19 maggio 2008

Il trionfo del luogo comune: "L´abbraccio dei cinquantamila conquista il Papa tedesco". Ad ogni viaggio lo stesso "stupore"...


Vedi anche:

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Il Papa: "Troppi giovani sono già vecchi dentro" (Tornielli)

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LA DIRETTA TV SI ADDICE A JOSEPH (analisi di Dipollina)

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DISCORSI ED OMELIE DEL SANTO PADRE A GENOVA E SAVONA

VISITA PASTORALE DEL PAPA A GENOVA E SAVONA(17-18 MAGGIO 2008): LO SPECIALE DEL BLOG

Il racconto

L´abbraccio dei cinquantamila conquista il Papa tedesco

Nadia Campini e Wanda Valli

E le famiglie sotto la pioggia "sciolgono" Ratzinger

Il Papa incoraggia i genovesi: «Guardate al futuro con fiducia e cercato di costruirlo insieme - dice Benedetto XVI nell´omelia in piazza della Vittoria - evitando faziosità e particolarismi, anteponendo ai pur legittimi interessi particolari il bene comune». Sono solo due righe contenute in un discorso lungo e articolato, di alto livello teologico, ma in fondo è proprio in queste poche parole che sta il messaggio più profondo del Pontefice alla comunità ligure, messaggio che riprende anche le esortazioni dell´arcivescovo di Genova.
Solo la settimana scorsa, in un´intervista a "Repubblica", il cardinale Angelo Bagnasco aveva invitato la città a unire le sue forze e a «fare squadra» per superare le difficoltà e ieri, sul palco di piazza della Vittoria, ha offerto il suo saluto a Benedetto XVI, ricordandogli che la storia di Genova è ricca di carità e di attenzione ai poveri e ai deboli, generosa «anche quando, come in questo tempi, soffre delle difficoltà inerenti al lavoro, alla casa, al costo della vita».
A ascoltare, in prima fila, davanti all´enorme palco bianco, erano schierati tutti i rappresentanti delle istituzioni locali, e poi il ministro Claudio Scajola, l´ex presidente della Camera Pierferdinando Casini, la senatrice Roberta Pinotti, e il senatore Luigi Grillo, il sindaco Marta Vincenzi, il presidente della Regione Claudio Burlando, il vice Massimiliano Costa, gli assessori G. B. Pittaluga, Paolo Veardo, il presidente della Provincia, Repetto. E si è rivisto, tra gli altri, il marchese Giacomo Cattaneo Adorno, rientrato in Italia da poco grazie all´indulto. La pioggia, che per quasi tutto il giorno ha seguito la visita del Papa, solo all´inizio della messa grazia i fedeli e permette a papa Benedetto XVI di salutare Genova sotto un raggio di sole. Il Pontefice si allontana, mentre la città riprende a poco a poco i ritmi normali. In via XX Settembre, ancora chiusa alle auto, una ragazza approfitta della strada vuota e dei raggi ritrovati del sole, per fare un giro in bici; intorno si rianima la fontana di piazza De Ferrari, quando Benedetto XVI ha già lasciato Genova e la Liguria, dall´aeroporto.

Lo ha salutato, in piazza della Vittoria, una folla di cinquantamila persone, senza distinzione tra immigrati e genovesi, tra malati e sacerdoti, tra giovani e famiglie. È alle famiglie che si presentano a omaggiarlo che il Papa dedica un saluto affettuoso e regala il rosario. Come a due bimbi che si tengono per mano o ai due adolescenti che vengono subito dopo di loro davanti al suo soglio. Per papa Ratzinger che se ne va da Genova, forse sarà questo il ricordo più caro, l´incontro con le famiglie e con i giovani soprattutto. Lui, così parco di sé e di gesti spontanei, sembra divertito, a fine mattinata in piazza Matteotti, che ha scelto proprio per incontrare i ragazzi; divertito dalla pioggia di grossi coriandoli colorati che viene giù dal cielo. I ragazzi sono contenti, hanno cantato per lui, lo hanno ammirato. Senza riserve, senza badare al carattere. Tornano a casa a piedi sotto l´acqua e si raccontano quel Papa che hanno incontrato, che, per loro, è un punto di riferimento importante. Come per i giovani sacerdoti e le religiose a cui il Pontefice riserva l´incontro nella cattedrale di San Lorenzo a mezzogiorno. Con loro, che hanno scelto la vita spirituale, parla di fede come sa fare un dotto teologo qual è lui. Poi la colazione con i vescovi della Liguria, con il cardinal Bagnasco e il segretario di Stato, Tarcisio Bertone, ex cardinale arcivescovo della città, che ha mantenuto fede alla sua promessa: «Farò venire il papa a Genova». Due personalità opposte, il Cardinale e il Pontefice: tanto riservato Benedetto XVI quanto cordiale e diplomatico il segretario di Stato, che a Genova si trasformò, perfino, in commentatore di una gara di calcio. La mattina, dopo essere sceso dal santuario della Guardia, che aveva scelto per dormire, papa Benedetto XVI la dedica ai bambini del "Gaslini".
Li va a visitare nei reparti di degenza a bordo della papamobile, li saluta nell´atrio, dove ascolta le parole di Pietro, nove anni, siciliano: «Santo Padre, fammi uscire presto, sono un po´ stufo delle cure».
Ai «carissimi bambini» il Papa offre il suo bene. A Marta Vincenzi, il sindaco della città che lo saluta con rispetto e orgoglio laico, presta attenzione. Genova lo omaggia con il sole ritrovato, con la compostezza di una città, che non lascia trasparire eccessivi entusiasmi. Ma garantisce rispetto. E civiltà.

© Copyright Repubblica (Genova), 19 maggio 2008 online consultabile anche qui.

E vai con gli stereotipi triti e ritriti.
Ad ogni viaggio ci tocca "stupirci dello stupore" dei giornalisti che evidentemente hanno un'immagine un po' miope del Papa.
Noi che lo conosciamo bene non siamo affatto sconvolti per la sua carica umana e per l'affetto dei fedeli.
Forse i commentatori dovrebbero seguire con regolarita' i viaggi, le udienze, gli Angelus e gli spostamenti del Santo Padre: apprenderebbero che egli e' cosi' sempre e da sempre...
Mi permettete? Uffa!

R.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

ANCORA???????

Vabbè ma allora DITELOOOOO!!!!!!! Ma ancora non lo avete capito che è Il Papa Tedesco come lo definite con scherno voi che scioglie i cuori della gente e non il contrario!!!!!!!!
Sempre i soliti luoghi comuni dalle solite testate giornalistiche!!!!!!!!!!
Bah!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
P.s volevo sottolineare 100 mila!!!!!!!! così tanto per dovere di cronaca e soprattutto perchè 100 cuori in più da oggi battono con quello del Papa!!!!!!!!!!!!

Luisa ha detto...

Se l`indifferenza, la mancanza di sensibiltà davanti alla sofferenza, se l`incapacità di capire che ci sono luoghi e momenti per fare propaganda politica, e altri per essere semplicemente degli essere umani che si inchinano davanti ala sofferenza e la rispettano,che parlano con il cuore e non con la testa, anche se questa testa ci si tiene a mostrare che è piena, se l`intelligenza del cuore cede il passo all`ambizione e al narcisimo, se tutto ciò è rappresentativo dell`orgoglio laico del sindaco di Genova....non c`è veramente nessun motivo per essere orgogliosi di quell`orgoglio laico !

Anonimo ha detto...

Volevo precisare che nella seconda parte del P.s i cuori sono 100 mila e non cento

mariateresa ha detto...

e per scrivere la solita gnola ci si sono messe due giornaliste addirittura e non una?
Certo che l'ambiente giornalistico non si distingue per la creatività e l'originalità.
Ragazze che noia.

mariateresa ha detto...

A proposito di bischerate, vi segnalo Lo strillone di Korazym sulle manipolazioni delle parole del papa. Ormai ci abbiamo fatto il callo, ma vi consiglio di leggerlo perchè stavolta la terra si rivolta al badile (non sarebbe proprio così il detto popolare, ma io sono una signora). Hanno già in mente gli editoriali prima che il papa parli. E aggiungo di avere letto di persona alcuni di questi editoriali nelle cronache locali di alcuni grandi quotidiani.
Quindi la situazione per alcuni giornalisti è la seguente: o scrivono dei rancidi luoghi comuni oppure delle balle.
Viene anche da pensare che mentre il papa parla effettivamente questa gente vada a morosa o all'osteria.
Fate vobis.

Raffaella ha detto...

ahahhahahhha
Mariateresa, non sentivo l'espressione "andare a morosa" da anni :-)
Comunque le espressioni denunciate dallo strillone e mai pronunciate dal Papa fanno bella mostra di se' anche sui quotidiani...
Capisco che seguire Benedetto XVI richieda un certo sforzo ed un impegno particolare, ma almeno si ascolti cio' che dice...

Anonimo ha detto...

Secondo me cara mariateresa vanno di moda più i rancidi luoghi comuni..... vedi quello riportato proprio in questa parte del Blog da Raffaella ma, anche le così definite balle vanno alla grande!!!!!! Capace che magari la cosa funzioni più o meno così:
arriva dalla direzione della redazione un sms del tipo " il Papa sta parlando " di che? Boh e chi lo sà? Arriva un secondo sms " Fai un pezzo su ciò che ha detto il Papa" ed ecco che lo zelante giornalista, anche se all'osteria si getta a capofitto in un fantasioso articolo su quello che presumibilmente e molto a lume di naso, abbia detto il Papa.........
Ed ecco che come per incanto, arriva alla redazione del giornale l'articolo che, non ha nulla a che vedere con ciò che il Papa dice veramente ma, che in compenso, anche se pieno di luoghi comuni e cose campate per aria, riempie per incanto magari pagine e pagine di giornale!!!!!! Ho scelto di proposito l'osteria perchè l'altra ipotesi mi imbarazzava non poco!
Saluti