5 maggio 2008
L’allarme di Benedetto XVI: «L’educazione è un’emergenza» (Tornielli)
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L’allarme di Benedetto XVI: «L’educazione è un’emergenza»
di Andrea Tornielli
Dopo l’allarme sull’emergenza educativa lanciato alcune settimane fa con una lettera indirizzata alla Diocesi di Roma, il Papa torna a parlare del problema educativo in Italia e del diffondersi del relativismo.
Benedetto XVI lo ha fatto ieri al Regina Coeli parlando nel corso di una giornata, la domenica dell’Ascensione di Cristo al cielo che gli Atti degli apostoli collocano a 40 giorni dalla Pasqua, tutta dedicata all’Azione cattolica, la più grande associazione di cattolici laici in Italia con i suoi 350mila aderenti, che ha tenuto nei giorni scorsi, a Roma, il suo tredicesimo congresso, a 140 anni dalla sua fondazione.
Giunto da ogni parte d’Italia con oltre 1.200 pullman, 2 treni speciali dalla Puglia e mezzi propri, il popolo dell’Azione Cattolica ha riempito la piazza con striscioni, canti, gadget e un’atmosfera festosa, grazie anche alla presenza di oltre 11 mila giovani dell’Acr. Una piazza «decorata» per l’occasione con gigantografie di santi e venerabili cari all’Associazione, che il Papa ha definito «quasi un “cenacolo” a cielo aperto».
Prima dell’incontro con il Santo Padre, i fedeli hanno assistito a una Messa celebrata dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, che ha colto l’occasione per ribadire il no all’aborto e all’eutanasia. Poco dopo il Papa, accolto da grida che scandivano il suo nome, ha recitato il Regina Coeli (così si chiama l’Angelus in questo periodo dell’anno liturgico) direttamente dal sagrato, seguito, come di consueto, dalla preghiera e dal saluto in varie lingue.
Infine, un discorso diretto all’Azione cattolica nel quale ha illustrato agli aderenti il senso e la pratica della loro azione.
«In una Chiesa missionaria posta dinanzi a una emergenza educativa come quella che si riscontra oggi in Italia - ha detto Benedetto XVI all’Azione cattolica - voi che la amate e la servite sappiate essere annunciatori instancabili ed educatori preparati e generosi; in una Chiesa chiamata a prove anche molto esigenti di fedeltà e tentata di adattamento, siate testimoni coraggiosi e profeti di radicalità evangelica; in una Chiesa che quotidianamente si confronta con la mentalità relativistica, edonistica e consumistica, sappiate allargare gli spazi della razionalità nel segno di una fede amica dell’intelligenza, sia nell’ambito di una cultura popolare e diffusa, sia in quello di una ricerca più elaborata e riflessa; in una Chiesa che chiama all’eroismo della santità, rispondete senza timore, sempre confidando nella misericordia di Dio».
Il pontefice ha poi sottolineato la «grande responsabilità» dei cristiani laici, «provocati a ricercare con coraggio sintesi sempre nuove fra l’annuncio della salvezza di Cristo all’uomo del nostro tempo e la promozione del bene integrale della persona e dell’intera famiglia umana».
Tra il Regina Coeli e il discorso, un saluto del presidente dell’Azione cattolica Luigi Alici, e la presentazione, da parte di un giovanissimo esponente dell’associazione, di un plastico raffigurante due scuole elementari in corso di realizzazione in Sierra Leone, con i proventi di una raccolta di beneficenza promossa nelle scuole italiane. Dopo il discorso, la benedizione e il baciamano da parte dei dirigenti dell’associazione, il pontefice è salito in papamobile, e ha lasciato la piazza in mezzo alla folla che scandiva slogan e intonava canti religiosi a tempo di rock e di rap.
© Copyright Il Giornale, 5 maggio 2008 consultabile online anche qui.
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3 commenti:
Sì rock e rap....strana scelta di una musica stridente, che copriva le voci dei fedeli, per un Papa che tutti sanno non ama particolarmente quel genere di musica, strana scelta di una musica che poteva aspettare qualche minuto per riempire Piazza San Pietro . Mi dispiace insistere ma trovo una mancanza di rispetto nei confronti del Papa avere scelto quei canti proprio mentre lui passava fra di loro.
Scusate se insisto perchè in realtà è un dettaglio, ma ho fatto un giretto su certe agenzie di stampa cattoliche e no , e su altri siti per vedere se le parole del Papa erano state riprese ed effettivamente sono state riprese insistendo sull`edonismo dells società...ma tutti finiscono sulla musica pop ,non sono dunque la sola ad essere stata sorpresa e perplessa .
Più importante, vorrei ricordare qui un passagio del messaggio prima del Regina Coeli in cui Benedetto XVI ci ha detto che Gesù NON è un semplice maestro di saggezza o un filosofo ma il Pastore venuto per ricondurci a Dio.
Il voler fare di Gesù un filosofo, o un grande uomo sì un maestro, come tanti altri. forse più grande degli altri...è molto presente e lo sento tante volte anche nella bocca di chi si dice cattolico.
Anche negli scritti di un cattolico che è direttore della rivista "le monde des religions" e che ne ha fatto persino un libro!
Grazie Papa Benedetto di riportarci ai fondamentali con chiarezza e fermezza!
Cara Luisa, le tue parole mi hanno fatto riflettere, altre volte avevo espresso preoccupazioni sulle divisioni del mondo cattolico. Infatti, è tanto più difficoltoso, da parte dei cattolici, respingere eventuali attacchi da stampa, politica, etc. ed esprimere le proprie posizioni (anche sotto profili di carattere spiccatamente teologico), se ci sono tre, quattro, dieci, cinquanta "distinguo" dalle varie componenenti dell'universo cattolico. E poi, la perdita di compattezza va di pari passo con la perdità di autorità e prestigio nei rapporti esterni. In particolare sull'Azione Cattolica, non so se è portatrice di una linea ben definita, o, se è a sua volta (ahimè)divisa in "correnti". Sapete dirmi qualcosa di più? Ciao
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