30 novembre 2007

Baget Bozzo risponde a Barbara Spinelli: la Chiesa salvata dai semplici


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LA CHIESA SALVATA DAI SEMPLICI

Gianni Baget Bozzo

Con il Concilio Vaticano II la Chiesa cattolica si è misurata con la modernità, cessando d’esserne un’alternativa.
Ciò ha portato un arricchimento della Chiesa, che ha potuto situarsi nel mondo come chi ne parla il linguaggio, si riferisce alla medesima cultura, si propone come «esperta in umanità». Il gesto coraggioso l’ha portata quasi all’implosione: s’è creata nei fedeli l’impressione che la Chiesa, principio della stabilità, fosse divenuta un moto perpetuo. Ne nacque la più grande crisi che il Cattolicesimo abbia conosciuto dopo la riforma protestante. È sembrato che la Chiesa fosse in mano alla discussione fra i teologi, arbitri di tutto ciò che i fedeli ritenevano verità. La lama della ragione è scesa sul dogma e, soprattutto, sulla liturgia, in modo da far pensare che le verità fossero poche o nulle, e che ciascuno potesse reinterpretarle a piacimento.
La cultura laica non valuta a sufficienza il dramma che la Chiesa ha vissuto per trovare un linguaggio che poteva essere inteso dal mondo contemporaneo. Per arrivare al dialogo essa produsse in se stessa quella che il grande pontefice Paolo VI definì la propria «autodemolizione».
La Chiesa ha superato la crisi, anche perché il mondo moderno è fallito nella sua più alta speranza laica e religiosa a un tempo: il comunismo sovietico. Da allora la ragione non ha avuto più la capacità di indicare fini per l’uomo, ma solo obiettivi: e ha quindi dato un nuovo spazio alla religione.
Barbara Spinelli ritiene che solo i teologi che rimangono attaccati allo «spirito del Concilio» siano la vera Chiesa (strano assunto per un laico).
Sembra dimenticare che la Chiesa è una religione e che è stata salvata come religione da tre grandi papi: Paolo, Giovanni Paolo e Benedetto. Ma, prima di tutto, dai semplici fedeli, gli stessi che in Russia, vecchie e povere donne, continuavano ad assistere alla celebrazione della liturgia divina nei limiti in cui il comunismo lo permetteva. Anche la Chiesa ortodossa ha potuto vivere grazie alla liturgia e alle vecchiette. Accade sempre che siano i fedeli a conservare il mistero della fede quando i teologi tutto subordinano alle vie della ragione. Ma la ragione non sa dare un fine all’uomo, non sa spiegare il senso della vita.
Padre Pio è un’immagine di questo mondo della fede semplice, quella nascosta nei cuori, che ha permesso al Papa romano di trovare un fondamento alla sua azione per ricostituire la Chiesa cattolica. Esso è stato il punto di appoggio, una leva, in cui sollevare una Chiesa, travolta dal vento del suo stesso generoso impegno per trovare un dialogo nel mondo. La Chiesa si comprende partendo dal cuore di chi crede, non scegliendo gli interlocutori secondo un criterio che trascura proprio il fatto della loro fede nel mistero. Anche il laico è giunto innanzi al mistero, misura il mondo, conosce le galassie ma non sa cosa sia l’uomo e quale sia il suo futuro: la distruzione dell’ecosistema o un progresso umano ragionevole? La Chiesa cattolica ha scelto di valutare a un tempo la profondità del Male, ciò che la fede chiama Satana, ma anche il fatto che l’uomo è creato e redento e che con la sua azione può giungere a vivere il suo mondo in pace. Così la Chiesa di Benedetto XVI riunisce la spinta conciliare verso il moderno e la permanenza della fede nella Chiesa in un arco di tempo così difficile da sopportarsi. Per il credente, questo è il mistero e il miracolo della Chiesa, come disse il Concilio Vaticano I.

© Copyright La Stampa, 30 novembre 2007

5 commenti:

francesco ha detto...

che qualunquismo nelle parole del povero baget... che per fare lo snob cita le (davvero eroiche!) vecchiette del blocco comunista... tali vecchiette e in Russia e da noi però sono merce ormai terminata, giusto qualche rimanenza in qualche sperduto magazzino del sud... per il resto ci sono solo gente acida - spesso neanche troppo anziana - che di fede non sa granché ma si atteggia a difensore della tradizione vetusta e antica...
oddio neanche tra i teologi di accademia oggi si trova granché... se non citazioni di teologi dell'epoca conciliare o strane riflessioni farneticanti... che dire? il Papa fa una gran fatica... e difficile trovare chi l'aiuti, non perché non ci sia... ma perché è gente che non si vede e non appare, lavora nel silenzio e fa le cose...
nè con la spinelli, nè con il bagettone...
io sto col Papa e con i vescovi (tutti)

ondeb ha detto...

Bell'articolo quello di Baget Bozzo... Non volevo scriverlo esplicitamente, ma non mi sembrava neanche il caso di lasciare solo il commento di francesco, così rude e severo con quell'anziano monsignore... ;)

Io sto con il Papa e con i vescovi che obbediscono al Papa.

Un salutone.

paola ha detto...

Decisamente un bell'articolo Paola

euge ha detto...

Care Paola ed Ondeb non ci crederete se vi dico che Francesco è fatto così ancora non si è capito bene da che parte sta perchè come si suol dire una volta da una botta al cerchio ed una alla botte. Non meravigliatevi prendetelo come è io è da mesi che cerco di capire a che gioco sta giocando ma a questo punto non me ne importa di saperlo. L' unica cosa che sò che Papa Benedetto è una persona degna di rispetto, di affetto, di gratitudine per tutto quello che sta facendo e che farà;
per cui francesco pensi quello che vuole se la vedrà lui e la sua coscenza.

Anonimo ha detto...

Il Signore ha scelto i piccoli e gli umili per confondere i sapienti e gli intelligenti.
Continuiamo a pregare per questo grande Papa Benedetto che ci sta ridonando la gioia, la fierezza di essere cattolici con tutte le tradizioni gloriose di secoli di fede e di santità, senza le quali non è possibile sostenere le sfide di questo mondo moderno.
IO STO COL PAPA E (SOLO) CON QUEI VESCOVI UNITI A LUI.