28 marzo 2008

Il re saudita per un incontro «con i fratelli di altre fedi» (Osservatore Romano)


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Il re saudita per un incontro «con i fratelli di altre fedi»

Riyadh, 28. "C'è un pensiero che mi ossessiona da due anni. Il mondo soffre e questa crisi ha causato uno squilibrio della religione, dell'etica e dell'umanità intera. Per questo ho pensato di invitare le autorità religiose a esprimere un parere su ciò che accade nel mondo e, se Dio vuole, cominceremo a organizzare incontri con i fratelli appartenenti ad altre fedi": la proposta non viene da una persona qualunque ma da Abdullah Ibn Abd-el-Aziz, dal 1° agosto 2005 re dell'Arabia Saudita. Il sovrano - riferisce l'agenzia Asia News - ha parlato durante il sesto "forum" per il dialogo tra le civiltà organizzato a Riyadh e conclusosi il 24 marzo, al quale hanno partecipato rappresentanti del mondo islamico e del Giappone.
"Abbiamo perso la fede nella religione e il rispetto per l'umanità - ha affermato Abdullah -. La disintegrazione della famiglia e l'ateismo diffuso nel mondo sono fenomeni spaventosi con cui tutte le religioni devono fare i conti e che devono sconfiggere". Proprio per arginare tali fenomeni, il re saudita si è detto apertamente favorevole al dialogo tra musulmani, cristiani ed ebrei finalizzato a una coesistenza pacifica, più precisamente a un incontro tra "le religioni monoteistiche" con la partecipazione di "rappresentanti dei credenti del Corano, del Vangelo e della Bibbia". La notizia è stata resa nota dal quotidiano saudita Asharq Al-Awsat e dal giornale panarabo Al-Hayat e ripresa con interesse da molti siti di informazione, anche israeliani. "La nostra mano è tesa verso ogni iniziativa di pace" ha commentato il rabbino capo Yona Metzger.
Dialogo interculturale e interreligioso; collaborazione tra cristiani, musulmani ed ebrei per la promozione della pace. Gli stessi temi che, il 6 novembre scorso, sono stati al centro del colloquio in Vaticano tra Benedetto XVI e Abdullah, ricevuto in udienza con il seguito. Nel corso dello storico incontro - è stata la prima visita di un sovrano saudita al Papa - si è fatto anche riferimento alla positiva presenza nel Paese della comunità cristiana (che rappresenta circa il 3 per cento di una popolazione quasi totalmente di religione musulmana). Giorni fa il Governo di Riyadh ha deciso di avviare corsi di aggiornamento per quarantamila imam, nel tentativo di favorire un'interpretazione più moderata dell'islam e scoraggiare gli estremisti.
La proposta del re ha ottenuto il via libera degli ulema (i dotti di scienze religiose) sauditi e di altri rappresentanti del mondo musulmano. Sempre il quotidiano Al-Hayat sottolinea che fra i primi ad aderire figura il segretario generale della Conferenza islamica, Akmal Ihsan Oglo, secondo il quale "tutta l'umanità ha bisogno del dialogo con l'obiettivo di salvare le nazioni". Il dialogo però, ha precisato, "deve basarsi sul rispetto reciproco" ed è quindi "necessario fissare un'agenda chiara e fare tesoro delle passate esperienze per evitare gli errori già commessi". D'accordo anche Abdullah al-Turki, segretario generale della Lega musulmana mondiale: "L'Arabia Saudita - ha spiegato - è in grado di insegnare che l'Islam è una religione che porta con sé un messaggio di bene, amore, giustizia e pace".
L'iniziativa ha ricevuto il consenso anche degli ulema egiziani che, tuttavia, pongono delle condizioni: "Dobbiamo subito fissare i principi e i limiti entro il quale si può attuare il dialogo - dice un docente - perché i tentativi precedenti sono tutti falliti non essendoci queste basi".

(©L'Osservatore Romano - 29 marzo 2008)

2 commenti:

Luisa ha detto...

Già si vedono tutti i paletti posti dagli ulema ch esono convinti di essere i depositari dela vera fede. Deeto questo quando leggo:

" Abdullah al-Turki, segretario generale della Lega musulmana mondiale: "L'Arabia Saudita - ha spiegato - è in grado di insegnare che l'Islam è una religione che porta con sé un messaggio di bene, amore, giustizia e pace".

Giustizia, dunque, allora aspetto che in coerenza si introduca la libertà religiosa, si permetta ai cattolici di costruire le loro chiese, di portare una croce al collo, di pregare senza la paura di essere condannati, di riunirsi tranquillamente, di portare una Bibbia con loro quando viaggiano, insomma le parole sono belle e piene di promesse, che gli atti seguino. Altrimenti considererò che è solo polvere gettata agli occhi dei creduloni che siamo.

gemma ha detto...

beh..da qualche parte bisogna cominciare..Speriamo che i limiti non siano più delle libertà concesse all'interlocutore, altrimenti più che un dialogo è un insegnamento...mi inquieta un pò quel: è in grado di insegnare che l'Islam è una religione che porta con sé un messaggio di..." Perchè non "spiegare", semplicemente? O, meglio ancora, dimostrare coi fatti? Si ha un pò l'impressione di qualcuno che comunque vuol dialogare dalla cattedra.