8 maggio 2008

Card. Maradiaga: "Io papabile? Solo una cattiva speculazione" (Intervista "sconcertante" di Tornielli)


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«Io papabile? Solo una cattiva speculazione»

di Andrea Tornielli

In Francia ha appena pubblicato un libro-intervista, «De la difficulté d’évoquer Dieu dans un monde qui pense ne pas en avoir besoin», considerato dai più autorevoli quotidiani d’Oltralpe come un’autocandidatura al papato e associato ad allarmanti quanto infondate voci sulla salute di Benedetto XVI. Oscar Rodriguez Maradiaga, 65 anni, arcivescovo di Tegucigalpa, in Honduras, presidente di Caritas internazionale, è un salesiano abituato a parlare con franchezza. In questa intervista al Giornale lamenta la poca presenza della Chiesa latinoamericana a Roma, chiede maggiore collegialità nella nomina dei vescovi, ma smentisce di considerarsi «papabile» spiegando che le sue parole – rilanciate oggi in chiave anti-Ratzinger – erano in realtà datate 2004, cioè alla fine del pontificato wojtyliano.

Il libro è stato letto come un’autocandidatura. Si sente «papabile»?

«È un’interpretazione sbagliata. Il libro contiene interviste concesse in tempi diversi. Ho acconsentito che si pubblicassero pensando di fare del bene a qualche lettore distante dalla Chiesa. In nessun momento mi sono sentito papabile. Ho molto da fare nel mio amato Honduras, non ho mai pensato a un’autocandidatura. Chi lo crede fa cattivi pensieri».

Lei sostiene che sarebbe il momento di un Papa dell’America Latina o del Terzo Mondo. Conferma?

«Le mie erano affermazioni del 2004. Certamente arriverà il giorno di un Papa venuto dal Sud, così come ce n’è stato uno venuto dall’Est. I Paesi sviluppati non sanno veramente che cosa sia la povertà. Non si tratta di cifre e di numeri, ma di persone che soffrono».

Lei afferma che l’America Latina è poco rappresentata nella Curia romana e critica il fatto che tutta l’attenzione della Chiesa sia oggi puntata sul rapporto con l’islam. Perché?

«Non si tratta di un pensiero solo mio. È condiviso da moltissimi pastori che vivono nel nostro Continente. C’è l’Annuario Pontificio per constatare quale sia la presenza dell’America Latina a Roma.
Per quanto riguarda l’islam, in America Latina non è quasi presente...».

La Chiesa cattolica, a suo avviso, è troppo «europea»?

«Questa affermazione non corrisponde al mio modo di pensare. La Chiesa è cattolica proprio perché è universale. Però, in molti aspetti, l’organizzazione centrale della Chiesa pensa e guarda al mondo soltanto con occhi europei».

Nel libro lei parla di «nuove regole per governare e per eleggere i vescovi». Quali nuove regole vorrebbe?

«Il giornalista che mi ha intervistato in qualche caso non ha compreso bene il mio pensiero. Non ho parlato di nuove regole, ma piuttosto di una maggiore partecipazione delle conferenze episcopali nelle nomine dei vescovi. A volte i membri della Congregazione vaticana dei vescovi non conoscono la realtà dei diversi continenti. È un discorso lungo, che non si può riassumere in un’intervista, però in diverse parti del mondo ho avvertito che c’è il desiderio di una maggiore partecipazione».

Certe parole del libro, a soli tre anni dall’elezione di Benedetto XVI, sono sembrate riaprire la discussione sul futuro conclave. Non lo crede prematuro?

«Le ripeto che sono frasi che ho detto nel 2004. Credo che sia facile manipolare le parole quando l’intervistato sta oltreoceano e non può chiarire. Perciò le sono grato di questa opportunità. Io sono molto felice per il magistero e la guida di Benedetto XVI, non penso affatto a un futuro conclave. Nella nostra America Latina abbiamo tanto lavoro da compiere per l’evangelizzazione, non c’è tempo per certe speculazioni. Chi specula, non ci conosce. E a volte si tratta di persone che non hanno di meglio da fare».

Come giudica i viaggi del Papa in Brasile nel 2007 e quello recente negli Usa?

«Entrambi hanno avuto un buon esito. In Brasile il Papa è stato un grande animatore della conferenza del Celam di Aparecida, e negli Stati Uniti non sarebbe potuto andare meglio. Noi siamo molto contenti, le sue parole hanno sanato ferite e hanno fortificato la Chiesa. Ora aspettiamo con gioia la Giornata mondiale della Gioventù a Sidney».

© Copyright Il Giornale, 8 maggio 2008 consultabile online anche qui.

Si', una pessima speculazione ma, cara Eminenza, occorrerebbe evitare di alimentare le speculazioni e le dietrologie.
Non pensa?
Il fatto che il libro-intervista sia datato e riferibile al Papato di Giovanni Paolo II non diminuisce il peso di certe affermazioni che potrebbero essere lette in chiave antipapale visto che, guarda caso, nel 2005 e' stato eletto un Papa europeo.
Quando c'e' un Pontefice felicemente regnante, caro cardinale Maradiaga, e' un po' scorretto criticare il suo operato (curia troppo europea, occhi europei, paesi sviluppati che non conoscono la poverta'...).
E questo vale oggi per Benedetto XVI come valeva ieri (nel 2004) per Papa Wojtyla.
Come dovremmo leggere queste Sue affermazioni?
Francamente sono un po' sconcertata...
La lotta alla poverta' e' uno dei compiti primari della Chiesa, ma non e' l'unico, visto che essa non e' un ente benefico.
Oggi abbiamo bisogno di tornare all'Abc della fede perche' parlare delle grandi sfide economiche ha poco senso quando i fedeli (soprattutto in Europa) faticano a distinguere i Re Magi dalla Befana.
Complimenti a Tornielli per l'intervista :-)

R.

20 commenti:

Luisa ha detto...

Come la spiegazione di Yannou mi era sembrata un rammendo peggiore delle strappo, così questa rettificazione di Maradiaga mi lascia molto,ma molto perpelessa!
Mardiaga non poteva ignorare l`uso che sarebbe stato fatto dalle sue parole pronunciate nel 2004..e già allora erano fuori luogo e ineleganti....frasi che non potevano che porgere il fianco a speculazioni e interpretazioni ,cosa che Yannou si è precipitato a fare!
Non dimentichiamo siamo in Francia!
Le sue dichiarazioni che oggi nel 2007 confermano le sue precedenti lamentele , con le critiche alla Curia non abbastanza sud-americana, non abbastanza girata verso la realtà dei poveri del Sud America, troppo girata verso l`Islam che non esiste da loro...la sua certezza di un futuro Papa sud americano, il suo volere dare ancora maggiore potere alle conferente episcopali.....mi fanno dire che quelle frasi del suo libro non sono state messe per caso, che il cardinale assuma la resaponsabilità delle sue scelte, nessuno lo ha obbligato a riprendere quelle interviste!
Se lo ha fatto è perchè considera che sono ancora attuali!

Anonimo ha detto...

Eh, care ragazze! Un bel tacer non fu mai scritto.
Buona giornata a tutte.
Alessia

Anonimo ha detto...

Buon giorno a voi, ancora con questa equazione-luogo comune. Papa latino americano uguale maggior peso all'America Latina e maggiore attenzione alla povertà colà diffusa. Il mondo è pieno di esempi che non vanno certo in questa direzione, uomini politici e papi ai quali all'inizio è stata subito messa un'"etichetta", poi hanno riservato delle sorprese! Comunque, a mio modesto avviso, all'attualità credo sia particolarmente rilevante per la Chiesa cattolica il recupero dell'identità e dell'autenticità dei valori fondanti, ultimamente un pò "appannati". Tale recupero mi pare essenziale per realizzare con pienezza la missione di carità secondo l'insegnamento di Cristo. Comunque sia, nell'aprile 2005 i cardinali guidati dallo Spirito Santo mica non potevano proprio sbagliare, no? Carla

Luisa ha detto...

Libro letto….e ne esco confusa o al contrario forse troppo sicura di quello che ho letto.
Confermo che Yannou si è servito delle parole del cardinale ad uso e consumo delle sue idee sul Papa stanco…
MA…
questa strumentalizzazione era cosa facile, e se non fosse la prima parte dell`articolo sui rumori riguardanti la salute del Papa, il seguito dell`articolo…avrei potuto scriverlo pure io…mi spiego.
A nessun momento, contrariamente a quello che dice il cardinale, si deduce che quella sarebbe un`intervista datata del 2004.
Alla domanda del giornalista : ” negli anni a venire, lei rivendica l`urgenza di un papa del sud,un papa del terzo mondo”,
Mariadaga risponde parlando di Benedetto XVI e della sua elezione che ha confirmato che un papa può venire da qualsiasi parte ( e non solo dall`Italia) e continua affermando che una cosa è parlare della povertà e un`altra viverla e che dunque un papa dotato di questa esperienza avrebbe la facoltà di dialogo per pesare sulle negoziazioni Nord-sud…lo dice dopo avere parlato di Benedetto XVI dunque già eletto….non prima.. non nel 2004….in seguito parla del conclave e confida che l`elezione di un papa proveniente dall`America del sud era negli spiriti ( ma non nello Spirito Santo…questo lo dico io…) e in seguito parla della sua condizione di papabile e dice che per il momento sta bene dove è dice rifiutare che questa idea venga inquinare il suo spirito…e queste frasi si situano dopo aver parlato dell`ultimo conclave non nel 2004!
Dunque sembrerebbe proprio che queste frasi sono state pronunciate dopo l`elezione di Papa Benedetto in tempi recenti.
Del resto ecco il profilo che da subito dopo del nuovo papa: ” un uomo del XXI secolo, umano, pieno di Dio e di cultura”…il giornalista gli dice: “è già il caso con Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedeto XVI….ed ecco Maradiaga partire su Benedetto XVI, che non è un grande comunicatore (parole sue), che mette la sua vita al servizio della dottrina….ma che non avrebbe un linguaggio adatto ai media…bisogna secondo Maradiaga padroneggiare questa semantica se si vuole portare i valori del Vangelo al mondo ….e quando il giornalista gli chiede: ” insomma il papa del XXI secolo sarebbe per lei una miscela fra Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI originario di un Paese del terzo mondo…Maradiaga risponde sorridendo…” se vuole…” e continua dicendo che il papa del XXI secolo non deve essere un pezzo da museo o di archeologia sacra…
Potrei anche parlare delle diverse critiche al Vaticano…ma mi sembra che quello che ho detto sia sufficiente per lasciarmi molto perplessa ,lo ripeto niente nel libro può far credere che queste dichiarazioni siano state fatte nel 2004, il libro è un`intervista fatta da Eric Valmir, giornalista francese corrispondente a Roma di Radio France.
Mi dispiace doverlo dire, ma chiudendo quel libro, resto sull`impressione di un libro propaganda personale di stile elettorale molto spiacevole.

Raffaella ha detto...

Grazie, Luisa, per tutte le informazioni che ci dai avendo potuto leggere il libro in lingua originale.
Pessima impressione.
Mi urta profondamente questo passaggio:

"...ed ecco Maradiaga partire su Benedetto XVI, che non è un grande comunicatore (parole sue), che mette la sua vita al servizio della dottrina…ma che non avrebbe un linguaggio adatto ai media…bisogna secondo Maradiaga padroneggiare questa semantica se si vuole portare i valori del Vangelo al mondo".

Che significa linguaggio adatto ai media?
Uniformarsi alla mentalita' di questo secolo?
Benedetto XVI non e' un grande comunicatore? Lui?
Sicuro, caro cardinale?
Benedetto e' chiarissimo, cristallino, mai ammiccante nei confronti dei giornalisti.
Chi puo' dire lo stesso?
Pessima, pessima, impressione...
R.

Anonimo ha detto...

se questa persona entrerà in futuro nell'appartamento del mio papa io uscirò dalla chiesa cattolica.
pietro non può essere ambizioso.

mariateresa ha detto...

Beh, io il libro non l'ho letto come Luisa, ma mi fido della sua impressione e dei suoi esempi.
Noto che a voler prendere per buona la versione del Cardinale, allora anche lui non avrebbe un linguaggio così adatto ai media, visto che ne hanno fatto, lui dice, una speculazione spiacevole....Quindi nemmeno lui ha la semantica giusta.
Ma, lasciamo stare, sembra che si siano incontrate due intenzioni, quella del giornalista che voleva portare acqua al suo mulino e quella del cardinale che voleva sottolineare alcuni punti che a lui stanno a cuore. Il risultato non può definirsi una libidine per noi. Non sono nemmeno argomenti nuovissimi quelli di Maradiaga da parte dell'episcopato latino-americano.
Penso che tutto questo casino abbia giovato al lancio del libro, ma non abbia giovato a Maradiaga che vedo che si affanna a spiegare.
Non sarebbe meglio pensare prima di parlare? Che, a volte, non c'è semantica che tenga (e noi lo sappiamo bene con papa Benedetto)e si innescano dei brutti pasticci.
Cotoletta, non arrabbiarti, alla fine ogni cardinale è pur sempre un uomo, con i suoi pregi e con i suoi difetti...mi permetto di dirtelo perchè adesso a me la rabbia è passata.
Che pazienza, ragazze....

Anonimo ha detto...

Difficile farsi una buona opinione del card. Maradiaga, dopo aver letto quanto riferisce Luisa. Brutti difetti ambizione e presunzione e il card. Maradiaga ne possiede in dosi massicce. In compenso è a zero quando a umiltà. Per non parlare dello scarso rispetto che dimostra nei confronti del nostro Papa e che gli fa prendere cantonate incredibili. Poi la sua risposta quando il giornalista gli chiede: ” insomma il papa del XXI secolo sarebbe per lei una miscela fra Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI originario di un Paese del terzo mondo…Maradiaga risponde sorridendo…” se vuole…” e continua dicendo che il papa del XXI secolo non deve essere un pezzo da museo o di archeologia sacra…
Confidiamo nello Spirito Santo.
Alessia (molto triste!)

mariateresa ha detto...

sembra che sia tutto a posto.
Solo voglio dire che la capacità di usare la semantica giusta con i media sembra essere carente anche nel Cardinale Maradiaga, a tenere per buona la sua versione,cioè che i media hanno fatto solo una cattiva speculazione....
Insomma , a volte, sarebbe meglio tacere.Sì, molto meglio...

Anonimo ha detto...

Grazie a Luisa ora abbiamo un quadro più completo della situazione. Anche secondo me le affermazioni su Papa Benedetto non si addicono ad un principe della Chiesa, e, nel contempo, nonostante il vincolo alla segretezza, fanno capire, anche se in modo un pò nebuloso, cosa può essere successo nel conclave del 2005 (grazie a Dio, conclave lampo, perchè da subito sarà emerso, evidentemente,che i latino americani non erano stati stati in grado di opporre alcuna candidatura neanche lontanamente contrapponibile, per livello e prestigio, a quella del Card. Ratzinger). Ciao

Luisa ha detto...

Cari amici, quello che ho letto l`ho purtroppo veramente letto e ho tradotto fedelmente.
Anche se per assurdo, veramente il giornalista fosse andato a cercare un`intervista del 2004 e l`avesse mischiata a quelle del 2006-2007, Maradiaga ha senza dubbio riletto il libro e dato il suo consenso perchè fosse pubblicato come lo è stato.
Il libro è chiaro, le opinioni di Mariadaga sul papa del XXI secolo non possono essere più chiare, nessuna confusione possibile....anzi si esce daquel libro con l`impressione molto sgradevole di una auto-candiadatura...in questo purtroppo il giornalista francese ha visto giusto,la sua domanda dunque che terminava il suo articolo non era fuori luogo....

E lasciatemi dirvi ancora una cosa...che differenza fra il libro-manifesto di Maradiaga e il libro" La mia vita" del cardinal Ratzinger !
Detto questo ho detto tutto!

Anonimo ha detto...

ma cosa sono questi settarismi pastorali? Il Papa non è forse pastore universale, di tutti? Il Papa dell'Est che risolve i problemi dell'Est, quello Europeo che risolve i problemi dell'Europa, quello latino americano che risolve i problemi dell'America del Sud...Speriamo non finisca mai il papato, almeno non prima di aver sistemato tutti.

euge ha detto...

Anch'io voglio ringraziare Tornielli per questa intervista. Ma, come in altre circostanze, il diavolo fa le pentole e non i coperchi!!!!! Queste dichiarazionei di Maradiaga non mi lasciano solo alquanto perplessa ma, personalmente le considero ne più e ne meno alla stessa stregua dei tentativi peraltro molto meschi, di rattoppare un guaio combinato forse per mania di protagonismo o forse soltanto, per il fatto che una speranza non si sia avverata. Quello che voglio dire e che forse il silenzio avrebbe fatto meno danni di queste dichiarazioni.
La cosa che mi sconcerta, è la considerazione ed il significato che si da alla figura del Pontefice. Quante volte abbiamo detto e ripetuto che il Papa è il Vicario di Cristo in terra?????? e allora mi domando come può il Vicario di Cristo avere a cuore i problemi di un popolo più che di un altro? Il Papa ed il suo magistero è per tutti indistintamente e mi meraviglia che ad alti livelli questa cosa non venga percepita; questo mi sembra veramente grave! Non posso accettare queste chiarificazioni di Maradiaga che non chiariscono proprio nulla anzi, secondo me non fanno altro che rendere sempre più evidente il collegamento tra il giornalista de Le Figarò e Maradiaga stesso!
No ! sicuramente non vorrei mai un Papa così!!!!!!!!!!!
Capite adesso perchè sono stata per più di venti anni lontana dalla chiesa e da tutto ciò che faceva parte di essa! Questi atteggiamenti ed insinuazioni sono assolutamente inaccettabili!
Eugenia

gemma ha detto...

non me la sento di esprimermi più di tanto, perchè non ho letto il libro, non conosco bene il cardinale in questione e non si può certamente giudicare un pastore da un libro o un'intervista, seppur maldestra. Presumo comunque che il Papa sia a consocenza già da tempo delle opinioni del cardinal Maradiaga, magari da lui espresse personalmente durante i loro incontri. Solo, la confusione tra i fedeli, la necessità di tutte queste rettifiche da parte sua, tanto tanto non ci sta nemmeno con eventuali sue doti di comunicatore. Che insistano così tanto sulla comunicazione dalle parti della stampa posso capirlo (è il loro pane quotidiano), ma da parte pastorale, mi lascia molto perplessa e mi sta stufando. O la Chiesa fa qualcosa per accordarsi su un messaggio unico da inviare, oppure fa la fine della politica, divisa in destra e sinistra, partiti, correnti e fazioni. E come per la politica, la gente non capisce e si allontana.
A mio parere, però, anche il rischio di ostentazione da parte di una Chiesa troppo ornamentale, sicuramente non aiuta alla divulgazione del messaggio evangelico, soprattutto laddove vivono i "bimbi col pancione" da denutrizione. E chi vuol portare Cristo nel mondo non può non tenerne conto

Luisa ha detto...

Mi permetto di riportare qui ciò che ho scritto da Tornielli:

Mi rendo conto di avere detto nel mio post precedente che il libro sul cardinale Mardiaga è il frutto di un`intervista, in realtà è il risultato di diversi incontri fra il giornalista francese e il cardinale avvenuti fra il luglio 2006 e dicembre 2007, in diversi luoghi, Tagucigalpa, Aparecida e Roma.
Dunque posteriori all`elezione di Benedetto XVI come appare chiaramente nel libro.
Anche, se per assurdo, e in maniera disonesta, veramente il giornalista fosse andato a cercare un`intervista del 2004 e l`avesse mischiata a quelle del 2006-2007, Maradiaga ha senza dubbio riletto il libro e dato il suo consenso perchè fosse pubblicato come lo è stato.
Il libro è chiaro, le opinioni di Mariadaga sul papa del XXI secolo non possono essere più chiare, le sue critiche al Vaticano pure, nessuna confusione possibile….anzi si esce da quel libro con l`impressione molto sgradevole di una auto-candidatura…in questo purtroppo il giornalista francese del Figaro ha visto giusto,la domanda dunque che terminava il suo articolo non era fuori luogo….
Comunque il cardinale che, dopo avere detto che Benedetto XVI è stato molto attaccato e aver proseguito dicendo che il cardinale Ratzinger non è mai stato un grande comunicatore…. anche se le sue omelie sono semplici precise e dense e quelle pronunciate durante la settimana santa dotate di una grande forza teologica (perchè le altre no?..) ,continua dicendo che non bisogna trascurare che il linguaggio odierno è quello dei media, che una semplice chiesa e delle campane per prevenire i fedeli non sono più sufficienti e che bisogna avere la padronanza del vocabolario mediatico e dei codici che lo regolano….dunque a me sembra e per concludere che il grande comunicatore, come vorrebbe profilarsi , in questo caso non ha fatto un uso pertinente e efficace del vocabolario mediatico così essenziale ai suoi occhi e che sembra prediligere!

gemma ha detto...

"che una semplice chiesa e delle campane per prevenire i fedeli non sono più sufficienti e che bisogna avere la padronanza del vocabolario mediatico e dei codici che lo regolano…."

che peccato...pensare che spesso i fedeli rimpiangono proprio quelle chiese con quei parroci semplici e senza vocabolario che riuscivano a richiamare col solo suono delle campane...
attenzione, care Eminenze del ventunesimo secolo, a non far la fine, ragionando in parallelo al linguaggio dei media, di quei poltici che tanto si sentivano vicini al popolo senza capire che da quelle parti bastava il dialetto e non serviva il linguaggio forbito del vocabolario.

Anonimo ha detto...

"chi di media ferisce, di media perisce!"
Mai fidarsi dei media, anche se si è loro "prediletti"...

Anonimo ha detto...

Buon giorno a voi. volevo fare un'altra riflessione.
Insomma, le conclusioni di Maadiaga, ripropongono il solito messaggio: è la Chiesa che si deve "adeguare" al mondo (tutto compreso, anche le correnti interne). Non riesco a credre che un Cardinale possa riproporre questo messaggio e questa linea pur alla luce dei suoi evidenti fallimenti (derive post conciliari, teologie della liberazione varie, attenuazione di autorità e prestigio della Chiesa, allontanamento dei fedeli, attenuazione del sentimento di identità cristiana, dittatura del relativismo, e qui mi fermo).

euge ha detto...

Vorrei ricordare al Cardinale Maradiaga, che proprio questa ansia di "adeguamento" della chiesa al mondo odierno, ha fatto scappare e non avvicinare tante persone. Caro Cardinale, gli insegnamenti della chiesa cattolica, per quanto ne sò e per quello che mi hanno insegnato, sono stati sempre gli stessi da mille anni. Vorrei capire questa anzia di adeguamento da dove scaturisce:
1) Le faccio presente, che la difesa della vita, della famiglia del matrimonio e quantaltro, sono sempre stati al centro degli insegnamenti della chiesa da sempre.
2) Se per adeguamento al mondo di oggi, intendiamo un discutibile adattamento della dottrina al nostro personale volere in modo da non commettere più neanche il ben che minimo sacrificio per il Signore che ci ha creati beh..... allora siamo davvero alla fine!
3) Se ci riferiamo alla liturgia, qui ci sarebbe da discutere giornate intere perchè gli abusi liturgici dopo il Concilio Vaticano II, sono stati innumerevoli e non si contano! Se vogliamo parlare ancora di liturgia, si può evincere dagli atti del Concilio, a proposito della tanto bistrattata celebrazione in latino, che la lingua ufficiale della chiesa è e continua ad essere proprio il latino e che la dispensa, definiamola così, è stata data alla lingua di origine per maggiore comprensione delle scritture.
4) Non può esistere a mio avviso un Papa, che si preoccupi di un solo paese magari quello suo di origine. Se non sbaglio, il Papa è il Vicario di Cristo in terra e come tale, non può avere preferenze per l'uno o l'altro pese del mondo. Il Papa annuncia e porta Gesù perchè questa è la sua missione, ad ogni popolo in ogni parte del mondo senza distinzione o favoritsimo di sorta. Non mi risulta e qui veniamo all'importanza del linguaggio mediatico, che Gesù Cristo facesse uso di " effetti speciali " per annunziare la Sua Parola e la venuta del Regno di DIO per cui, non vedo neanche nella missione del Papa, la necessità di stupire con effetti speciali oppure, servirsi di colorati e quanto meno improponibili scenari, per incontri o celebrazioni. Voglio sottolineare, che la mancata partecipazione a messe anche parrocchiali e celbrazioni, molto spesso è dovuta anche, al modo bizzarro e molto poco liturgico, di celebrare, da parte di parroci etc.
Se questi sono i canoni secondo cui la chiesa dovrebbe adeguarsi..... beh teneteveli pure!
Forse ci saranno argomenti più profondi su cui discutere come " i preti innamorati" che forse dimenticano quella frase di Gesù che ci esorta a lasciare tutto a prendere la nostra croce sulle spalle e seguirlo!!!!!!!!!
Quanti hanno dimenticato il profondo senso di queste parole!
Anche questo è un modo di aggiornarsi? E' questo che si intende per adeguamento al mondo in cui viviamo? Se fosse davvero così allora mi chiedo quanto Cristo rimarrebbe deluso se venisse ora sulla terra.

Anonimo ha detto...

Senza scomodare lo Spirito Santo si potrebbe ragionare in termini di geopolitica. Sembra che un italiano non sia nemmeno considerabile. E' vero che i latinos sono tanti, ma non molto ben preparati (Bergoglio, il migliore non se l'è sentita). E se vogliamo favorire il terzo mondo, Dias non sarebbe male....Comunque spero che la mossa di Maradiaga sia prematura e azzardata. Cordiali saluti, Eufemia