18 maggio 2008
Il Papa: «No senza compromessi al laicismo, i sacerdoti vadano in cerca della gente» (Bobbio)
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«No senza compromessi al laicismo»
Il Papa a Savona: visita di quattro ore, 35 mila fedeli sotto la pioggia. In serata a Genova La sfida del materialismo e del relativismo. «I sacerdoti vadano in cerca della gente»
Alberto Bobbio
Savona
Ci vuole coraggio per affrontare le sfide del mondo. Joseph Ratzinger arriva a Savona, dove Napoleone tenne prigionero per tre anni un Papa, Pio VII agli inizi dell'Ottocento, e ne addita l'esempio. Pio VII resistette all'imperatore Bonaparte. Oggi tutta la Chiesa, spiega Benedetto XVI nell'omelia della Messa, deve resistere «senza mai cedere a compromessi», al «materialismo», al «relativismo» e al «laicismo». Anzi, bisogna essere pronti anche a «pagare di persona pur di rimanere fedeli al Signore e alla sua Chiesa».
Non si rivolge solo ai preti, ai vescovi, ai cardinali, insomma alla dirigenza ecclesiastica, ma a tutti i cristiani: «L'esempio di serena fermezza dato dal Papa Pio VII ci invita a conservare inalterata nella prove la fiducia in Dio, consapevoli che egli, se pur permette per la sua Chiesa momenti difficili, non l'abbandona mai».
Parla davanti a 35 mila persone strette sotto la pioggia a piazza del Popolo: quattro ore di visita, che qualcuno qui giudica troppo poco. A Savona è stato tenuto prigionero un Papa e di Savona era Giulio II il Papa della Basilica vaticana. E di Savona era Sisto IV, il Papa della Cappella Sistina.
Ma Benedetto XVI non viene qui a ripassare la storia, ma a trarre da essa esempi. Il cielo è grigio, piove e dalle montagne scendono folate di vento. L'aeroporto di Genova è battuto dalla raffiche e fino all'ultimo si è temuto che anche l'aereo del Papa dovesse essere dirottato in altri aeroporti, come era accaduto in mattinata per alcuni voli di linea. Ma a metà pomeriggio il vento si placa e il Papa atterra senza problemi e va subito in elicottero a Savona, al santuario della Madonna della Misericordia. È un piccolo gioiello di marmi bianchi attaccato alle colline sopra la città.
Anche il santuario ricorda Pio VII. Quando venne portato a Genova prigioniero chiese ai francesi di poter pregare la Madonna e Napoleone lo concesse. E quando venne liberato tre anni dopo, vi tornò per incoronare la Vergine, in segno di ringraziamento, insieme al re sabaudo Vittorio Emanuele I. Adesso alla Vergine rende omaggio Benedetto XVI e lascia la «Rosa d'Oro» sull'altare della cripta. Il santuario è il simbolo della rinascita cristiana e civile di Savona, dopo il saccheggio della città da parte di Genova oltre cinquecento anni fa. La Madonna apparve ad Antonio Botta, sulla riva del torrente Letimbro. La città era in ginocchio per via della guerra e la Chiesa anche, provata dallo scisma protestante.
Il vescovo, il cardinale Spinola, e il podestà genovese Doria temevano moti di ribellione religiosi e politici. Era Quaresima quel 18 marzo 1536 quando la Madonna parlò a Botta, a cui disse che voleva «misericordia e non giustizia», insomma dialogo e riconciliazione e non vendetta.
L'hanno chiamata la Madonna delle Misericordia. E ieri Ratzinger ha spiegato che la «misericordia» è «l'essenza del cristianesimo», perché significa amore e l'amore è «apertura, accoglienza, dialogo», è «compassione, grazia e perdono». Il santuario lo costruì il Gran Consiglio della città e oggi è di proprietà del Comune.
Attorno nacquero opere di mericordie, ospizi per i poveri e gli anziani che ancora oggi vedono continuare la collaborazione tra pubblico e privato attraverso la Fondazione Opere Sociali. Gli anziani, alcuni ammalati, sono lì sotto la poggia ad aspettare che l'elicottero del Papa vinca il vento e atterri nello spiazzo che hanno appena asfaltato su un lato del torrente Litimbro. Benedetto XVI entra a Savona per la porta della misericordia e della solidarietà, in un luogo dove si dimostra visivamente la colloborazione tra la misericordia della Chiesa e l'impegno sociale dell'ammistrazione pubblica. È una buona collaborazione che va avanti da molto tempo a Savona e il sindaco Federico Berruti lo dice al Papa nel suo saluto in piazza del Popolo all'inizio della Messa.
Ratzinger è rimasto pochi minuti al santuario. Scende nella cripta nel luogo dove apparve la Madonna al contadino Botta. C'è solo lui e le suore di clausura della città. Il Papa le saluta una ad una prima di scendere in città sempre sotto la pioggia e dire - nel corso della Messa - che bisogna tornare a pregare anche in famiglia, soprattutto nelle «giovani famiglie», che non devono «aver timore» a «sperimentare una semplice preghiera domestica».
Benedetto XV insiste sulla necessità di trovare il «volto di Gesù» nei «sofferenti» e negli «esclusi». Poi denuncia che sono «numerose, purtroppo, le emergenze morali e materiali». E cita la drammatica situazione delle carceri della città, «penitenziario Sant'Agostino», uno dei più vecchi d'Italia, sovraffollato e terribile, dove da tempo la situazione di vita dei detenuti è insostenibile.
Alla fine si rivolge ai sacerdoti: «Andate in cerca della gente». Vede che molti sono anziani. Dice che lo è anche lui, aggiunge un «come io» al testo dell'omelia. Ma non indulge sulla vecchiezza.
Cita Isaia e rileva che «quanti sperano nel Signore acquistano forza e ali come aquile». Invita i cristiani a dare a Savona «slancio ed entusiasmo». Sa che non è facile perchè questa è la città più vecchia del mondo. Ma Papa Benedetto spiega che ciò «vale anche per i cristiani di età non più verde».
© Copyright L'Eco di Bergamo, 18 maggio 2008
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