27 luglio 2008
Un anno da passare con l'apostolo Paolo sul comodino (Osservatore Romano)
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Iniziative della Libreria Editrice Vaticana per il bimillenario
Un anno da passare con l'apostolo sul comodino
di Silvia Guidi
Il modo migliore per celebrare san Paolo in occasione del bimillenario della sua nascita? Leggerlo. Sembra ovvio ma non è così; non è automatico lasciarsi interpellare dalle parole dell'Apostolo, prendere sul serio quello che scrive e confrontare il contenuto delle sue lettere alle comunità di Efeso, Tessalonica e Corinto con l'esperienza di tutti i giorni.
Come tutti i grandi classici, anche Paolo rischia di essere dato per scontato, e di essere citato, imitato e parafrasato ma non letto.
Anche per questo la Libreria Editrice Vaticana ha deciso di fornire ai "pellegrini-lettori" degli strumenti per camminare con l'Apostolo, agili volumetti che condensano in poche pagine il messaggio dell'ex fariseo conquistato da Cristo, come Sette giorni in cammino con san Paolo.
Esercizi spirituali sulla via di Damasco, di Ronald Witherup, Città del Vaticano, 2008, pagine 141, euro 16,50).
O come Celebrazioni della Parola per l'Anno paolino. Meditazioni di Papa Benedetto XVI, a cura di Lucio Coco (Città del Vaticano, 2008, pagine 87, euro 7) in cui alla lettura di san Paolo proposta è fatto seguire un commento del Papa tratto dalle sue omelie e dalle sue catechesi, accompagnato dalle orazioni di Anna Maria Cànopi e dalle musiche originali di Antonino e Palmina Trovato; testi che mirano a far riscoprire le grandi parole che segnano l'esperienza del cristiano, fede, speranza, carità.
È la speranza, sottolinea Ratzinger, che rende la vita "tridimensionale", intensa, interessante, piena di sorprese.
"Scrivendo agli Efesini, san Paolo ricorda loro che, prima di abbracciare la fede in Cristo, essi erano "senza speranza e senza Dio in questo mondo". Se manca Dio, viene meno la speranza. Tutto perde di "spessore". È come se venisse a mancare la dimensione della profondità ed ogni cosa si appiattisse, privata del suo rilievo simbolico, della sua "sporgenza" rispetto alla mera materialità. È in gioco il rapporto tra l'esistenza qui ed ora e ciò che chiamiamo "aldilà": esso non è un luogo dove finiremo dopo la morte, è invece la realtà di Dio, la pienezza della vita a cui ogni essere umano è, per così dire, proteso. A questa attesa dell'uomo Dio ha risposto in Cristo con il dono della speranza" (Omelia, 1 dicembre 2007).
Stessi intenti in Pensieri su Paolo. Riflessioni di Papa Benedetto XVI in occasione dell'Anno paolino, una selezione di testi sempre a cura di Lucio Coco, (Città del Vaticano, 2008, pagine 124, euro 7,50).
"La figura di Paolo che la celebrazione dell'Anno paolino intende mettere al centro delle nostre riflessioni, facendo memoria del bimillenario della nascita dell'apostolo, ci interpella profondamente anche oggi - scrive il cardinale Tarcisio Bertone nella prefazione - il suo viaggio sulla via di Damasco ha in sé il significato di un vero e proprio itinerario spirituale che in un certo senso riproduce l'esperienza di ogni uomo che si libera dalle illusioni e dai miraggi che lo condizionano e conquista la propria autenticità.
Il termine con cui Paolo definisce questa esperienza decisiva è quello di "vocazione". Paolo è consapevole che la sua conversione non è il risultato di uno sviluppo di pensieri, di riflessioni, ma il frutto di una imprevedibile grazia divina. È necessario anzitutto riconoscere a Dio questa prima mossa che ci libera da ogni sterile attivismo e ci mette nel suo amore, nella sua caritas, assegnandoci a uno spazio di gratuità nel quale ciascuno può coltivare la sua vocazione e la sua fede".
È sempre Dio che prende iniziativa per primo con l'uomo, non viceversa: "Ma la via di Damasco è anche il luogo di un incontro, dell'incontro con Gesù, di Gesù che si avvicina all'uomo che fino a quel momento lo ha ignorato e non lo ha riconosciuto come tante volte è accaduto durante la nostra storia personale. Così era capitato anche ai viandanti diretti verso Emmaus. Le circostanze erano sempre le stesse.
È sempre Gesù che si fa incontro all'uomo distratto o incredulo, se non addirittura contrario come nel caso di Paolo, e dopo questo incontro di grazia la vita dell'uomo non può non esserne trasformata. L'esistenza di Paolo dimostra proprio questo. Essa è la testimonianza continua di questo incontro e della necessità che ne deriva di riferirsi sempre a lui, di centrare la propria vita in Gesù, di imparare da lui, di entrare nei suoi sentimenti per realizzare pienamente se stessi".
"Come avviene l'incontro di un uomo con Cristo?" scrive Elio Guerriero nella prefazione a Paolo, l'Apostolo delle genti, di Benedetto XVI (Città del Vaticano, Lev in coedizione con la San Paolo, 2008, pagine 94, euro 10); "prima della conversione, Paolo non era un uomo lontano da Dio e dalla sua legge. Al contrario. Nell'incontro con Cristo capì, però, che era necessario un nuovo orientamento della sua vita", un cambiamento dello sguardo.
Novità dell'ultima ora: tra qualche giorno sarà in libreria, sempre della Lev, anche Abbiamo avuto il coraggio di annunciare il Vangelo di Dio, in cui saranno raccolti tutti i testi delle liturgie di apertura dell'Anno paolino.
(©L'Osservatore Romano - 27 luglio 2008)
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