9 maggio 2008

Il Nunzio Apostolico in Australia: il Papa porterà speranza (Zenit)


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Il Nunzio Apostolico in Australia: il Papa porterà speranza

Fervono i preparativi della Giornata Mondiale della Gioventù

di Catherine Smibert

SYDNEY (Australia), venerdì, 8 maggio 2008 (ZENIT.org).

La Giornata Mondiale della Gioventù sarà un'opportunità per dare all'Australia un motivo di speranza, ha affermato il Nunzio Apostolico nel Paese.

L'Arcivescovo Giuseppe Lazzarotto, nominato a dicembre, ha detto a ZENIT di essere molto emozionato per il fatto di essere divenuto Nunzio pochi mesi prima della GMG, che si svolgerà dal 15 al 20 luglio.

“Il fatto che la Giornata Mondiale della Gioventù sia così imminente unisce valore e interesse all'inizio della mia missione qui”, ha confessato. “Fin dal mio arrivo, ho potuto stabilire contatti stretti e diretti con molte persone impegnate attivamente nella preparazione di questo evento significativo – un'occasione a cui tutti guardiamo con grande attesa e speranza”.

Nella plenaria della Conferenza Episcopale Australiana, che si è conclusa a Sydney questo giovedì, il Nunzio si è detto fiducioso dell'effetto che avrà l'evento sulla Nazione e su tutti i partecipanti e ha rivelato di aver raccolto “testimonianze toccanti sul viaggio della Croce e dell'icona nelle Diocesi del Paese”, che ha suscitato “un'atmosfera intensamente spirituale”.

Il presule ha anche sottolineato che si tratta di un'atmosfera aperta a tutti, non solo ai giovani cattolici.

Nutro la speranza, che so essere largamente condivisa, che la Giornata Mondiale della Gioventù e la visita di Papa Benedetto XVI siano occasioni per far sì che la Nazione riscopra un motivo di speranza, la gioia di essere cristiana e il coraggio di testimoniare la fede al mondo di oggi, come il Santo Padre stesso ci esorta instancabilmente a fare”, ha osservato.

Anche per i non credenti – ha aggiunto –, può rappresentare un'opportunità fondamentale per promuovere una riflessione più profonda sul ruolo della religione nella società moderna”.

Interpellato sul livello di secolarizzazione nella cultura australiana, il presule – che ha 37 anni di esperienza diplomatica alle spalle – ha affermato che “il secolarismo è un problema comune condiviso da molti Paesi” e “in Australia non sembra più acuto che altrove”.

“E' un fenomeno che si presenta in ciascun Paese in modo diverso, ha molte facce e deve essere analizzato e compreso”, ha commentato.

Il Nunzio, nato a Carpane (Vicenza) nel 1942 e ordinato sacerdote il 1° aprile 1967, ha quindi fatto un paragone con la recente visita del Papa negli Stati Uniti e all'ONU, dove, afferma, “abbiamo visto la proposta di approfondire questo tipo di riflessione – soprattutto quando ha parlato del fatto che anche in un mondo tecnicamente avanzato 'una visione della vita saldamente ancorata alla dimensione religiosa' è la risposta migliore alle 'aspirazioni di persone, comunità e popoli interi'”.

Secondo l'Arcivescovo, ciò che il Papa ha detto ai Vescovi americani, cioè che “il secolarismo sfida la Chiesa a riaffermare e a perseguire più attivamente la sua missione nel mondo”, vale anche per l'Australia.

Non spetta a lui, ha sottolineato, anticipare le parole del Pontefice, ma crede che si tratterà di un messaggio per tutti.

“Dopo le due visite di Giovanni Paolo II, l'Australia dà ora il benvenuto a Benedetto XVI a braccia aperte”, ha detto. “Anche se questa volta la visita è motivata dal suo desiderio di incontrare i giovani per la Giornata Mondiale della Gioventù, sono certo che i pensieri del Santo Padre vanno al di là e sono diretti a tutte le persone di buona volontà in questo vasto Paese”.

L'Arcivescovo Lazzarotto sembra essersi adattato bene alla cultura australiana e ritiene che questo sia dovuto anche al fatto che è stato per sette anni Nunzio Apostolico in Irlanda.

Sicuramente il periodo che ho trascorso in Irlanda, appena prima di venire qui, mi aiuterà a capire meglio la Chiesa australiana, che ai suoi inizi è stata caratterizzata da un forte legame con quella irlandese”, ha affermato.

Grazie al suo servizio diplomatico in Zambia, Malawi, Cuba, a Gerusalemme e al Segretariato di Stato vaticano, il rappresentante pontificio si sente ben preparato per inserirsi nella multietnica cultura australiana.
Il presule ha anche confessato a ZENIT un altro motivo per il quale è stato particolarmente felice della nomina da parte di Benedetto XVI: “Ho avuto finalmente la possibilità di incontrare alcuni membri della mia famiglia immigrati qui dall'Italia nel secolo scorso”.
Anche se non avesse dei familiari in Australia, ad ogni modo, l'Arcivescovo Lazzarotto si sentirebbe a casa.
“A rischio di dire una cosa che sembra un cliché, qui mi sento a casa – è ciò che sento veramente”, ha detto. “Ovunque sia andato in queste prime settimane qui, sono stato accolto con grande cordialità e amicizia, e questi sentimenti mi aiuteranno senz'altro nella fase iniziale della mia missione”.

[Traduzione dall'inglese di Roberta Sciamplicotti]

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