7 maggio 2008

Al Catholicos di tutti gli Armeni il dottorato honoris causa dell'Università Salesiana (Osservatore)


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Al Catholicos di tutti gli Armeni il dottorato honoris causa dell'Università Salesiana

di Marco Bellizi

Il Patriarca Supremo e Catholicos di tutti gli Armeni, Karekin II, ha ricevuto oggi dalla Pontificia Università Salesiana di Roma il dottorato honoris causa in Teologia della pastorale giovanile. Il solenne atto accademico è stato presieduto dal cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, ed è stato introdotto dal saluto del Rettore dell'ateneo salesiano, Mario Toso.
Karekin II, dagli inizi della sua attività pastorale nella diocesi di Ararat, prima come sacerdote, poi come vescovo e successivamente dopo la sua elezione a Patriarca Supremo e Catholicos di tutti gli Armeni, è detto nel decreto di conferimento del diploma letto dal decano della facoltà di Teologia Giorgio Zevini, "ha curato con particolare solerzia la formazione cristiana del popolo di Dio con iniziative di grande significato ecclesiale e teologico, come la fondazione del Seminario Vaskenian a Sevan (1989), del Centro di Educazione Cristiana (1990) e del Centro di Studi Teologici Armeni (2000), per realizzare la sintesi proficua tra fede e cultura".

Un'intensa azione ecumenica

A favore dell'educazione religiosa dei giovani, si dice ancora nel decreto, Karekin II ha dedicato energie e fatiche, rendendo così possibile l'accordo con le autorità politiche della Repubblica Armena per l'insegnamento della storia della Chiesa armena nelle scuole pubbliche. Attento alle condizioni di vita della Chiesa armena, ha promosso con molti interventi la vita cristiana delle singole parrocchie e comunità, contribuendo alla soluzione di problemi e fornendo i mezzi per una valida attività di annuncio, di solidarietà, di comunione e di culto. Si afferma ancora nel decreto: "Sua Santità ha sviluppato una intensa azione ecumenica di dialogo, di collaborazione e di stima, soprattutto con la Chiesa cattolica romana, nella consapevolezza dei tesori di fede viva che la Chiesa Armena conserva e offre".
È stato il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, a tenere la laudatio: Karekin II, ha ricordato, "è cresciuto sotto il regime sovietico, un tempo oscuro di sofferenza e di dispersione dei cristiani, in modo particolare nella sua patria. La maggior parte delle chiese, monasteri e seminari avevano chiuso i battenti; soltanto a pochi sacerdoti o vescovi era permesso di esercitare il ministero pastorale, e i fedeli cristiani ben difficilmente potevano ricevere l'iniziazione alla fede e alla vita cristiane (...) Dopo la caduta del regime sovietico, la Chiesa Armena ha potuto riottenere quella libertà alla quale aveva lungamente aspirato, e ha intrapreso un'immensa opera per rinnovare la vita spirituale e l'attività pastorale. Tale ricostruzione della Chiesa Armena fu avviata sotto la competente e coraggiosa guida di due illustri pastori, il Catholicos Vasken I (1955-1994), e il Catholicos Karekin I (1994-1999). L'attuale Catholicos, Karekin II, collaborò strettamente con entrambi (...) Dopo l'elezione, nel 1999, a Patriarca Supremo e Catholicos di tutti gli Armeni, Sua Santità Karekin II ha ampliato e consolidato i molti aspetti del suo impegno, estendendo la sua guida pastorale a tutto il Paese. Sin dall'inizio del suo ministero, il Catholicos Karekin II ha attribuito una attenzione particolare alla pastorale tra i giovani. Al fine di promuovere la formazione umana e spirituale dei giovani, egli ha intrapreso iniziative importanti e innovative. La metodologia e l'ispirazione alla base di queste numerose iniziative, debbono molto alla sua personale esperienza e riflessione. Subito dopo la caduta del comunismo, egli fece in modo di riconvertire i Palazzi dei "Pionieri comunisti" in centri ecclesiali per la gioventù. Successivamente, nel 1990, creava il Centro di Formazione Cristiana, che organizza corsi in cinquantasei scuole statali e scuole domenicali di tutta la diocesi di Ararat (...) Don Giovanni Bosco, il santo patrono di questa università pontificia, si sarebbe senz'altro sentito "a casa" nel Centro di Formazione Cristiana di Erevan. La metodologia e la spiritualità di san Giovanni Bosco sono applicate nel centro proprio come esse sono applicate in tutte le istituzioni salesiane di formazione attraverso il mondo (...) Inoltre, in tutte le sue realizzazioni pastorali ed educative, il Catholicos Karekin II ha mostrato una vera apertura ecumenica, in modo particolare nei confronti della Chiesa cattolica. La promozione dell'unità dei cristiani è stata una delle sue maggiori preoccupazioni. Per il Giubileo dell'anno 2000, appena un anno dopo la sua elezione a Catholicos, Karekin II è venuto a Roma per fare visita a Papa Giovanni Paolo II, con un'ampia delegazione di vescovi e fedeli armeni. In quella circostanza, egli ha ricevuto dal Papa una reliquia di san Gregorio l'Illuminatore, che è attualmente collocata per la venerazione dei fedeli nella Cattedrale della Santa Sede di Etchmiadzin. L'anno successivo, il 2001, il Catholicos ha fraternamente e cordialmente ricevuto Papa Giovanni Paolo II nella sua residenza patriarcale a Etchmiadzin. Sua Santità ha anche sostenuto il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse orientali, inviando qualificati rappresentanti agli incontri annuali della Commissione. Tali impegni ecumenici non sono per lui degli appuntamenti formali. Al contrario, essi costituiscono una parte essenziale dell'impegno personale che il Catholicos vuole offrire alle generazioni più giovani, e dello spirito nel quale vuole educarle, un esempio di cordiale apertura verso le altre Chiese e Comunità ecclesiali".
Nella sua lezione dottorale, Karekin II ha affrontato il tema delle sfide contemporanee della Chiesa armena e le sue attività educative spirituali e cristiane. Illustrando la storia della Chiesa armena, dalla sua nascita ai tempi più recenti, segnati, dopo la fine dell'Urss, dalla proclamazione dell'indipendenza dello Stato armeno, nel 1991, Karekin II ha sottolineato come la fede in Cristo sia componente essenziale della stessa identità armena: per gli armeni, ha detto citando lo storico connazionale Yeghishé, "la fede cristiana non è mai stata sostituibile come una veste ma piuttosto è stata il colore stesso della loro pelle (...) Nel corso della storia, il popolo armeno è stato fatto oggetto di indicibili crimini e persecuzioni ma non ha mai abbandonato le fede e l'amore per Gesù Cristo".

Le nuove sfide del mondo contemporaneo

Le difficoltà per il popolo armeno rimangono, ha ricordato in più di un passaggio Karekin II, e le passate persecuzioni rischiano di essere sostituite dalla repressione culturale oltre i confini dell'Armenia.
Di fronte alle sfide del mondo contemporaneo la pastorale giovanile e la formazione dei sacerdoti assumono un ruolo vitale. Molti giovani, dopo aver completato gli studi nei centri e negli istituti di cui è stato grande sostenitore lo stesso Karekin II, si recano oltre confine per completare la loro preparazione. Un percorso che conduce inevitabilmente al confronto con le altre confessioni cristiane. Ha detto il Catholicos di tutti gli Armeni: "Nel campo delle relazioni fra le Chiese, la nostra vita contemporanea è caratterizzata da uno spirito ecumenico che spinge ad assicurare alle nuove generazioni di preti un'adeguata preparazione. A tal fine, a un sempre più grande numero di giovani preti è data l'opportunità di continuare gli studi superiori in varie istituzioni teologiche oltreconfine. Oggi, giovani preti della Chiesa armena stanno portando a termine gli studi a Roma o comunque in diverse università cattoliche (...) In questa occasione - ha concluso Karekin II rivolgendosi ai presenti - vogliamo esprimere apprezzamento e ringraziamento alla Chiesa cattolica romana per il suo fornire ai giovani preti armeni le opportunità di proseguire la loro educazione in istituti di istruzione superiore. La nostra benedizione e il nostro apprezzamento vanno anche al rettore della Pontificia Università Salesiana, Mario Toso, e al consiglio accademico, per averci conferito questo dottorato onorario a riconoscimento del nostro lavoro e dei nostri sforzi nel campo dell'educazione cristiana e dell'educazione dei giovani".

(©L'Osservatore Romano - 8 maggio 2008)

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