4 maggio 2008

La Chiesa riconosce le apparizioni mariane avvenute a Laus, sulle Alpi francesi. Mons. di Falco: è un messaggio di misericordia e di riconciliazione


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La Chiesa riconosce le apparizioni mariane avvenute a Laus, sulle Alpi francesi. Mons. di Falco: è un messaggio di misericordia e di riconciliazione per tutto il mondo

Migliaia di pellegrini hanno partecipato oggi nel Santuario di Notre-Dame du Laus, sulle Alpi francesi, alla cerimonia solenne in cui il vescovo di Gap et d’Embrun, mons. Jean-Michel di Falco-Leandri, ha proclamato il riconoscimento ufficiale delle apparizione mariane avvenute in questo luogo a cavallo tra il 1600 e il 1700 a una pastorella francese, Benedetta (Benoite) Rencurel. Il servizio di Sergio Centofanti:

A 146 anni dal riconoscimento delle apparizioni di Lourdes oggi la Chiesa riconosce la veridicità dei fatti soprannaturali che si verificarono in questo sperduto e suggestivo luogo delle Alpi francesi a partire dal maggio del lontano 1664: la pastorella Benedetta Rencurel aveva 16 anni quando conducendo al pascolo il gregge ebbe la prima apparizione della Vergine che teneva per mano un bellissimo Bambino. La ragazza non sapeva né leggere né scrivere, ma a lei la Madre di Dio affida un messaggio importante nel periodo in cui in Europa infuriavano le cosiddette guerre di religione: un invito alla conversione dei peccatori e a sperimentare nella misericordia di Dio la riconciliazione. Le apparizioni proseguiranno per ben 54 anni fino al 1718, anno della sua morte. Un lungo periodo in cui la veggente dovette affrontare numerose tribolazioni: dalle vessazioni del Maligno al rifiuto da parte di preti giansenisti di darle la Comunione, all’obbligo di lasciare il luogo nativo per poi ritornarvi e trovare tutto distrutto. Nel 1673 mentre era in preghiera le apparve Gesù steso e inchiodato sulla croce, ricoperto di sangue: da allora Benedetta soffre nel proprio corpo i dolori della Passione di Cristo. Accorrono da lei numerosi malati, poveri, persone disperate. A tutti dona una parola. Molte sono le guarigioni inspiegabili, conversioni. Jean Guitton dirà: questo Santuario sulle Alpi “è uno dei tesori più nascosti e più potenti della storia dell’Europa”. Ma sul riconoscimento di queste apparizioni ascoltiamo mons. Jean-Michel di Falco-Leandri, al microfono di Sabine de Rozieres:

R. – Bien sûr. C’est qui m’a encouragé a faire…

Certamente. Quello che mi ha incoraggiato a compiere questo cammino è stato proprio il messaggio rivolto a Benoite Rencurel. Si tratta di un messaggio tuttora di grande attualità, poiché è centrato sulla riconciliazione. E’ un messaggio di misericordia e di riconciliazione. Credo che viviamo in un’epoca in cui sia ancora possibile contribuire alla realizzazione della riconciliazione, in cui sia possibile riconciliarci con gli altri, per riconciliarci così con noi stessi. Ma solo riconciliandoci con Dio, riusciremmo a riconciliarci con gli altri e con noi stessi! E’ possibile trovare la pace interiore soltanto raggiungendo e realizzando queste tre tappe.

D. – Perché queste apparizioni vengono riconosciute solo ora?

R. – Qui, c’est vrai que ça surprend beaucoup…

Sì, è vero che questo possa sorprendere molto, poiché la prima apparizione è datata 1664, ed anche se non è stato del tutto confermato, è senza alcun dubbio riconosciuta come la prima o una delle prime apparizioni, in ogni caso certamente la più antica apparizione in Francia. Nel momento che sono arrivato nella diocesi, ho ripreso il dossier che era stato già trattato dai miei predecessori, per vedere a che punto fosse il processo di beatificazione della veggente Benoite Rencurel. E quando sono venuto a Roma, mi è stato detto che nel dossier mancava, però, un documento che attestava il riconoscimento da parte del vescovo delle apparizioni. Era certamente sorprendente la situazione visto il tempo che era ormai passato, ma mi ha poi convinto il fatto che la gran parte dei vescovi precedenti dovevano sapere che questo documento era stato in realtà prodotto in virtù del fatto che fin dall’inizio, e quindi dal XVII secolo, ci sono stati dei pellegrinaggi, che ancora continuano. Era importante sapere e soprattutto verificare allora se il messaggio fosse coerente col messaggio della Chiesa e con la fede. Ho successivamente deciso, proprio perchè ritenevo che questo fosse importante per la mia diocesi, ma anche per tutti quei giovani che frequentano questi luoghi, di riconoscere che questi eventi raccontati e vissuti dalla veggente Rencurel avessero un carattere soprannaturale.

D. – Per lei tutto questo è stato molto importante…

R. - Bien sûr, pour moi c’est important un tous cas…

Certamente. Per me è stato qualcosa di estremamente importante e questo per diverse ragioni. Anzitutto era necessario poter affermare in modo completamente ufficiale che le Chiesa riconoscesse ed accogliesse i pellegrini e soprattutto che riconoscesse che in questo luogo si fossero verificati avvenimenti con un carattere soprannaturale. Ma al tempo stesso, tutto questo è stato importante per la nostra stessa diocesi, perchè è una diocesi rurale, dove soffriamo sempre più per la mancanza di preti. E’ importante per noi avere dei punti forti, dei luoghi forti, nei quali i fedeli ed i giovani sanno di poter venire, non importa in quale momento della giornata, e di trovare sempre un prete ad accoglierli; sanno di poter venire tutti i giorni per la celebrazione della Messa e che qui si possono anche confessare. In un certo modo, quindi, questo luogo può compensare il fatto che ci siano meno preti e che si senta magari la loro mancanza in altri luoghi della diocesi.

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Autentiche le apparizioni mariane a Laus

Oggi la promulgazione del decreto che riconosce la soprannaturalità delle numerose manifestazioni della Vergine, la prima nel 1664, a una pastorella

DI GIORGIO BERNARDELLI

Proprio nell’anno in cui si ricordano i 150 anni di Lourdes, la geografia delle appari­zioni mariane riconosciu­te dalla Chiesa si arricchi­sce di un nuovo luogo francese. Nel corso di una solenne liturgia eucaristi­ca (che sarà trasmessa in diretta su France 2) oggi al santuario di Notre-Dame du Laus, sulle Alpi france­si, la diocesi di Gap-Em­brun, promulgherà il de­creto in cui si afferma la veridicità del messaggio qui affidato dalla Vergine alla pastorella diciasset­tenne Benedetta Rencu­rel. Non si tratta di un e­pisodio recente, ma di ap­parizioni che risalgono al XVII secolo. A renderle, però, inte­ressanti è il fatto che si tratta del primo rico­noscimento ufficiale in Francia do­po quello che 146 an­ni fa ri­guardò Lourdes. Insieme alla forte caratterizzazio­ne di Laus come santuario legato a Maria «Rifugio dei peccatori» e al sacramen­to della Riconciliazione.
Di qui la solennità del ri­to, che nella solennità del­l’Ascensione sarà presie­duto dal vescovo diocesa­no Jean-Michel Di Falco Leandri, alla presenza del nunzio apostolico in Francia Fortunato Baldel­li e di una trentina tra car­dinali e vescovi, non solo francesi. Quella di Laus è una storia sorprendente se inquadrata nel suo pe­riodo storico. Nella Fran­cia di Luigi XIV, del gian­senismo e delle guerre di religione, la Madonna ap­pare in una zona sperdu­ta a una ragazza di dicias­sette anni che non sapeva né leggere né scrivere. Le affida un messaggio che è un forte invito alla con­versione dei peccatori. E – fatto abbastanza insoli­to in questo tipo di espe­rienze – la Vergine conti­nua ad apparire a Bene­detta Rencurel per ben 54 anni, dal 1664 al 1718. Ma ciò che ancora più conta è che questa pastorella – di cui oggi è in corso il pro­cesso di beatificazione – sceglie di consacrare inte­ramente la propria vita a testimoniare con sempli­cità la dolcezza della mi­sericordia di Dio. E lo farà fino alla sua morte, all’età di 71 anni. Intorno a lei – intanto – Laus diventerà una meta privilegiata per chi ha il cuore ferito. Tan­to da far esclamare a un grande francese del No­vecento come Jean Guit­ton che questo santuario sulle Alpi «è uno dei teso­ri più nascosti e più po­tenti della storia dell’Eu­ropa ».
Ma che significato ha, og­gi per la Chiesa, ricono­scere ufficialmente appa­rizioni che risalgono a quasi quattro secoli fa? È la domanda da cui pren­de le mosse il vescovo di Gap-Embrun nella lette­ra indirizzata alla diocesi in occasione di questo e­vento. «Le apparizioni – spiega monsignor Di Fal­co Leandri – avvengono perché Cristo, Maria e i santi sono vivi, perché la comunione dei santi non è una parola vuota, per­ché il Cielo si interessa della Terra. Ma le appari­zioni non sono fotografie del Cielo; noi continuia­mo infatti a camminare nella fede, senza vedere Dio faccia a faccia». Quan­do dunque la Chiesa – do­po aver indagato con cri­teri umani – dichiara cre­dibile uno di questi feno­meni «offre un aiuto alla fede». Offre – sottolinea il presule – perché la Chie­sa non obbliga mai nes­suno a credere a una de­terminata apparizione. Quando però – come nel caso di Laus – si pronun­cia ufficialmente, ricono­sce per tutti l’importanza dell’invito «a riavvicinarsi a Cristo, a riscoprire il Vangelo e i sacramenti; l’invito a riconciliarsi con se stessi, con gli altri e con Dio» contenuto nel mes­saggio di queste appari­zioni. Di qui l’insistenza sull’atteggiamento giusto con cui salire in questo angolo incantevole delle Alpi francesi: la consape­volezza che «il santuario di Notre-Dame du Laus – conclude il vescovo di Gap-Embrun – non è una finestra aperta sul Cielo, ma una strada aperta ver­so una vita quotidiana da vivere secondo lo stile di Benedetta».

© Copyright Avvenire, 4 maggio 2008

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