4 maggio 2008

Sergio Romano confende la Cei con il Vaticano! Le opinioni non fanno paura, ma chi ferma le notizie false? (Folena)


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SE LA DISINFORMAZIONE CORRE PERSINO SU PRIMAPAGINA (RADIO3)

L’opinione non fa mai paura Ma le notizie false nessuno le ferma

UMBERTO FOLENA

La Cei confusa con la Santa Sede; a cui andrebbero i fondi dell’otto per mille; che potrebbero servire a pagare gli avvocati dei preti pedofili; fondi sui quali non c’è trasparenza perché non si sa esattamente che fine facciano, mentre noi italiani abbiamo il diritto di saperlo.

La disinformazia anticlericale rialza all’improvviso il capoccione bolso, e stavolta dove meno te l’aspetti: a Primapagina, la rassegna stampa mattutina di Radio 3, condotta dal fior fiore del giornalismo nostrano.

Ieri era al microfono Sergio Romano, prestigioso editorialista del Corriere, che fino a quel momento aveva condotto in modo impeccabile. Il patatrac avviene verso le 8.30, durante il dialogo con gli ascoltatori, quando chiama Lucio da Bologna. Il tema, o il pretesto, è la pubblicazione della denuncia dei redditi. Ecco la trascrizione del dialogo (www.radio.rai.it/radio3/primapagina/as colta.cfm).

Lucio: «Non abbiamo saputo nulla sul bilancio del Vaticano. Ora, noi al Vaticano diamo l’equivalente di una mezza Finanziaria tutti gli anni, e noi credenti non abbiamo nessuna possibilità di sapere come vengano spesi questi soldi.
Possono magari essere spesi per gli avvocati dei preti pedofili in America, chi lo sa. Noi avremmo bisogno di questa trasparenza, come fanno i Valdesi e come fa Buckingham Palace».

Sergio Romano: «Soldi che noi diamo al Vaticano… Beh, mezza Finanziaria no.
L’otto per mille viene quantificato soltanto tre, quattro, cinque anni dopo dal Ministero delle Finanze, quindi è un dato su cui paradossalmente non c’è molta trasparenza neppure al vertice dello Stato italiano. Li diamo alla Chiesa cattolica e la Santa Sede è uno Stato, con il diritto di non comunicare a noi il proprio bilancio. Ma lei ha ragione quando sostiene che su quell’otto per mille dovrebbe esserci maggiore pubblicità. Se i contribuenti italiani utilizzano una parte del loro reddito per sovvenzionare la Chiesa cattolica, dovrebbero avere anche notizie sul modo in cui questo denaro è stato utilizzato.
Non credo che vada a favore dei preti pedofili, però ho l’impressione – così almeno è stato detto negli ultimi anni – che sia servito, ad esempio, per finanziare certe campagne che in quel momento alla Chiesa stavano a cuore, come per esempio la fecondazione assistita; o a risolvere i problemi di alcuni giornali pubblicati dalle diocesi e che avevano bisogno di essere sostenuti finanziariamente. Ebbene, se questo è stato fatto, abbiamo il diritto di saperlo».

Il primo diritto dei cittadini italiani è di non essere ingannati, imbrogliati, disinformati. L’otto per mille va alla Chiesa italiana e non alla Santa Sede e le destinazioni sono note: culto, remunerazione dei sacerdoti e carità in Italia e all’estero.

La trasparenza è massima, tanto è vero che il rendiconto viene pubblicato ogni anno, a spese della Cei, perfino sul quotidiano sul quale scrive Sergio Romano, oltre ad essere sempre reperibile sul sito http://www.8xmille.it/.

Ma a questo, e a tutto il resto, abbiamo ampiamente replicato in inverno, quando un quotidiano romano lanciò un’inchiesta dal titolo: «I soldi del vescovo», cinque puntate (più due di interviste 'riparatrici') per undici pagine. A noi ne bastarono cinque. Ma di notizie vere a correggere informazioni false; non di opinioni diverse. Le opinioni non fanno paura. Il dialogo, il confronto, il contraddittorio anche aspro sono il sale della democrazia.

Sono le notizie false, disseminate per avvelenare il clima e alterare le regole del gioco (siamo in prossimità della dichiarazione dei redditi), a inquietarci.

E, crediamo, dovrebbero inquietare anche un opinion leader di riconosciuto valore come Sergio Romano.

© Copyright Avvenire, 4 maggio 2008

Si studi la differenza fra Chiesa Italiana e Vaticano!
E' scandaloso (per usare un eufemismo) che si usi il servizio pubblico (radio rai) per fare disinformazione
.
R.

8 commenti:

gemma ha detto...

tutti questi "credenti" che telefonano a certe trasmissioni radiofoniche per seminare zizzania sulla Chiesa...sanno tutto sulle regole dell'otto x mille ma ignorano la differenza tra Cei e Vaticano
a me certi "credenti" telefonici ad hoc, mi lasciano veramente molto perplessa
Se sono veramente credenti di questa Chiesa, scrivano alla Cei per chiedere chiarimenti e informazioni, anzichè a Sergio Romano

Scenron ha detto...

Oppure, soluzione molto più comoda, non devolvano un bel niente alla Chiesa, per paura che con quei soldi vengano PAGATI GLI AVVOCATI DEI PRETI PEDOFILI!! (fin dove può arrivare la mente umana...!)

mariateresa ha detto...

i credenti che telefonano o scrivono per criticare la Chiesa sono un vecchio espediente.Serve naturalmente per rendere il mesaggio più forte.Anche se,spesso, sono fasulli come le ragioni e gli argomenti che portano.

Anonimo ha detto...

a me fa anche paura che due giornalisti che lavorano per le reti nazionali principali (RAI) e per il maggiore quotidiano italiano ( Corriere della Sera) non conoscano la differenza tra Vaticano e CEI. Comunque non è obbligatorio devolvere niente alla Chiesa se non siè sicuri di dove vadano i soldi, quindi come polemica mi sembra fine a se stessa. In qunto ai preti pedofili il Papa è stato chiaro su questo punto sopratututto nel suo viaggio negli States e quindi è fortemente impossibile che la Cei usi i soldi dei contribuenti per difendere i preti pedofili. Fin dove deve arrivare l' anti clericalismo in Italia!!!!!!!!!!!!

Anonimo ha detto...

incredibile, ogni giorno ce n'è una! Ma la CEI non potrebbe chiedere uno spazio in questa trasmissione e spiegare come stanno le cose al Dr. Sergio Romano in persona? Certo, può darsi che un intervento della CEI sia oggetto, in RAI, di censura preventiva (notate bene, proprio da parte di quelle stesse persone che a parole si battono contro ogni tipo di censura).
E poi l'espediente delle telefonate fasulle! Veri mezzucci che evocano una "propaganda di regime" di infausta memoria. Indubbiamente questa gente reputa il popolo italiano una massa di rincitrulliti....

Anonimo ha detto...

in un altro mio psot avevo già evidenziato la somma sollecitude e intelligenza dei giornalisti che parlano sempre di quello che non sanno e non torno sull'argomento.
mi la scia invece perplesso il fantomatico radioascoltatore che guarda caso telefona a radio 3 quando, guardacaso, ci sta romano che non mi pare sia di CL o di altre associazioni.
Per mia indole penso sempre a male e so x certo che quando si vuol dire qualcosa si trova sempre l'opportunità o il modo per dirla quindi ho ragioni fondate per dubitare dell'esistenza di questo interlocutore, e qui la televisione ha insegnato parecchio in merito e le tv private ne han fatto il cavallo di battaglia, pensiamo alle maghe che si vedono sulle televisioni di provincia, sappiamo che molto spesso le telefonate sono fasulle, quindi se lo fanno i piccolo sicuramente avranno avuto buoni maestri.
Mi lascia anche perplesso il fatto che la fatidica domanda è pressochè fasulla in quanto, se non sbaglio, sono stati pubblicati i dati relativi ai contribuenti, ma non mi pare di qualche Ente, ma ripeto: mi pare..... Ora con tanti enti che ci sono in Italia, vedi comunità Montane, Uffici ed inutili e via dicendo, guarda caso su radio 3 vanno a sollevare il dubbio riguardo alla chiesa Cattolica confusa volutamente con il Vaticano!! delle 2 l'una o siamo alle solite e quindi sarà il caso di finirla o son somari e credo che debbano cambiare mestiere, tuttavia in entrambe le soluzioni questa gente deve essere radiata. Sbaglio o sono loro stessi (politici) che parlano di meritocrazia???? Ora se un giornalista di fama che ha fame confonde il Vaticano con la Chiesa Italiana o dice: sto zitto perchè non conosco l'argomento o se parla e dice idiozie deve essere cacciato. Se questo accadesse tutte le TV e Radio sarebbero vuote..... ma lameno ci guadagnerebbe l'agricoltura....

Anonimo ha detto...

Sergio Romano ha detto:
Li diamo alla Chiesa Cattolica... Se i contribuenti italiani utilizzano una parte del loro reddito per sovvenzionare la Chiesa cattolica, dovrebbero avere anche notizie sul modo in cui questo denaro è stato utilizzato.

Sergio Romano ha ribadito per ben due volte che l'otto x mille viene dato alla Chiesa Cattolica.

Quindi non si capisce come si possa accusare Romano di dare false notizie se Umberto Folena scrive:
Il primo diritto dei cittadini italiani è di non essere ingannati, imbrogliati, disinformati.L’otto per mille va alla Chiesa italiana...

In realtà Romano sbaglia: il soggetto percettore del miliardo d'euro versato annualmente è la Conferenza episcopale italiana.

Quindi confonde la Cei con la Chiesa cattolica.

Si deve anche ricordare che la Conferenza episcopale italiana è l'unica il cui presidente non viene eletto dai membri ma è nominato personalmente dal Papa in qualità di primate d'Italia.

Raffaella ha detto...

Leggo:

Sergio Romano: «Soldi che noi diamo al Vaticano… Beh, mezza Finanziaria no.
L’otto per mille viene quantificato soltanto tre, quattro, cinque anni dopo dal Ministero delle Finanze, quindi è un dato su cui paradossalmente non c’è molta trasparenza neppure al vertice dello Stato italiano.
Li diamo alla Chiesa cattolica e la Santa Sede è uno Stato, con il diritto di non comunicare a noi il proprio bilancio

Soldi che diamo al Vaticano...non alla Chiesa Cattolica!
La Santa Sede e' uno Stato...che cosa c'entra con l'otto per mille?
Romano e' stato volutamente criptico e non si fa informazione in questo modo.
R.