAPA BENEDETTO XVI


Santità,
a nome della cittadinanza genovese e mio personale desidero esprimerLe il più cordiale e fervido saluto di benvenuto nella nostra città, a cui gli antichi abitanti vollero attribuire il titolo di “città di Maria”.
E’ sembrato di particolare significato accoglierLa in questo mese di maggio, che la Chiesa tradizionalmente dedica alla Vergine, al Santuario consacrato alla Madonna della Guardia, a cui i Genovesi sono particolarmente devoti.
E’ ancora molto vivo il ricordo dell’atto di affidamento della città di Genova alla Madonna della Guardia da parte del Suo predecessore, Papa Giovanni Paolo II nel corso della visita pastorale compiuta nel 1990.
Nel momento della Sua elezione al soglio pontificio, Santità, fummo molto colpiti dalla Sua scelta di assumere il nome di Benedetto, lieti e anche orgogliosi che il nuovo papa volesse idealmente riallacciare il suo pontificato a quello del genovese Benedetto XV, il cardinale Giacomo della Chiesa, passato alla storia come il papa della pace. Il suo papato, dal 1914 al 1922, attraversò i difficili anni della prima guerra mondiale, e la sua attività pastorale fu dominata dall’invito alla cessazione delle ostilità.
La nostra comunità, dunque, era in attesa di accoglierLa, Santità, fin da quel giorno.
E’ sempre doveroso per me sottolineare come il legame tra Genova e la Chiesa sia antico e profondo, testimoniato da tutta la nostra storia: nove papi di origine ligure, la figura del Cardinale Arcivescovo percepita dai genovesi come punto di riferimento importante, non soltanto in quanto Pastore di anime, ma altresì quale prezioso interlocutore relativamente alle tematiche di carattere civile e sociale.
Il Cardinale Arcivescovo, Monsignor Angelo Bagnasco, ha definito la Sua visita nella nostra città “un colpo d’ala”. Ho molto apprezzato questa definizione. Credo, Santità, che la Sua presenza a Genova sia un evento denso di rilievo e valore, un segno ad un tempo lieve come un battito d’ali, ma di grande forza.
La nostra è una città operosa e prudente, generosa nell’impegno solidaristico verso i deboli e i sofferenti, aperta all’accoglienza e attenta ai principi della giustizia e del bene comune.
In questo quadro è significativo che il primo incontro con la città avvenga qui nell’Ospedale Gaslini. Infatti l’attenzione e la cura dei bambini della nostra città, delle regioni più bisognose, del Mediterraneo, che l’ospedale manifesta, è un primo riferimento che i genovesi possono riscoprire per procedere verso il futuro. Anche perché l’Ospedale Gaslini con le sue eccellenze richiama l’attenzione sull’importanza e la forte presenza nella nostra città di competenze scientifiche e tecnologiche che possono aiutarci a progredire con coraggio verso il futuro.
Oggi Genova è attraversata dai segni dell’inquietudine contemporanea, che include anche aspetti che il cristianesimo ha indagato; aspetti a cui Lei stesso, Santità, ha fatto riferimento nei Suoi scritti e nelle omelie. Questa inquietudine e la domanda di certezze e stabilità per il futuro hanno contorni complessi, non facilmente decifrabili.
Chi ha il privilegio di amministrare questa città sta dunque cercando soprattutto di riconoscere quelle inquietudini per assumere impegni di ampliamento di cittadinanza.
Non dandoci come obiettivo l’individuazione del bene assoluto che non spetta alle Istituzioni dello Stato democratico perseguire, operiamo per il bene collettivo, affinché i cittadini possano orientare le loro condotte di vita senza imposizioni o limitazioni improprie. Pensiamo che favorire nuovi spazi di autonomia, libertà e responsabilità personali sia il miglior modo per aiutare la stabilità sociale, condizione quanto mai necessaria allo sviluppo dell’individuo e della collettività.
Lo sforzo è anche quello di ribadire principi, evitando nel contempo di trasformare l’etica in un campo di lotta politica.
Come sosteneva il grande teologo evangelico tedesco Dietrich Bonhoeffer: “il comportamento etico non è stabilito in partenza e una volta per tutte, quindi in linea di principio, ma nasce con la situazione data”. E ancora :”Missione dei fedeli laici è di configurare rettamente la vita sociale, rispettandone la legittima autonomia e cooperando con gli altri cittadini secondo le rispettive competenze e sotto la propria responsabilità”.
Nel dibattito pubblico su questi temi la voce della Chiesa genovese, a pieno titolo tra altri soggetti, è forte e autorevole e, certo, sarà rafforzata dalla Sua venuta.
Auspichiamo, Santità, che vorrà continuare a rivolgere verso la nostra comunità la Sua benevola attenzione e Le rinnoviamo le espressioni della nostra vivissima gratitudine per averci onorato della Sua presenza e per condividere le nostre aspirazioni e le nostre speranze.

Raffaella ha detto...

Ribadisco la mia opinione: discorso di autopromozione politica, fuori luogo e scortese.
R.

mariateresa ha detto...

per carità Bastardlurker , il sindaco poteva parlare, non creiamo dei martiri del libero pensiero.Solo che il suo discorso, visto il luogo in cui si trovava e il tipo di pubblico, è apparso adatto come andare in pescheria con l'abito da sera.Si vede che le scappava di parlare, lei che non è servile......
e alla fine voleva anche il bacino...

Anonimo ha detto...

E' stato un discorso completamente fuori luogo, ma per carita' puo' dire quel che vuole di sicuro non ricevera' minacce scritte sui muri

" Cari amici, guardate al futuro con fiducia e cercate di costruirlo insieme, evitando faziosità e particolarismi, anteponendo ai pur legittimi interessi particolari il bene comune"

Luisa ha detto...

Sì cara Raffaella, quel discorso era fuori luogo, letteralmente FUORI LUOGO.
Quella donna ha avuto il coraggio di trasformare l`ospedale in una tribuna politica, incurante della sofferenza dei bambini e dei genitori che aveva sotto gli occhi, ha fatto prova di una mancanza totale di sensibilità, di finezza e direi anche di inteeligenza, quella del cuore sopratutto!
Ha sfoggiato la sua cultura, fiera di farlo davanti al Papa, ma quando l`ambizione, il narcisismo politico fa perdere di vista la semplicità, l`umiltà che dovrebbe suggerire di farsi piccoli, e lasciare furri dalla porta le battaglie politiche, quando incuranti di chi si ha di fronte, bambini, genitori e Papa, si pensa solo a servirsi del luogo ,del momento e prendere in ostaggio i presenti per assennare le proprie idee, non ci sono scuse per giustificare un tale comportamento.

Anonimo ha detto...

Ecco come la sindaco di Genova aveva reagito alla perquisizone in comune:
INCHIESTA GENOVA: VINCENZI,SU NOI RICADUTA MA LA SUPEREREMO

(ANSA) - GENOVA, 16 MAG - ''Purtroppo la ricaduta politica di
questa inchiesta e' tutta su di noi. Non posso che non
dispiacermene. Essendo il tempo galantuomo ed avendo questa
amministrazione buone gambe, credo che non si possa non
superarla. La sensazione che rimane e' un po' quella di una gran
voglia di attaccarci da tutte le parti, ma non bisogna cascare
in questo vittimismo. E' bene respingere questa tentazione'', ha
detto il sindaco di Genova Marta Vincenzi commentando la bufera
giudiziaria che si e' abbattuta sul Comune.
Spiegando di essere in procinto di andare ad inaugurare la
mostra della Maddalena Penitente Vincenzi ha fatto una battuta,
dicendo di sentirsi un po' come lei ed ha aggiunto: ''Del
cambiamento inteso come riacquisizione da parte del Comune di
una forte credibilita' ho fatto una bandiera. Non perche' io
creda di essere piu' trasparente di altri, ma perche oggi, in
questo Paese in crisi dove tutti questi elementi riconducono
alla pochezza e alla debolezza della politica, o l'accento e'
posto sulla trasparenza, o rischiamo ricadute pesanti sui
modelli di democrazia. Vista l'impostazione, ho necessita' di
uscire al piu' presto da questa ambiguita''.
''Sono preoccupata di quello che sta accadendo - ha concluso
- perche' mi sfugge il senso. Non lo capisco''.
Forse questo episodio l'ha spinta a diventare l'alfiere della laicità e cercare dei meriti facili, facili....Basta vedere come ne è entusiasta l'Annunziata sulla Stampa. Saluti, Eufemia

Anonimo ha detto...

L'Annunziata.......... figuriamoci!

Cosa ci sarebbe da essere tanto entusiasti? Vorrei capirlo.......

Anonimo ha detto...

Paradossalmente, ho invece trovato "assolutizzante" il passaggio con la citazione di Bonhoffer, relativista, ma fatta come se si reputasse "vera". Ma tale citazione, che di stile squisitamente "scolastico" (oltre che della serie "teologia in pillole) , è stata inelegante, dato che lei sapeva perfettamente di trovarsi di fronte uno dei più grandi teologi contemporanei. Forse voleva mandare a Papa Benedetto questo messaggio: "Anch'io conosco la teologia quanto e forse più di te". In ogni caso, parlando a nome dell'intera città di Genova, poteva francamente fare a meno di "mettersi in cattedra" propugnando una scuola di pensiero, per di più teologica, che molti cittadini non condividono o non conoscono proprio.

Anonimo ha detto...

Non ho rintracciato le pagine da cui il Sindaco ha preso le citazioni di Bonhoeffer. Ci saranno, ma Bonhoeffer ha un ben strano destino: è il teologo più citato a prescindere dal riferimento alle fonti. Ci sono in giro, attribuite a Bonhoeffer, cose incredibili e contradditorie.
Di sicuro non è stato un relativista etico, non ha nemmeno teorizzato il "cristiano adulto" (semmai il "mondo maggiorenne"), ha proposto come orizzonte agli uomini ed ai cristiani l'evangelico "diventare come bambini": "Questa è la nuova creazione dell'uomo nuovo del futuro, che già qui si fa evento nella fede e che laggiù in prospettiva è compiuta; uomo che non guarda più a se stesso ma, distolto lo sguardo da sé, soltanto alla rivelazione di Dio, a Cristo; e partorito dalla angustia del mondo agli spazi del cielo, diviene ciò che era o che invece non fu mai, una creatura di Dio, un bambino".
Sono le parole conclusive di Atto ed essere, ed. Queriniana 1993, p.149.
Adriano

Anonimo ha detto...

Fantastico quando il Papa non accetta le provocazioni. Voleva la sindachessa fare vedere che anche lei appartiene alla "Sapienza"? o voleva far vedere che non faceva parte della carnevalata che si è svolta un pochino più in avanti nella periferia?
Chissà perchè hanno precisato che è laureata in filosofia per evitare che qualcuno le potesse dire che ha aperto il libro giusto alla pagina sbagliata? Beh anche quel medico che ha ucciso mio fratello e molti altri è laureato in medicina.

Anonimo ha detto...

Se effettivamente Papa Benedetto ha sorriso in risposta alla lezioncina di teologia impartitagli dalla sindachessa, ad un tratto tutto mi è più chiaro su questo Suo sorriso. Ricordo infatti, di aver letto tempo fa una testimonianza (forse di Cossiga?) sul fatto che Joseph Ratzinger è tra l'altro persona dotata di senso dell'umorismo. Eh Eh! Ma certo la sindachessa pensava di impressionare l'interlocutore con la sua erudizione, quindi neanche l'ha sfiorata l'idea che le sue esternazioni al cospetto di un "gigante" della teologia come Papa Benedetto potessero semplicemente ed unicamente far sorridere di compassione per le umane debolezze e velleità.

Anonimo ha detto...

ma credete davvero che il Papa preferisca trovarsi di fronte opportunisti baciapile e non sia in grado di distinguere tra un discorso "anti" ma sincero e uno "filo"pieno di falsità?
Dove ha sbagliato la Sig. Vincenzi secondo me, non è nel discorso (tanto il Papa lo sa come la pensa, anche se non lo dice in sua presenza) ma nel'accogliere con nonchalance, come nulla fosse, la stessa persona contro la quale aveva autorizzato un offensivissimo corteo il giorno prima . Non si può tutte le volte che si ospita qualcuno in casa propria, accogliere in cotemporanea chi gli è nemico. Deve esserci un tempo per l'accoglienza e uno per il dissenso, e non dovrebbero coincidere. Da qualche parte ho letto che ha presenziato lei stessa a parte di queste manifestazioni antipapali. Nessuno le vieta di farlo, se lo ritiene, ma questo è in netto contrasto con l'accoglienza del giorno dopo. Non necessariamente il fatto che il Papa sia in città sta a significare che chi lo contesta il giorno prima debba accoglierlo il giorno dopo.
Comunque, certo che tra i tanti privilegi di voi cattolici, da vostro simpatizzante, devo dire che c'è da riconoscervi anche quello alle offese gratuite

Anonimo ha detto...

Non ho compreso, che significa l'espressione "privilegio alle offese"?

Anonimo ha detto...

Caro passante sulle offese gratuite avrei qualche dubbio a meno che tu non sia di quelli che a Genova hanno espresso il loro dissenso da come si è visto. Forse quella è libertà di opinione la nostra invece fa parte degli insulti....mah, il buon Kant sosteneva che bene e male non si devono classificare perchè è insito nell'uomo fare questa distinzione (cito a memoria) forse ai suoi tempi era vero ma oggi siamo al paradossale e va a finire che le bestemmie e gli insulti del peggior portuale ignorante diventano opinioni libere, far notare sottilmente certe cose si chiamano insulti. Vabbè mi aggiornerò

Anonimo ha detto...

Caro Don Marco, mi ha riportato alla memoria la frase "il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me", ed è incredibile come solo adesso (dopo un pò di frequentazione dei testi di Papa Benedetto) riesca ad afferrarne pienamente il senso, e comprendo che per l'uomo è giusto inseguire l'Assoluto, che l'uomo è realmente "capace di Dio". Buona giornata

Anonimo ha detto...

il privilegio alle offese gratuite cui mi riferivo era quello alle offese nei vostri confronti, e nei confronti di Papa Ratzinger in particolare. Alludevo a "privilegio" in senso ironico, naturalmente, visto che siete l'unica delle confessioni religiose nei confronti della quale in Italia si tollerano questo genere di attenzioni senza interrogazioni parlamentari e discettazioni nei talk show o proteste di stati esteri

Anonimo ha detto...

Grazie a te per il chiarimento. In altra voce del blog Raffaella lancia giustamente questo allarme alle "sedi competenti", speriamo non rimanga inascoltato.

brustef1 ha detto...

E pensare che questo fior di sindaca voleva baciare il papa! O forse morderlo sul collo?

Anonimo ha detto...

Forse più baciarlo.......... si come GIUDA!

gemma ha detto...

scusate l'ingenuità ma...è obbligatorio che il sindaco di una città sia presente quando vi arriva il Papa?
La presenza della Sindaca mi è parsa onestamente troppo stonata e col suo assenso partecipato alle manifestazioni del giorno prima , una visita pastorale è stata trasformata in evento di rivendicazione politica. E' singolare che il giorno prima dell'arrivo di un capo di stato estero, se proprio proprio si ritiene di non riconoscergli autorità morale, gli si organizzi contro una manifestazione con slogan offensivi col patrocinio dell'amministrazione locale. Poi, si puliscono in fretta e furia i muri, ci si rifà velocemente il look, e ci si presenta al Papa per dargli ripetutamente il benvenuto (se mai non fosse bastato una volta sola), come nulla fosse.
La Signora Vincenzi può fare ciò che vuole, politicamente parlando e della sua città, visto che i Genovesi evidentemente sono d'accordo (non lasciamoci illudere dalle persone presenti in piazza..a tutt'oggi nessuno mi pare particolarmente rammaricato per quanto accaduto da quelle parti, se non quelli che prevedevano maggiore affluenza al pride laico), ma stia alla larga dal Papa. Meglio l'avrei vista a presenziare al rito di Farinella, visto che probabilmente tra i due c'è più affinità, e dal Papa avrebbe potuto pur sempre mandare un qualche vice.. tanto, noi non ci offendiamo, come dimostrano i fatti. Anzi, in qualche blog cattolico c'è pure qualcuno che insinua che forse forse "Ratzinger se le cerca". Quasi quasi la colpa è sua se viene contestato, che "non sa parlare al mondo", a differenza degli ultimi predecessori, come se quelli che scrivono sui muri rappresentassero il mondo. Forse non è ben chiaro ciò che realmente i contestatori di Genova intendono per apertura al mondo.

euge ha detto...

Per gemma: in effetti ciò che dici è vero però scusami ci sono delle cose su cui non sono d'accordo........ tu dici che non dobbiamo illuderci per la presenza massiccia ed è provato dalle immagini, della gente in piazza...... benissimo rispetto la tua opinione ma a questo punto mi viene da pensare che o tutti erano lì per prendersi la pioggia o erano lì perchè liberamente costretti dalle parrocchie oppure erano lì, perchè incapaci di intendere e di volere, si sono fatti trascinare da quattro o cinque cattolici che li hanno liberamente costretti a seguire tutta la celebrazione.
E i ragazzi in piazza Matteotti???????? tutti con le menti intruppate anche loro???????? Beh non credo!
Che certi siti cattolici dicano sempre le stesse laconiche cose ormai è storia di tutti i giorni; però chissà perchè questa persona che se le cerca e che non sa parlare al mondo, poi è capace di radunare gente anche nei posti più ostici alla chiesa ed ai suoi insegnamenti.
Le scuse???????? scusami gemma, ma, le scuse che intendiamo tutti noi, non devono venire certo dalle persone in piazza della Vittoria o dai ragazzi riuniti a piazza Matteotti ma, da coloro che come hai detto tu a proposito del sindaco possono fare politicamente nella loro città quello che vogliono. Io dico fino ad un certo punto....... Certe figure istituzionali, dovrebbero astenersi dal partecipare a certe manifestazioni che di civile non hanno nulla.
Concludo dicendo che Genova alla faccia del suo amministratore anzi pardon amministratrice, abbia dato dimostrazione che non tutti hanno i paraocchi dell'ideologia e per una sindachessa double face, per una manifestazione incivile e per un Farinella che forse ha fatto da solo il suo concerto, c'è stata una risposta calorosa e sincera attorno al Pontefice.
Se mi consenti tutta la spazzatura alzata da quattro scalmanati ammalati di ideologia, va è il caso di dirlo, a farsi benedire!!!!!!!

gemma ha detto...

non mi si metta in bocca cose che non ho detto per piacere. La gente a Genova nelle piazze c'era eccome! Non è dato però sapere se fossero tutti genovesi o in parte provenienti da zone vicine. Personalmente, non ho visto scuse della "città" al Papa per quanto accaduto il giorno prima, nè da parte dell'amministrtazione nè da parte di un qualunque comitato cittadino. Anzi, ci si vanta che è andato tutto bene. Dalle foto su Repubblica online a me non pare e da parte genovese forse sarebbe bene che qualcuno lo facesse presente alla sua sindachessa. Ed è questo che è mancato secondo me, non la gente in piazza

Anonimo ha detto...

Beh adesso sta a vedere che il flop l'ha fatto il Papa!!!!!!!! Poi non si può fare la conta di quanti erano espressamente di Genova e quanti no: Comunque, essendo la liguria una regione ostica alla chiesa, direi che da qualunque punto di vista si veda la situazione, la risposta è stata ottima. Poi, se vogliamo vederla nera a tutti costi beh questa è un'altra storia ed ognuno è padrone di dare e di espimere la propria opinione.ù
Riguardo alle scuse non ci sono state neanche a Roma dopo l'affare sapienza quindi...........
Brunetto Latini

gemma ha detto...

in nessuno dei miei post Euge e signor Latini ho parlato di flop per il Papa. Le offese alla sua persona e a Chi rappresenta però ci sono state e la mia critica era tutta alla Sindaca, quella che nelle interviste si vanta che per la sua amministrazione è andato tutto bene (quel mio "ci si vanta che è andato tutto bene" era riferito a lei e non a chi ha gioito per l'accoglienza al Papa). L'ipotesi che in piazza non ci fossero solo genovesi, dal mio punto di vista, non è certo un demerito per il Papa. Mi pare che chi parte da lontano, affrontando pioggia e disagi dimostri affetto ancora maggiore nei suoi confronti. Non credo sia uno sminuire l'accoglienza al Papa (che c'è stata, anche più delle aspettative) se però dico, come penso, che da parte genovese mi sarei aspettata qualche condanna in più sulle offese a Dio del giorno prima e su certi black out visivi della Sindaca (che non ha visto nemmeno una scritta offensiva, beata lei!). Ma, d'altronde, come dite voi, è andata allo stesso modo anche a Roma, come se i cattolici ormai avessero il callo ad entrambe le guance e alle bestemmie non ci facessero più caso