19 maggio 2008
La "giornata genovese" del Papa nei commenti di Salvatore Izzo (Agi)
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Riceviamo e con grande piacere pubblichiamo:
(dall'inviato Salvatore Izzo)
AL GASLINI, "NON C'E' FUTURO SENZA VISIONE ALTA VITA"
(AGI) - Genova, 18 mag.
Anche un moderno e stimato Istituto di Ricerca e Cura a carattere scientifico come l'ospedale Gaslini di Genova, che "si distingue per essere monotematico e polifunzionale, coprendo quasi tutte le specialita' in campo pediatrico" non puo' "affrontare efficacemente il futuro", senza "una visione piu' alta della vita, che permetta allo scienziato, al medico, al professionista, all'assistente, ai genitori stessi di impegnare tutte le loro capacita', senza risparmiare sforzi per ottenere i migliori risultati che la scienza e la tecnica possono oggi offrire, sul piano della prevenzione e della cura".
Lo ha detto il Papa nel discorso ai degenti e al personale del Gaslini.
"Qui, al Gaslini - ha ricordato - vengono curati i bambini. Come non pensare alla predilezione che Gesu' ebbe per i fanciulli? Li volle accanto a se', li addito' agli apostoli come modelli da seguire nella loro fede spontanea e generosa, nella loro innocenza. Con parole dure mise in guardia dal disprezzarli e dallo scandalizzarli. Si commosse dinanzi alla vedova di Nain, una mamma che aveva perso il figlio, il suo unico figlio. Scrive l'evangelista san Luca che il Signore la rassicuro' e le disse: 'Non piangere'. Gesu'ripete - ha scandito - ancor oggi a chi e' nel dolore queste parole consolatrici: 'Non piangere'. Egli e' solidale con ognuno di noi e ci chiede, se vogliamo essere
suoi discepoli, di testimoniare il suo amore per chiunque si trova in difficolta'". "La vera speranza affidabile - ha affermato il Papa - e' solo Dio, che in Gesu' Cristo e nel suo Vangelo ha spalancato sul futuro la porta oscura del tempo. Sono risorto e ora sono sempre con te, ci ripete Gesu', specialmente nei momenti piu' difficili, la mia mano ti sorregge. Ovunque tu possa cadere, cadrai tra le mie braccia. Sono presente anche alla porta della morte". Benedetto XVI si e' poi rivolto direttamente "ai carissimi bambini", per ripetere loro che "il Papa vi vuole bene". "Accanto a voi -- ha concluso - vedo i vostri familiari, che condividono con voi momenti di trepidazione e di speranza. Siatene tutti certi: Dio non ci abbandona mai. Restate uniti a Lui e non perderete mai la serenita', nemmeno nei momenti piu' bui e complessi".
"L'Istituto Gaslini sia un autentico santuario della vita e un santuario della famiglia, dove alla professionalita' gli operatori di ogni settore uniscano amorevolezza e attenzione per la persona". E' il mandato che il Papa ha affidato ai medici e agli amministratori dell'ospedale pediatrico di Genova, ricordando "la decisione del fondatore, per cui il presidente deve essere l'arcivescovo pro tempore di Genova" per manifestare "la volonta' che l'ispirazione cristiana dell'Istituto non venga mai meno e tutti siano sempre sorretti dai valori evangelici". "Nel 1931 - ha ricordato - ponendo le basi della struttura, il Senatore Gerolamo Gaslini preconizzava l'opera perenne di
bene che dall'Istituto stesso dovra' irraggiare". Irraggiare il bene attraverso l'amorevole cura dei piccoli ammalati e' dunque lo scopo di questo vostro Ospedale". "Ringrazio tutto il personale - ha aggiunto - per la professionalita' e la dedizione del loro servizio, auspico che questo eccellente Istituto Pediatrico continui a svilupparsi nelle tecnologie, nelle cure e nei servizi; ma anche ad allargare sempre piu' gli orizzonti in quell'ottica di positiva globalizzazione per cui si riconoscono le risorse, i servizi e i bisogni creando e rafforzando una rete di solidarieta' oggi tanto urgente e necessaria". Ma, ha spiegato, "tutto questo" deve essere perseguito "senza mai venir meno a quel supplemento di affetto che dai piccoli degenti e' avvertito come la prima e indispensabile terapia. L'Ospedale allora diventera' sempre piu' luogo di speranza". E la speranza "qui al Gaslini prende il volto della cura di pazienti in eta' pediatrica, ai quali si cerca di provvedere mediante la formazione continua degli operatori sanitari".
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PAPA: TROPPI GIOVANI DI OGGI SONO VECCHI DENTRO
(AGI) - Genova, 18 mag.
"La giovinezza, quella vera, non e' questione di anni, di vigore fisico, di forma smagliante, di efficienza".
Lo ha ricordato Benedetto XVI ai cinquemila ragazzi della diocesi di Genova che lo hanno accolto con grande entusiasmo in piazza Matteotti al centro della citta'. "Sembra che la giovinezza - ha detto - debba essere sinonimo di gioia, ma non e' cosi'. Ci sono, purtroppo, dei giovani di anni, ma che sono vecchi dentro; che si trascinano, pur non mancando di beni terreni: di cultura, di lavoro soddisfacente, di rapporti e possibilita'". Per il Papa ultraottuagenario, "essere giovani significa aver scoperto le cose che non passano col passare veloce degli anni. Se un giovane scopre i valori veri e grandi, allora non invecchia mai, anche se il corpo segue le sue leggi. Resta giovane sempre nel cuore e irradia giovinezza, cioe' bonta', perche' la bonta' sfugge alla presa del tempo. Per questo possiamo dire che solamente chi e' buono e generoso e' veramente giovane. Vi auguro - ha detto Papa Ratzinger ai ragazzi - di essere giovani, non alla moda: le mode si bruciano in un baleno, in una rincorsa frenetica e stordita; la giovinezza invece quella della bonta', resta per sempre. Anzi, sara' perfetta e splendente in Cielo con Dio". (AGI)
Siz
PAPA: INVITA GIOVANI A SIDNEY, POI SCENDONO BIGLIETTI COLORATI
(AGI) Genova, 18 mag.
Una pioggia di coriandoli colorati (in realta' biglietti con scritti impegni di vita presi dai ragazzi) ha caratterizzato l'incontro di Benedetto XVI con i giovani di Genova in piazza Matteotti. I coriandoli sono stati lanciati al termine del discorso del Papa, prima della consegna del Vangelo ad alcuni giovani come "mandato missionario".
Nell'incontro il Pontefice ha invitato i ragazzi alla prossima Giornata Mondiale della Gioventu', che si terra' a luglio in Australia. "Do' un arrivederci a Sydney - ha detto - a quanti tra voi si sono iscritti a partecipare all'Incontro mondiale di luglio, e lo estendo a tutti, perche' chiunque potra' seguire l'evento anche da qui. So che in quei giorni le diocesi organizzeranno appositamente dei momenti comunitari, perche' vi sia veramente una nuova Pentecoste sui giovani del mondo intero".
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PAPA: SEMBRA CHE NON CI SIA PIU' BISOGNO DI DIO, MA NON E' VERO
(AGI) - Genova, 18 mag.
I giovani di oggi "sembra che non abbiano bisogno di Dio, ma in realta' poi scoprono che qualcosa manca loro. E quando incontarno Gesu' e il Vangelo capiscono, era questo che cercavamo". Sono parole aggiunte a braccio dal Papa nel discorso agli oltre cinquemila giovani della diocesi di Genova che ha incontrato in piazza matteotti al centro della citta'. "Ecco - ha spiegato - la necessita' di approfondire il mistero di Gesu', la verita' del suo pensiero che risuona nel Vangelo e nel Magistero della Chiesa. Senza una formazione sostanziosa come sara' possibile dare ragione della fede ai vostri coetanei a volte pieni di domande circa la vita, se stessi, la fede cristiana, la Chiesa? Sono per voi padri e amici, compagni della vostra strada. Voi avete bisogno di loro, e loro, noi tutti - ha scandito - abbiamo bisogno di voi.
Ciascuno di voi, cari giovani, se resta unito a Cristo e alla Chiesa puo' compiere grandi cose. E' questo - ha concluso - l'augurio che vi lascio come una consegna".
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PAPA: PIENA SINTONIA CON CEI SU IMPEGNO POLITICO E SOCIALE
(AGI) - Genova, 18 mag.
"In una societa' tesa tra globalizzazione e individualismo, la Chiesa e' chiamata ad offrire la testimonianza della comunione".
Lo ha ricordato Benedetto XVI nell'omelia della messa celebrata nel pomeriggio in piazza della Vittoria, prima di concludere la sua visita a Genova. Una linea sulla quale c'e' piena consonanza tra Papa Ratzinger e la Cei: "mi e' spontaneo qui richiamare - ha infatti scandito il Pontefice - il Convegno ecclesiale nazionale di Verona, al quale ho partecipato proponendo un'ampia riflessione, pienamente recepita nella successiva Nota pastorale dell'Episcopato. In proposito, il Papa ha voluto "sottolineare due scelte di fondo, indicate dai vescovi", nel documento che puo' essere considerato il manifesto della Chiesa Italiana per il prossimo decennio e che non a caso ha visto collaborare alla sua stesura il card. Camillo Ruini e il card. Angelo Bagnasco, cioe' il vecchio e il nuovo presidente dell'Episcopato Italiano: "mettere al primo posto Dio, ma non un Dio generico, bensi' il Signore con il suo nome e il suo volto" e "porre al centro la persona e l'unita' della sua esistenza, nei diversi ambiti in cui si dispiega: la vita
affettiva, il lavoro e la festa, la fragilita' sua propria, la tradizione, la cittadinanza". "Questi - per Benedetto XVI - sono i due riferimenti che la Chiesa ha il compito di offrire ad ogni generazione umana, quale servizio alla costruzione di una societa' libera e solidale. La Chiesa - ha rilevato - lo fa certamente con la sua dottrina, ma soprattutto mediante la testimonianza, che
non per nulla e' la terza scelta fondamentale dell'Episcopato italiano: testimonianza personale e comunitaria, in cui convergono vita spirituale, missione pastorale e dimensione culturale".
Nella stessa linea Ratzinger ha anche incoraggiato la Chiesa di Genova ad essere "unita e missionaria, per annunciare a tutti la gioia della fede e la bellezza di essere Famiglia di Dio" ed ha allargato la sua esortazione "alla citta' intera, a tutti i genovesi e a quanti vivono e lavorano in questo territorio: cari amici - ha chiesto - guardate al futuro con fiducia e cercate
di costruirlo insieme, evitando faziosita' e particolarismi, anteponendo ai pur legittimi interessi particolari il bene comune". L'invito all'impegno sociale rivolto ai cattolici, affinche' non ci fossero fraintendimenti, e' stato poi ripetuto con altre parole: "portate avanti la vostra generosa condivisione con i poveri e i deboli, secondo l'originaria prassi della Chiesa, attingendo sempre ispirazione e forza dall'Eucaristia, sorgente perenne della carita'".
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PAPA: PIENA SINTONIA CON CEI SU IMPEGNO POLITICO E SOCIALE
(AGI) - Genova, 18 mag.
Per il Papa, la comunione, infatti, "non viene dal basso, ma e' un mistero che ha, per cosi' dire, le radici in cielo: proprio in Dio uno e trino". Ed e' questo il fondamento della Dottrina Sociale della Chiesa, che da' indicazioni ragionevoli su temi concreti anche a chi non crede ma scaturisce da una visione di fede che eleva l'uomo alla dignita' di figlio di Dio. Un "ricchissimo magistero della Chiesa" che si e' sviluppato "a partire proprio da questa visione di Dio e dell'uomo" e ai cui "capitoli piu' importanti" hanno dato apporti sostanziali i miei Papi degli ultimi centovent'anni, "facendosi autorevoli interpreti e guide del movimento sociale di ispirazione cristiana". Cosi' "la Costituzione conciliare Gaudium et spes e le Encicliche di Giovanni XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo II tracciano - ha spiegato Benedetto XVI - un disegno completo e articolatocapace di motivare e orientare l'impegno di promozione umana e di servizio sociale e politico dei cattolici". A questa elaborazione, che non e' solamente teorica, lo stesso Ratzinger ha voluto dare il suo contributo: "anche la mia prima Enciclica 'Deus caritas est' si rifa' - ha rilevato - a questo orizzonte: essa infatti ripropone l'esercizio della carita' concreta, da parte della Chiesa, a partire dalla fede in Dio Amore, incarnato in Gesu' Cristo".
Ai fedeli di Genova, il Pontefice ha poi ricordato che "l'uomo non si realizza in un'autonomia assoluta, illudendosi di essere Dio, ma, al contrario, riconoscendosi quale figlio, creatura aperta, protesa verso Dio e verso i fratelli, nei cui volti ritrova l'immagine del Padre comune. Si vede bene che questa concezione di Dio e dell'uomo sta alla base - ha osservato - di un corrispondente modello di comunita' umana, e quindi di societa'. E' un modello che sta prima di ogni regolamentazione normativa, giuridica, istituzionale, ma direi anche prima delle specificazioni culturali. Un modello di famiglia umana trasversale a tutte le civiltà, che noi cristiani siamo soliti esprimere fin da bambini affermando che gli uomini sono tutti figli di Dio e quindi tutti fratelli". Per il Pontefice, "si tratta di una verita' che sta fin dal principio dietro di noi e al tempo stesso ci sta sempre davanti, come un progetto a cui sempre tendere in ogni costruzione sociale".
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PAPA: RENDE OMAGGIO A MEMORIA CARD. SIRI, "FU ZELANTE PASTORE"
(AGI) - Genova, 18 mag.
Benedetto XVI ha reso omaggio nella Cattedrale di Genova alla memoria del card.Giuseppe Siri, "zelante Pastore di questa Arcidiocesi per vari decenni, e ora sepolto - ha detto prima di inginocchiarsi sulla sua tomba - in questa Cattedrale".
Primo presidente della Cei e arcivescovo di Genova dal 1946 a 1987, Siri "rischio'" concretamente di essere eletto Papa nei Conclavi che elessero invece Giovanni XXIII e Giovanni Paolo I.
Di questo grandissimo protagonista della vita italiana oltre che della stiria della Chiesa, Ratzinger ha ricordato due brevi pensieri, che ha inserito nel suo discorso al clero e ai religiosi di Genova. Siri scrisse, ha detto, "la vita religiosa diventa una testimonianza di Dio e il richiamo di Dio" e sottolineo' che "la azione piu' veneranda e piu' santa, degna di ogni considerazione e riguardo, di ogni onore e distinzione che si compia in una Diocesi, e' la celebrazione solenne della Ufficiatura Divina" da parte del capitolo della cattedrale. "L'intera Diocesi, ed in un certo senso la intera Chiesa - ha ripetuto oggi Benedetto XVI con le parole di Siri - prega per le vostre labbra".
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PAPA: RENDE OMAGGIO A MEMORIA CARD. SIRI, "FU ZELANTE PASTORE" (2)
(AGI) - Genova, 18 mag.
Il ricordo del grande card. Siri, sul cui "trono" e' stato seduto pronunciando il discorso, il Papa ha voluto farlo precedere dalle parole dell'Apostolo Paolo "ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede", che bene riassumono la vicenda di questo coraggioso vescovo che difese strenuamente sia i lavoratori della sua citta' che l'ortodossia e la liturgia cattoliche. "Che ciascuno di noi, cari fratelli e sorelle - ha detto il Pontefice a sacerdoti e religiosi - possa dire la stessa cosa nel giorno conclusivo della sua vita. Perche' cio' avvenga, e e' quanto il Signore attende dai suoi amici, occorre che coltiviamo lo stesso spirito missionario che ha animato san Paolo con una costante formazione spirituale, ascetica e pastorale. E' necessario soprattutto che diventiamo 'specialisti' dell'ascolto di Dio, ed esempi credibili di una santita' che si traduca in fedelta' al Vangelo senza cedimenti allo spirito del mondo". Tra i grandi testimoni della Chiesa genovese, Benedetto XVI ha citato poi sei papi venuti da Genova e dalla Liguria, in particolare Benedetto XV che definito "il papa della pace", e vari Santi e Beati,auspicando che continui "la passione evangelizzatrice della diocesi di Genova, nella quale "e' cresciuto il comune desiderio di stringere rapporti di sempre piu' fraterna intesa per collaborare all'azione missionaria, promossa in tutta l'Arcidiocesi". "Seguendo gli orientamenti della Conferenza Episcopale Italiana - ha concluso - volete porvi in stato di permanente missionarieta', come testimonianza della gioia del Vangelo e come invito esplicito rivolto a tutti a incontrare Gesu' Cristo".
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