1 maggio 2008
L'eugenetica rientra dalla finestra: grave violazione della legge (D'Agostino)
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GRAVE VIOLAZIONE DELLA LEGGE
L’EUGENETICA RIENTRA DALLA FINESTRA
FRANCESCO D’AGOSTINO
E’ un dovere per tutti, anche per i ministri e le ministre, rispettare la legge. È doveroso rispettarne la lettera e, ancor più, lo spirito. E soprattutto è doveroso per tutti, anche per le ministre, praticare l’onestà intellettuale: non ci si può ad esempio vantare di applicare «rigorosamente » una legge (come ha fatto la ministra Livia Turco nel comunicato che accompagna l’emanazione delle nuove Linee guida di applicazione della legge sulla Procreazione assistita), quando se ne viola lo spirito – e con ogni probabilità anche la lettera.
La legge 40/2004 – che invano, ricordiamocelo, si è cercato di abrogare tramite referendum – prende le mosse da due principi fondamentali: la doverosa tutela dell’interesse procreativo delle coppie sterili, che intendano ricorrere alle tecniche di procreazione assistita; la doverosa garanzia, nell’applicazione di queste tecniche, dei diritti del nascituro, primo tra tutti quello di venire al mondo. Il riferimento che la legge fa alla sterilità, come presupposto per l’accesso alle pratiche di procreazione, è essenziale, per mantenere loro un doveroso carattere terapeutico ed escluderne qualunque uso a fini di mera manipolazione.
Per garantire il diritto alla vita del nascituro, la legge impone (salvo casi eccezionali) di produrre in provetta solo quegli embrioni (al massimo tre) per i quali la donna sia disposta ad accettare il trasferimento in utero e vieta rigorosamente qualsiasi forma a carico degli embrioni di selezione eugenetica.
Le nuove Linee guida violano palesemente ambedue questi principi. Innovando alla precedente regolamentazione, esse ammettono alla fecondazione assistita coppie, il cui partner maschile sia portatore di patologie sessualmente trasmissibili.
L’argomento utilizzato dalla ministra per giustificare questa disposizione è che a tali uomini andrebbe riconosciuto «uno stato di infertilità di fatto »: categoria, questa, scientificamente priva di senso (dato che costoro sono comunque in grado di procreare) e giuridicamente ambigua: un uomo potrebbe ad esempio essere ritenuto «di fatto » non fertile, solo perché privo di partner femminile (magari intenzionalmente, come può avvenire nel caso degli omosessuali). La realtà è che alterando con le nuove Linee guida l’ancoraggio della legge 40 alla sterilità, si muta in radice tutto lo spirito della legge.
Ancora più grave un’altra innovazione delle Linee guida appena pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale. Si ribadisce la disposizione che proibisce di sottoporre gli embrioni creati in provetta a diagnosi pre-impianto a finalità eugenetica, ma si cassano i paragrafi delle vecchie linee guida che limitavano le indagini sullo stato di salute degli embrioni a quelle strettamente «osservazionali».
La posta in gioco è chiara: aprire la strada a test genetici pre-impiantatori. Con due risvolti: il primo concerne la salute degli embrioni, perché qualunque diagnosi che non sia meramente osservazionale ne pone a rischio la sopravvivenza (contraddicendo dunque lo spirito della legge, che vuole salvaguardare il loro diritto alla vita). Il secondo risvolto è ancora più grave: vengono ad essere di fatto consentite le diagnosi a finalità eugenetica, pur formalmente proibite dalla legge. Quando infatti, grazie a un test genetico, si informasse la donna che dei due o tre embrioni procreati in provetta uno solo è portatore di una qualsiasi patologia (anche se pienamente compatibile con la sopravvivenza) l’esito probabile sarebbe la richiesta della donna di accogliere in utero solo gli embrioni 'sani' e di escludere dall’impianto l’ embrione 'malato' (e basterebbe già sottolineare il carattere solo probabilistico dei test genetici per rilevare la gravità bioetica di simili pratiche, che portano inevitabilmente alla distruzione di embrioni sani). La stessa strada potrebbe essere percorsa per selezionare il sesso del nascituro, trasferendo in utero, dopo un adeguato test genetico, solo l’embrione del sesso desiderato.
L’eugenetica, tenuta fuori dalla porta, rientra così dalla finestra. È innegabile che esista in molte coppie un desiderio di selezione eugenetica dei nascituri (desiderio in alcuni casi, come quelli di patologie estremamente gravi, anche umanamente comprensibile), ma è altrettanto innegabile che questo desiderio non è compatibile col rispetto per le vite create in provetta.
Non solo la lettera, ma anche e soprattutto lo spirito della legge 40 a favore della tutela della vita embrionale sono inequivocabili: le nuove Linee guida alterano significativamente l’una e l’altro.
Eppure dovremmo tutti, anche le ministre – e soprattutto le ministre di un Governo giunto alla fine del suo mandato –, rispettare con onestà intellettuale la legge vigente, sia nella sua lettera che nel suo spirito.
© Copyright Avvenire, 1° maggio 2008
L'onesta' intellettuale avrebbe dovuto sconsigliare ad un ministro di un governo comunque dimissionario (anche se avesse vinto la maggioranza uscita dalla urne nel 2006 la Turco e tutto il governo si sarebbero dovuti dimettere...) di fare la furba e di aggirare norme e referendum.
Voglio sperare che al piu' presto si corregga l'errore.
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R.
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8 commenti:
Cara Raffaella innanzitutto buona giornata e festa a tutti!!!!!
Purtroppo, sappiamo benissimo che certe batoste vengono mal digerite e questi sono i colpi di coda quasi una ritorsione su tutti coloro che hanno voluto cambiare!!!!!
Mi auguro che il nuovo governo che sta per insediarsi, rispetti la volontà espressa nel referendum che tu stessa hai citato.
Speriamo d'ora in poi, di respirare aria meno putrida!
Anco Marzio
Paradossalmente (ma non troppo) il colpetto di mano della Turco potrebbe avere risvolti interessanti:
ci consentirà sin da subito di valutare quale attenzione il governo in fieri vorrà riservare alle tematiche eticamente sensibili.
Luigi
Vorrei che mi aiutaste a capire, sulle questioni scientifiche sono proprio poco ferrato, a scuola detestavo biologia. Se un uomo desidera diventare padre ma è portatore di gravi malattie, sessualmente trasmissibili, ed esiste un sistema del tutto approvato come la fecondazione assistita, che gli permetterebbe di realizzare il desiderio di paternità senza danneggiare la salute della compagna, perchè la legge dovrebbe impedirlo?
Nel pur breve articolo la parola eugenetica torna sei volte. Ma non viene mai spiegata. A leggerla, forse per via della mia ignoranza, subito mi sono venute alla mente le immagini orribili degli esperimenti nazisti. E' una parola già di per se di forte carica evocativa, e la reiterazione da parte di chi scrive non credo sia casuale. Se è eugentica quella che permette ad una coppia di "farsi un figlio su misura" anche solo scegliendone il sesso, di certo è una cosa riprovevole e terribile. Ma se è eugenetica quella che permette di sapere prima se si sta per mettere al mondo una creatura gravemente malata, per permettere la scelta di evitarlo, mi sembra sia quantomeno garantito dalla legge, che permette ancora le analisi sul feto, e quindi semplicemente si eviterebbero le gravi conseguenze, fisiche e psicologiche, di un aborto. Ma soprattutto a me sembra che il fine delle linee guida non sia quello di "eliminare tutti i malati", neanche quello di debellare le malattie genetiche, ma semplicemente di garantire alla coppia il diritto di sapere riguardo alla salute del possibile nascituro, e magari prepararsi così ad accogliere nella propria vita una creatura malata. Quindi perchè si parla di errore?
Sono perfettamente d'accordo sul fatto che sia scorretto stabilire su questioni importanti allo scadere del mandato, macchiandosi per altro di una colpa già commessa dal precedente governo; ma forse in questo caso, in cui inoltre il mandato è scaduto molto prima delle aspettative, queste direttive non sono state pensate in questi giorni, ma sono frutto di un lavoro più lungo,che sarebbe stato appunto del tutto vanificato dalla fine prematura del governo.
Uno Stefano incuriosito
E' sorprendente come in Italia si parli solo di ciò che non si può fare e mai di ciò che è consentito e si potrebbe approfondire e perfezionare, come per esempio, la selezione degli ovociti e degli spermatozoi. Una tecnica che permette di escludere le cellule sicuramente portatrici di malattie gravi in una fase precoce alla formazione dell'embrione. E' una tecnica di diagnosi pre-fecondazione e non prevede la distruzione di embrioni. E' eticamente corretta ma non lo è politicamente e allora non si pubblicizza e non se ne incoraggiano i progressi, giusto per far credere che l'unica alternativa possibile sia la gravidanza al buio e successivamente l'aborto del feto gravemente malato. Purtroppo, proprio non se ne parla e molte coppie ne ignorano l'esistenza.
Credo che sia giusto migliorare la salute di tutti ma pare quasi che la genetica e la medicina non siano più capaci di progredire senza intaccare l'embrione già costituito. Non si vuole limitare la libertà e il diritto alla salute di nessuno ma credo sia lecito che alcuni si chiedano se sia il caso di farlo mettendo mano al progetto umano geneticamente unico e definito che ciascuno di noi è stato ancor prima di nascere. Almeno la discussione e la non adesione di tutti al pensiero dominante la si conceda. Poi, inevitabilmente, una maggioranza in parlamento democraticamente eletto, deciderà, possibilmente senza colpi di mano e non in fase di delegittimazione, a scadenza mandato
Cara Gemma, grazie a te ora sono informata su questa possibilità di perfezionare la diagnosi su spermatozoi ed ovociti. Come la maggior parte dei cittadini, anch'io sono stata infatti vittima di un'informazione parziale. Rinnovo lo sdegno per l'inopportuno colpo di mano della sig.ra Turco. La malafede dell'iniziativa è testimoniata dall'accurata scelta della data di pubblicazione del decreto,successiva alle elezioni; si sapeva bene quale reazione avrebbe generato nell'elettorato cattolico prima del voto. Comunque, l'elettorato ha punito lo stesso questa linea, come già aveva fatto in occasione del referendum sulla Legge 40. Buona giornata Carla
Gentilissima Gemma, la ringrazio per l'informazione. Proprio non conoscevo questa possibilità; mi sono sentito un po' scusato della mia ignoranza quando ho scoperto che si tratta comunque di una tecnica di recente acquisizione: da quanto ho capito in realtà l'analisi si svolge solo sul gamete femminile, e presenta ancora limiti tali per cui la diagnosi sull'embrione rappresenta ancora la procedura consigliabile. Ma anche qualora risultasse un'alternativa ugualmente valida, resta fondamentale la libertà di scelta. Proprio come dice giustamente lei, quando parla di "non adesione di tutti al pensiero dominante" se mi concede la citazione, ove mi trova perfettamente d'accordo: il fatto che una parte della popolazione(che non rappresenta nemmeno la totalità del mondo cattolico) conservi perplessità etiche riguardo alla possibilità di analisi sull'embrione non dovrebbe automaticamente tradursi in un divieto legislativo, applicato all'intera comunità.
Resta poi l'importante conquista dell'estensione della possibilità di ricorrere alla fecondazione assistita a portatori di malattie sessuali, per cui non capisco perché si debba parlare di "malafede". Anzi, se si è d'accordo sull'importanza di prevenire la possibilità che il nascituro sia affetto da malattie genetiche, non bisognerebbe sostenere questa politica, affinché la legge sia rivista e conceda la possibilità di accedere alla pratica anche alle persone fertili ma portatrici di malattie genetiche, persone per le quali la legge 40 obbliga alla scelta unica di una gravidanza al buio e aborto del feto malato?
Per quanto riguarda la cosiddetta "furbata dell'ultimo momento" in realtà da quanto ho capito la discussione in merito alla nuove linee guida era già stata avviata nel luglio 2007.
Uno Stefano grato e perplesso
L'ultimo commento mi induce a chiarire meglio il concetto di malafede del Ministro, cui ho accennato in precedenza .
E' noto che l'esito del referendum, del 2005 ha dimostrato che il corpo elettorale, anche non cattolico, si è orientato in sintonia con la posizione della Chiesa, che ha considerato l'attuale legge 40 il male minore rispetto alla volontà dei promotori del referendum, e che per questo ha consigliato l'astensionismo. E' noto altresì che precisamente da quel momento in poi il Ministro ha adottato la strategia di usare le famose "linee guida di attuazione", previste dalla legge 40, per arrivare gradualmente ad introdurre, in modo "silenzioso", i cambiamenti desiderati da larghissima parte dell'allora maggioranza di governo, ma non dal corpo elettorale, circostanza non ignota al Ministro. E' noto altresì che l'azione di un Ministro deve essere anche informata a criteri di opportunità politica. Orbene, la "opportunità politica", nella fattizpecie i questione, non poteva che consigliare l'uscita delle linee guida dopo le elezioni, ballottaggi compresi, qualunque fosse stato l'esito.
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Turco e Visco: miserabili vendette di trombati senza appello
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