19 giugno 2008
La Chiesa d'Inghilterra e Galles contro gli abusi (Osservatore Romano)
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Presentato il vi rapporto sulla protezione dei minori e degli adulti vulnerabili
La Chiesa d'Inghilterra e Galles contro gli abusi
di Marco Bellizi
Un impegno severo e responsabile nella lotta agli abusi sui minori e sulle persone vulnerabili: la Chiesa in Gran Bretagna intende affrontare questo delicato tema a partire dall'esame di quanto accaduto in passato e da ciò cercando di cogliere suggerimenti per l'azione. Anche per questo è stato presentato a Londra il vi rapporto annuale dell'Ufficio cattolico per la protezione dei bambini e degli adulti vulnerabili, il Catholic office for the protection of children and vulnerable adults (Copca), che fa capo alla Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles.
Contestualmente, sono stati anche resi noti i progressi compiuti nell'attuazione delle raccomandazioni della Commissione Cumberledge, istituita dal Cardinale Murphy O'Connor nel 2006, proprio per verificare periodicamente l'azione della Chiesa.
Il rapporto mette in evidenza come le parrocchie si stiano progressivamente attrezzando per un monitoraggio e un presidio costante di qualsiasi situazione a rischio.
Il numero delle parrocchie con almeno un rappresentante locale per la tutela dei bambini, è scritto nel rapporto, è di 2494. Si tratta di un volontariato di vitale importanza, afferma il Copca, che sensibilizza sulla tutela, consiglia e assiste le attività parrocchiali per garantire che le iniziative per i bambini e gli adulti vulnerabili siano sicure.
Attività che riguardano anche le procedure attraverso le quali si accettano le persone che intendono entrare nelle organizzazioni ecclesiastiche a vario titolo. Durante lo scorso anno sono stati effettuati circa 19.500 controlli per assicurarsi che le procedure di reclutamento avessero rispettato le direttive governative e il necessario buon senso.
È chiaro che le prime sentinelle rispetto a possibili rischi di abusi siano i religiosi, sia a livello diocesano sia a livello regionale, i quali vengono adeguatamente sostenuti nello svolgimento del compito di offrire a vescovi e responsabili di congregazioni consigli validi su tutto ciò che riguarda la tutela. Fanno questo soprattutto in collaborazione con la polizia, i servizi sociali, la National society for the prevention of cruelty to children e il servizio di tirocinio.
"È stato motivo di grande rassicurazione - afferma il documento del Capco - che l'impegno della Chiesa nel garantire la sicurezza di tutti i suoi membri, come dimostra questo rapporto, sia stato positivamente riconosciuto dal periodico indipendente della baronessa Cumberledge, che ha pubblicato il documento Safeguarding with Confidence. Keeping Children and Vulnerable Adults Safe in the Catholic Church nel 2007".
I resoconti del 2007 su congregazioni religiose e diocesane riportano che 46 accuse di abuso (di tutti i tipi e relative a 44 presunti abusatori fra i quali volontari, impiegati, religiosi e membri del clero) sono state trasmesse alla polizia. Questi casi coinvolgevano 53 vittime. Quarantatrè di queste denunciano abusi subiti prima del 2007 e fino a sessant'anni fa. Alcuni dei presunti abusatori sono deceduti. Le altre dieci vittime parlano di abusi subiti nel 2007: sette abusi sessuali, dei quali quattro da parte del clero, due da parte di volontari e uno da parte di un impiegato; due abusi di carattere psicologico, uno da parte di un sacerdote e uno da parte di un volontario; un abuso fisico da parte di un sacerdote.
"In tutti i casi in cui la polizia riceve denunce - rende noto il rapporto - gli accusati vengono temporaneamente rimossi dal loro ruolo fino alla conclusione delle indagini. Se restano preoccupazioni sul rischio, si compiono valutazioni che, a volte, implicano la collaborazione di esperti indipendenti. Le Commissioni di Protezione del Bambino, appositamente create, fanno raccomandazioni relative a una gestione accorta del rischio identificato, salvo quando l'accusa sia palesemente infondata o quando l'accusato è deceduto.
Delle 26 accuse mosse al clero nel 2007 la situazione alla fine dell'anno era: cinque persone rimaste temporaneamente rimosse dal ministero attivo, tre in attesa dei risultati dell'indagine, due sottoposte alla valutazione del rischio e una espulsa o ridotta allo stato laicale. In nove casi non è stata necessaria alcuna azione ulteriore perché per esempio, l'individuo accusato era deceduto.
"Il compendio informativo - afferma il Copca - sulle accuse di abuso ricevute nel 2007, e quindi trasmesse alle autorità preposte, dimostra la nostra intenzione di affidabilità e trasparenza nel mantenere un ambiente sano per tutti i membri della Chiesa cattolica. Ancora una volta dimostra la sincerità e l'impegno dei sacerdoti, dei religiosi e dei laici, molti dei quali volontari, nel seguire le procedure e mantenere una cultura di vigilanza in seno alla Chiesa".
È sulla stessa linea l'arcivescovo Nichols di Birmingham, presidente del Consiglio direttivo del Copca il quale ha sottolineato come il rapporto sia la prova dettagliata di un'opera solida e costante: "Chiunque leggerà questo rapporto comprenderà quanto la comunità ecclesiale ha ottenuto in questi ultimi sei anni e ne sarà lieto. Il 1º luglio la responsabilità di quest'opera passerà alla National Catholic Safeguarding Commission, che è stata istituita dopo la pubblicazione del resoconto Safeguarding with Confidence. Keeping Children and Vulnerable Adultes Safe in the Catholic Church. Le raccomandazioni in esso contenute sono la base per l'opera di tutela del bambino nelle parrocchie, nelle diocesi e, a livello nazionale, nelle attività del Copca. L'ufficio centrale si chiamerà Catholic Safeguarding Advisory Service e i suoi compiti verranno accuratamente perfezionati e ridefiniti. Anche l'opera nelle parrocchie e nelle diocesi si chiamerà safeguarding e gradualmente le raccomandazioni contenute nel resoconto verranno esaminate, perfezionate e messe in pratica".
Bill Kilgallon, presidente della National Catholic Safeguarding Commission ha spiegato: "Quanti di noi ora si assumono la responsabilità di questa opera lo fanno incoraggiati dalla rinnovata affermazione della Conferenza episcopale e della Conferenza dei religiosi, e ispirati dall'esempio di tante persone nelle parrocchie, nelle diocesi e nelle congregazioni religiose, la cui opera permette alla Chiesa di praticare il suo ministero verso i bambini, i giovani e gli adulti vulnerabili con fiducia".
(©L'Osservatore Romano - 19 giugno 2008)
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1 commento:
Sempre per dare uno sguardo fuori d'Italia, nella splendida cattedrale di Notre Dome il card. Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi, ha concesso una solenne celebrazione in Vetus Ordo seguita da tantissimi fedeli. é un bel gesto lasciare che nella cattedrale di una così grande metropoli europea si sia tenuta una celebrazione in rito straordinario. Due riti, ma un'unica chiesa. Marco
Ecco il link che ho recuperato da un intervento sul blog di Accattoli:
http://thenewliturgicalmovement.blogspot.com/2008/06/few-images-from-notre-dame-de-paris.html
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