29 novembre 2007

Il messaggio del Papa per la Giornata dei migranti e dei rifugiati: i commenti del Corriere della Sera e della Gazzetta del sud


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Il messaggio L'intervento di Benedetto XVI per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato

Il Vaticano: i Cpt spesso sono prigioni

Attacco del cardinale Martino. Il Papa: campi profughi sconvolgenti

Il documento di Ratzinger sulle «sofferenze dei giovani che lasciano il proprio Paese»

Luigi Accattoli

CITTÀ DEL VATICANO — «I Centri di permanenza temporanea sono spesso delle autentiche prigioni, non solo in questo ma anche in altri paesi»: l'ha detto ieri il cardinale Renato Martino, presidente del Consiglio vaticano per i migranti e gli itineranti, estendendo ai nostri centri di raccolta degli immigrati clandestini la forte denuncia dei campi profughi del Sud del mondo che è contenuta nel messaggio del Papa per la «Giornata mondiale del migrante e del rifugiato 2008» pubblicato ieri.
Il cardinale presentava quel messaggio alla stampa insieme al segretario dello stesso Consiglio arcivescovo Agostino Marchetto, che così ha evidenziato il maggiore tra i drammi di cui sono portatori i «campi di accoglienza per profughi e rifugiati», che è quello della lunga permanenza: «Dovrebbero tornare a essere ciò per cui furono creati, un luogo ove stare temporaneamente».
In alcuni Stati, ha detto ancora Marchetto, «si giunge perfino alla detenzione di minori non accompagnati», mentre l'abbandono e l'insicurezza che incontrano nei Paesi occidentali «li porta spesso alla depressione, a ritirarsi in sè stessi, o a divenire aggressivi».
Nel messaggio — che ha il titolo «I giovani migranti» — il Papa parla delle sofferenze dei ragazzi che lasciano il proprio Paese, specie quelli che si trovano senza una famiglia alle spalle: «Questi ragazzi e ragazze finiscono spesso in strada abbandonati a se stessi e preda di sfruttatori senza scrupoli che, più di una volta, li trasformano in oggetti di violenza fisica, morale e sessuale». Le ragazze in particolare sono «più facilmente vittime di sfruttamento, di ricatti morali e di abusi di ogni genere».
Papa Ratzinger esorta poi a non tacere più «di fronte alle immagini sconvolgenti dei grandi campi di profughi o di rifugiati presenti in diverse parti del mondo» e alle condizioni dei bambini che lì trascorrono la propria infanzia e adolescenza: «Come non pensare che quei piccoli esseri sono venuti al mondo con le stesse legittime attese di felicità degli altri? E al tempo stesso come non ricordare che la fanciullezza e l'adolescenza sono fasi di fondamentale importanza per lo sviluppo dell'uomo e della donna e richiedono stabilità, serenità e sicurezza?» «Questi bambini e adolescenti — dice ancora il Papa — hanno avuto come unica esperienza di vita i "campi" di permanenza obbligatoria, dove si trovano segregati, lontani dai centri abitati e senza possibilità di frequentare normalmente la scuola. Come possono guardare con fiducia al loro futuro?» Il messaggio del Papa fa anche appello agli stessi «giovani migranti» perché si impegnino nella costruzione di una «società più giusta» nel Paese dove si sono inseriti: «Siate rispettosi delle leggi e non lasciatevi trasportare dall'odio e dalla violenza».

© Copyright Corriere della sera, 29 novembre 2007


L'intervista Il ministro che firmò la legge

«Impossibile pensare di abolirli ma la loro funzione va limitata»

Virginia Piccolillo

ROMA — L'allarme stavolta lo lancia il Vaticano: i Cpt troppo spesso si trasformano in prigioni permanenti.

Ministro Livia Turco, lei che oltre ad essersi battuta per la riforma della cittadinanza e il diritto di voto agli immigrati, firmò la legge che li istituì, come accoglie l'appello del Vaticano?

«Il Papa guarda al mondo e parla di campi profughi. L'Italia, persino con Berlusconi, ha saputo accogliere ondate di profughi: dalla Bosnia o dalla Somalia. Poi il flusso è cresciuto e si è fatta confusione tra profughi e immigrati».

E ora nei Cpt ci sono entrambi e anche i bambini.

«È l'effetto della Bossi-Fini. Noi avevamo previsto due leggi. Una sul diritto di asilo, mai approvata.
L'altra distingueva tra centri di accoglienza e Cpt che dovevano servire solo all'identificazione e non prevedevano presenza dei minori ».

Furono criticati da subito.

«Fu una scelta difficile ma la Consulta riconobbe l'equilibrio tra i principi della sicurezza e della libertà personale. E le presenze nei Cpt erano residuali. La Bossi-Fini invece, facendo diventare l'accompagnamento alla frontiera una norma, ha reso la situazione ingestibile. Come dimostrano i dati Caritas».

Quali?

«Nel 2005 su 119.923 allontanati solo il 45,3% sono stati rimpatriati davvero, contro il 56,8% dell'anno precedente. I profughi si trovano trattati da clandestini».

A posteriori abolirebbe i Cpt?

«Se c'è un clandestino, recidivo che nasconde la sua identità e straccia i documenti devo lasciarlo andare per il Paese? Però devono tornare a essere residuali. E con la legge Amato-Ferrero lo saranno. Si potenzieranno i centri di accoglienza e si istituirà un fondo per il rimpatrio assistito ».

Ma intanto?

«Atti importanti sono già stati fatti da questo governo soprattutto per la gestione dei Cpt. Io e il presidente Napolitano insistemmo molto perché vi partecipassero mediatori culturali e volontari. Tornassi indietro lo scriverei nella legge».

© Copyright Corriere della sera, 29 novembre 2007


Giovani immigrati La dura presa di posizione di Benedetto XVI

«Più integrazione, no ai campi profughi»

ROMA Benedetto XVI chiede agli Stati e alle scuole di fare di più per proteggere ed integrare i bambini e gli adolescenti immigrati, vittime spesso di abusi sessuali, fisici e morali, oltre che di discriminazione e emarginazione. I campi profughi o di accoglienza – ammonisce – non possono divenire l'unica realtà per l'infanzia in tante parti del mondo. I "cpt", ovvero i centri di permanenza temporanea – accusano in Vaticano – si trasformano troppo spesso in «prigioni permanenti». Nello stesso tempo tuttavia, Papa Ratzinger si rivolge con forza anche ai giovani immigrati, studenti e lavoratori, perché rispettino le leggi dei paesi di accoglienza e non si lascino mai trasportare «dall'odio e dalla violenza». Il tema delle migrazioni delle giovani generazioni è quest'anno al centro del messaggio scritto da Benedetto XVI in vista della «Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2008» che sarà celebrata il prossimo 13 gennaio.
Nel testo, il Papa parla delle sofferenze dei giovani immigrati, specie quelli che si trovano senza una famiglia alle spalle.
«Questi ragazzi e ragazze – osserva – finiscono spesso in strada abbandonati a se stessi e preda di sfruttatori senza scrupoli che, più di una volta, li trasformano in oggetti di violenza fisica, morale e sessual,"'. Ciò, specifica il pontefice , vale sopratutto per le ragazze, e il giro della prostituzione.
Papa Ratzinger esorta poi a non tacere più «di fronte alle immagini sconvolgenti dei grandi campi profughi», sparsi per il mondo e alle condizioni dei bambini che lì vi trascorrono la propria infanzia e adolescenza.
«Come non pensare che quei piccoli esseri sono venuti al mondo con le stesse legittime attese di felicità degli altri?», si chiede Benedetto XVI.

© Copyright Gazzetta del sud, 29 novembre 2007

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