31 agosto 2007

A Loreto il Papa si farà "semplice" catechista


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Il Papa a Loreto ritorna “catechista”

FRANCO GARELLI

TORINO

Fine delle vacanze per il Papa e per duecentomila giovani cattolici italiani che domani e domenica saranno protagonisti di un meeting della fede a Loreto, nella grande spianata di Montorso che attornia il santuario della Madonna. Tra i momenti clou, la veglia di preghiera di sabato, nella quale il Pontefice teologo risponderà alle domande dei giovani e si improvviserà come il loro catechista, e la grande celebrazione eucaristica del giorno dopo, che Benedetto XVI concluderà con la recita dell’Angelus in uno scenario giovanile inusuale: un mix di musiche, feste, grandi emozioni e spazi di contemplazione.

Culture e stili diversi

Ancora una volta la Chiesa sceglie uno spazio aperto, l'agorà, per incontrare e ascoltare i giovani e per proporre loro mete impegnative. Per un weekend Loreto sarà la piazza d'Italia più frequentata. Vi convergeranno non soltanto i giovani delle associazioni e dei movimenti cattolici più importanti, ma anche folte rappresentanze delle 225 diocesi d'Italia, che da tempo si sono mobilitate per l'evento. La macchina organizzativa è imponente come si conviene a un happening di questo tipo. Tulle le diocesi attorno a Loreto si sono attrezzate per accogliere i pellegrini, non solo in chiave logistica, ma anche per far incontrare gli ospiti con i gruppi ecclesiali più vivaci della zona. Una sorta di contaminazione di culture e di stili ecclesiali che crea gemellaggio tra i giovani cattolici della penisola, rinforzandoli nelle loro convinzioni di fede e nell’amicizia umana.
La scommessa
Ancora una volta, dunque, la Chiesa italiana investe sui giovani, nonostante non stia vivendo un momento facile, esposta com’è a varie tensioni. A livello europeo, grazie a qualche soffiata nostrana, è sotto indagine per l’esenzione Ici degli edifici religiosi, una questione che può indubbiamente indebolire la sua immagine pubblica. Oltre a ciò, l'estate 2007 ha portato una serie di notizie non proprio favorevoli alla presenza della Chiesa nel Paese, con le accuse di abusi sessuali che hanno coinvolto don Gelmini e le sue comunità, con i casi (come quelli che si sono verificati a Torino) di preti al centro di inchieste sulla pedofilia; e ancora, con la situazione di sacerdoti che denunciano di avere qualche paternità, nonostante siano efficaci e apprezzati nel loro ministero.

La forza sociale

Ciò nonostante, il corpo forte della Chiesa continua la sua presenza di sempre nella società italiana e a livello giovanile si segnala come una delle forze più in grado di avanzare proposte significative. E non soltanto dando vita ai grandi eventi, funzionali a coltivare forti emozioni; ma soprattutto con un impegno di base a tutto campo, un’azione educativa di lungo periodo.
L'investimento della Chiesa nei confronti dei giovani è uno degli aspetti più interessanti della situazione italiana. Da tempo, nella società, si guarda ai giovani con scetticismo, accreditandoli perlopiù con le immagini dell'evasione e del bullismo. Si vive in un mondo troppo complicato perché i giovani possano trovarvi motivi di affezione e di identificazione. Così da molte parti se proprio non si giustifica, perlomeno si accetta come un dato di fatto che i giovani seguano la strada del disimpegno, si divertano finché sono in grado di farlo, vivano un po' ai margini dalla società, o con la testa da un'altra parte.
Da tempo la Chiesa cerca di combattere questo stato di cose. Il primo segnale forte in questa direzione è venuto da Papa Wojtyla, che proprio per mobilitare i giovani ha dato vita a una sequenza di appelli e di grandi appuntamenti capaci di richiamare le nuove generazioni a un forte protagonismo. L'evento di Loreto rientra in questa perenne scommessa sui giovani da parte della Chiesa. E’ solo puntando sui giovani, richiamandoli a grandi mete e prospettive, scommettendo sulle loro qualità, favorendo la loro leadership, che si può potenziare il capitale culturale della nazione.
Se le istituzioni (famiglia e scuola anzitutto) sono disorientate e incerte, la Chiesa non demorde dal richiamare i giovani a stili di vita più responsabili e armonici. I soli che possono far crescere le persone, metterle in relazione con gli altri, far maturare il senso della comunità, orientarli a scelte impegnative per sé e per gli altri.
Non è certo l'unica agenzia formativa, la Chiesa. Ma è indubbio che il confronto con le grandi questioni del senso della vita e della solidarietà sono una ricetta indiscutibile per far uscire i giovani dai loro pensieri pigri e per richiamarli a progetti di ampio respiro. Quelli a cui ha fatto riferimento Benedetto XVI nelle sue recenti vacanze in Trentino, quando ha ricordato a tutti che «la montagna evoca l'ascesa dello spirito verso l'alto, l'elevazione verso la “misura alta” della nostra umanità». Un concetto che il Papa ribadirà anche a Loreto e alle migliaia di giovani alla ricerca di segni di fiducia e di speranza. Abbattere le frontiere della globalizzazione, della cultura e delle etnie, per «ritrovare il senso del contatto, dei sentimenti, dell’abbraccio, del dialogo, del confronto». Con questo spirito Claudio Baglioni salirà domani notte sul maxipalco di Montorso, la spianata che accoglierà 300mila pellegrini per l’Agorà dei Giovani, il raduno con Papa Benedetto XVI. E la sua musica avrà un unico messaggio: «Prendere il proprio destino e il futuro in mano, e impegnarsi per creare un mondo migliore». Oggi Baglioni è arrivato nella cittadina marchigiana per provare le ultime note; domani l’incontro con i giovani e poi la partenza per Lampedusa, dove lo attende il progetto O’Scià che l’artista romano porta avanti da 5 anni con lo scopo di far riflettere istituzioni e forze politiche sul tema dell’immigrazione.

© Copyright La Stampa, 31 agosto 2007

Brutte notizie per la Chiesa questa estate? Ma no! La Chiesa e' abituata ad essere attaccata su piu' fronti e piu' e' forte e piu' il Maligno usa nuove strategie per cercare di danneggiarla solo che...non ci riesce :-)
R.

3 commenti:

euge ha detto...

Già il Dragone che nel corso della storia assume diverse forme e la sua forma attuale è quella che vediamo ogni giorno!!!!!!!!
Eugenia

Anonimo ha detto...

Bellissimo e significativo il titolo di questo post “A Loreto il Papa si farà "semplice" catechista” . Io penso che la grandezza spirituale di Benedetto XVI sia proprio questa: fare catechismo, ossia ricominciare il cammino per un formazione spirituale “vera” dei giovani. Questo significa ricondurre il progetto della Chiesa alla sua vera funzione, quella della pastorale cristiana e morale. Non basta, e non è bastato per circa trent’anni, a mio parere, adunare milioni di giovani desiderosi solo di ballare davanti al Papa solo con lo scopo di divertirsi e approfittare dell’occasione per dedicarsi ad altre “tematiche” notturne. Bisogna fare in modo che questi giovani vadano agli incontri col Papa per incontrare Cristo e non con l’unico scopo di pensare al divertimento, bisogna guidarli, istruirli. Negli ultimi anni ne sono stati fatti tanti di questi incontri, ma io non ho visto altro che balletti e cori di canzoni; no, bisogna comunicare ai giovani quell’ansia e quel sano turbamento che si prova quando di avverte la vicinanza con Cristo. “A Loreto il Papa si farà "semplice" catechista”: ecco perché io sono sicuro che questi incontri saranno forse più proficui, e anche più selettivi, con Benedetto XVI, perché facendo “catechismo” (grande catechismo di un grande teologo e di un grande pastore) questi giovani comprenderanno qual è il vero cammino da percorrere se questo si vuole percorrere con Cristo. Con tutto il rispetto, Cristo non è una barzelletta o un’occasione per divertirsi, Cristo è una scelta a volte sofferta che va fatta in tutta la sua interezza. Prego e credo che Benedetto XVI ha intuito la strada da fare insieme ai giovani, prima di tutto limitandone gli incontri che erano ridotti ormai a puro divertimento, e, con la forza della sua alta personalità, far capire loro che incontrare Cristo è una sensazione bellissima e allo stesso tempo impegnativa. In poche parole, non stare solo insieme ai giovani (com’è sempre avvenuti negli anni passati) ma formare i giovani trasmettendo loro quella sana inquietudine favorendo una società, i giovani in particolare, più giusta e soprattutto una gioventù priva di una superficiale e preoccupante violenza.

Anonimo ha detto...

Concordo con te, carissimo Antonio: c'e' bisogno di catechesi. Il Papa ha il grandissimo carisma della chiarezza e della semplicita' nella comunicazione. Mi colpiscono sempre le immagini che egli riesce ad evocare. Ci sono espressioni che mi hanno colpito moltissimo: il Cristianesimo non e' una minestra riscaldata, l'Amore che vince sull'odio è la fissione nucleare in noi; l'umilta', la mitezza, la misericordia sono il "passaporto" per la vita eterna.
E non dimentichiamo quel "chi crede non e' mai solo" che e' diventato la pietra miliare per molti di noi.
Raffaella