25 novembre 2007

Concistoro del 24 novembre: i commenti di Acquaviva (Quotidiano Nazionale) e di Tosatti (Stampa)


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Berretta a 23 cardinali «Servite la speranza»

Appello di Benedetto XVI per la pace in Iraq

dall’inviato GIORGIO ACQUAVIVA

— CITTÀ DEL VATICANO —
TOCCA al neoporporato Leonardo Sandri leggere l’«indirizzo di omaggio» al Papa a nome degli altri candidati che stanno per essere creati cardinali e lo fa assicurando «la collaborazione più fedele e leale», enumerando poi i campi in cui tutti e 23 si sentono mobilitati: dal servizio alla verità al rinnovamento nella tradizione, all’ecumenismo e al dialogo, a matrimonio, famiglia e vita, ai diritti umani.
BENEDETTO XVI risponde nella omelia volando alto, chiamando i nuovi arrivati nel «senato della Chiesa» alla testimonianza fino all’effusione del sangue, ma soprattutto che siano «apostoli di Dio che è Amore e testimoni della speranza evangelica», e poi invita all’umiltà e a non inseguire l’arrivismo. Quindi riprende il dramma dell’Iraq, già citato da Sandri con parole toccanti («tra lacrime e sangue, nel doloroso esodo di tanti cristiani» dalla terra di Abramo, «padre comune nella fede e nella speranza»).
E IL PAPA spiega che con la scelta compiuta — di chiamare a far parte del Sacro Collegio Emmanuel III Delly, Patriarca della Chiesa Caldea — ha inteso «esprimere in modo concreto la vicinanza spirituale e l’affetto per quelle popolazioni», non solo solidarietà verso i cristiani di quella «amata terra», ma anche «invocare da Dio misericordioso, per tutti i popoli coinvolti, l’avvento dell’auspicata riconciliazione e della pace». Un gesto interessante nei confronti dell’Islam.
La solenne cerimonia — interamente in latino, se si eccettuano le invocazioni alla preghiera dei fedeli — ha avuto luogo in Basilica per timore della pioggia ed è stata punteggiata da applausi a ogni nome dei neocardinali, ognuno seguito da una propria claque. Particolarmente imponenti quelli all’indirizzo dell’arcivescovo di Genova e presidente della Cei Angelo Bagnasco, il quale già lunedì prenderà possesso della chiesa della Gran Madre di Dio a Ponte Milvio, di cui è divenuto titolare.
UN COLPO d’occhio in Basilica il rosso delle porpore e il viola dei vescovi. Tante le rappresentanze politiche e diplomatiche. Per l’Italia c’erano il vicepremier Francesco Rutelli, i ministri Mastella e Parisi. In rappresentanza del governo Zapatero, il vicepremier spagnolo Marìa Teresa Fernandez de la Vega; dalla Francia il ministro dell'Interno, Michèle Alliot-Marie; per l'Irlanda il capo dello Stato Mary McAleese, accompagnata dal marito; e poi ambasciatori e dignitari di 12 Paesi.
NEL DISCORSO Benedetto XVI ha spiegato il significato della porpora cardinalizia, che comporta l’inserimento «a pieno titolo nella veneranda Chiesa di Roma, di cui il Successore di Pietro è il Pastore. Nel Collegio dei Cardinali rivive così l’antico «presbyterium» del Vescovo di Roma», il quale — aggiornato ai tempi moderni e alla universalità della Chiesa — concorre in maniera esclusiva all’elezione in Conclave e alla collaborazione stretta con lui.
Fra i 23 neoporporati — ha aggiunto il Papa — ce ne sono di quelli che hanno prestato servizio in comunità diocesane, altri hanno lavorato a stretto contatto con la Sede Apostolica, altri ancora hanno «reso benemeriti servizi» in specifici settori pastorali. E ha sottolineato che «la diversità per provenienza geografica e culturale, pone in rilievo la crescita provvidenziale ed evidenzia le mutate esigenze pastorali a cui il Papa deve rispondere». La celebrazione del Concistoro — ha proseguito — è sempre «una provvidenziale occasione per offrire «urbi et orbi», alla città di Roma e al mondo intero, la testimonianza di quella singolarità che stringe i cardinali attorno al Papa».
RIFERENDOSI poi alla lettura del Vangelo di Marco, ha richiamato l’esigenza che ogni «vero discepolo di Cristo» aspiri solo a «condividere la sua passione, senza rivendicare alcuna ricompensa». Nessuna corsa ai privilegi, dunque, nessuna voglia di dominio, ma «servizio di amore per Dio, per la Chiesa, per i fratelli».
Al termine, una sorpresa: papa Ratzinger, dismessi gli abiti liturgici (una mitria di Pio IX e un piviale d’oro del XV secolo usato da Giovanni Paolo II) è uscito sul sagrato e ha ringraziato i fedeli che non erano riusciti ad assistere alla cerimonia: «Tutti insieme siamo una famiglia».

© Copyright Quotidiano Nazionale, 25 novembre 2007


LA STRATEGIA ECUMENICA DEL PAPA

Ora la Chiesa romana ha «senatori» in tutto il globo

Giorgio Acquaviva

— CITTÀ DEL VATICANO —

CON I 23 neocardinali, 18 dei quali di età inferiore agli 80 anni (Sandri, Foley, Lajolo, Cordes, Comastri, Rylko, Farina, Garcìa-Gasco Vicente, Brady, Martinez Sistach, Vingt-Trois, Bagnasco, Sarr, Gracias, Robles Ortega, Di Nardo, Scherer, Njue), il Sacro collegio arriva a 201 membri di 69 Paesi. Un futuro Conclave potrà contare sul numero previsto di 120 elettori, di cui gli europei sono la metà esatta (60); 21 l’America Latina (dove vive la metà dei cattolici del mondo), 16 il Nord America; 12 l’Asia; 9 l’Africa; 2 l’Oceania.

IL «SEGNO» del pontificato di Benedetto XVI comincia a farsi sentire, avendo egli — in due concistori — creato ben 30 cardinali elettori, ovvero un quarto del totale. Così come si fa nuovamente sentire una tendenza «eurocentrica», pur con l’attenzione alla più ampia «geopolitica» delle nomine, soprattutto per quanto riguarda le grosse diocesi del mondo. E così, se era in qualche modo scontata la porpora per Bagnasco (per la sede di Genova ma l’incarico di presidente della Conferenza episcopale italiana), è importante che accanto agli arcivescovi di Parigi e Valencia ci siano quelli di Dakar (Senegal), di Bombay (India), di Monterrey (Messico), di Houston (Stati Uniti), di San Paolo (Brasile), di Nairobi (Kenia).

UN MESSAGGIO chiaro anche alle autorità civili e politiche di quei Paesi della importanza che la Santa Sede attribuisce a quelle diocesi: non più solo «chiese locali», ma ora rette da persone che rappresentano un legame stretto («diplomatico», anche) con il Capo della Chiesa cattolica. D’altra parte il Vescovo di Roma potrà più di prima avere il polso della situazione di ogni angolo del globo quando riterrà di riunire il «senato della Chiesa».

DA QUESTO punto di vista è interessante il fatto che papa Ratzinger abbia proceduto anche alla chiamata di ultraottantenni (Delly di Bagdad, il nunzio apostolico Coppa, l’argentino Esteban Karlic, il gesuita Navarrete e il francescano Betti), che non sono esclusi dai concistori straordinari in cui si discutono problemi cruciali e si forniscono al Pontefice pareri e orientamenti.

Un concistoro di «segnali», dunque, fra i quali svetta la ripresa del metodo wojtyliano della «purificazione della memoria» che potrà facilitare il cammino ecumenico.

© Copyright Quotidiano Nazionale, 25 novembre 2007


Una standing ovation per Bagnasco cardinale

MARCO TOSATTI

CITTÀ DEL VATICANO
L’applausometro premia Bagnasco, durante il Concistoro per la creazione di 23 nuovi cardinali celebrato da papa Ratzinger ieri a San Pietro. L’arcivescovo di Genova ha avuto un lungo battimani quando Benedetto XVI gli ha posto sul capo la berretta rossa; così come è stato salutato in maniera decisa dal pubblico il patriarca dei caldei, Delly, un segnale evidente di solidarietà con i cristiani iracheni, mentre riceveva il segno distintivo del suo nuovo grado di «principe della Chiesa».
La berretta rossa da secoli è «segno della dignità del Cardinalato» ma, come ha ricordato Benedetto XVI ai neo-porporati, significa anche «che dovete comportarvi con fortezza, fino all’effusione del sangue».
Il rito si è svolto in latino come è tradizione nelle liturgie più solenni; il timore della pioggia - che è scrosciata abbondante poco dopo la conclusione - ha fatto sì che il rito, previsto in piazza, si svolgesse in basilica. Il che ha aggiunto solennità all’evento, a cui hanno contribuito anche i paramenti indossati da Ratzinger: sul capo una mitria appartenuta a papa Pio IX (morto nel 1878), mentre il piviale in seta dorata, con lo stolone proveniente da un paramento del secolo XV e decorato con immagini di vite dei santi, fu usato da Giovanni Paolo II. Il rosso delle porpore, il viola dei vescovi, il nero dei diplomatici e delle personalità politiche creavano grandi macchie di colore sotto le volte dorate della basilica, mentre per ventitré volte Benedetto XVI recitava l’antica formula di creazione.
E’ toccato a Leonardo Sandri, la «voce» di Wojtyla negli ultimi giorni di vita, pronunciare il breve saluto al Papa; Sandri, che fino a pochi mesi fa era Sostituto alla Segreteria di Stato, ha ricordato il patriarca caldeo di Baghdad, Emanuel III Delly, «trovatosi a svolgere il servizio patriarcale tra lacrime e sangue e nel doloroso esodo di tanti cristiani dalla terra che vide un tempo partire Abramo, padre comune nella fede e nella speranza», e ha promesso a nome di tutti fedeltà al Pontefice: «Siamo e saremo al suo fianco, Beatissimo Padre... quando invoca la pace, come quando promuove l’unità dei cristiani e il rispetto di tutte le religioni e le culture nella reciproca esclusione di ogni genere di violenza».
Benedetto XVI ha raccomandato di essere «semplici servi» del popolo di Dio: «Siate apostoli di Dio che è Amore e testimoni della speranza evangelica: questo attende da voi il popolo cristiano». Ai nuovi «principi della Chiesa» ha ricordato «l’arrivismo dei discepoli» descritto dal Vangelo in una pagina nella quale «Gesù corregge la concezione grossolana del merito, che essi hanno, secondo la quale l’uomo può acquistare dei diritti nei confronti di Dio».
Oltre a Bagnasco, cinque italiani hanno avuto la porpora: Angelo Comastri, arciprete di San Pietro; Giovanni Lajolo, presidente del Governatorato della Città del Vaticano; Raffaele Farina, bibliotecario vaticano; Giovanni Coppa, già nunzio apostolico. L’ultimo a ricevere la berretta cardinalizia è stato il cardinale Umberto Betti, francescano nato ad Arezzo, che è scoppiato in un pianto di commozione. Con il Concistoro di ieri si è giunti al «plenum» dei votanti (120) in un futuro conclave. In totale i cardinali sono 201. Al termine il Papa, a sorpresa, è uscito sul sagrato della basilica per salutare la folla.

© Copyright La Stampa, 25 novembre 2007

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