9 gennaio 2008

La Chiesa non è “peccatrice” ma solo “santa”. Parola di un peccatore divenuto Papa (Sandro Magister)


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La Chiesa non è “peccatrice” ma solo “santa”. Parola di un peccatore divenuto papa

Nell’omelia pronunciata in San Pietro nella messa dell’Epifania, Benedetto XVI ha applicato alla Chiesa questo doppio attributo: “santa e composta di peccatori”.

E l’ha fatto a ragion veduta. Perché non ha detto “santa e peccatrice”, come imporrebbe la formula politicamente corretta, entrata in uso nella vulgata postconciliare.
La formula “santa e peccatrice” – in latino “casta meretrix” – viene abitualmente fatta risalire, da quelli che la usano, ai “Padri della Chiesa”.
Ma in realtà fu uno solo, tra i Padri d’occidente e d’oriente, colui che definì la Chiesa “casta meretrix”: sant’Ambrogio, il grande vescovo di Milano.

Con un significato, però, tutto opposto a quello utilizzato dai suoi odierni, abusivi ripetitori.
Chi ha ha messo la cosa in chiaro è stato uno dei massimi studiosi di sant’Ambrogio, il cardinale Giacomo Biffi, in un saggio pubblicato da Piemme nel 1998.
In un brano del suo commento al Vangelo di Luca, in effetti, sant’Ambrogio applicò alla Chiesa la tipologia anticotestamentaria della prostituta Rahab che a Gerico aiutò gli israeliti e quindi scrisse che la Chiesa è “meretrice casta, perché molti amanti la frequentano per le attrattive dell’amore ma senza la contaminazione della colpa” (In Lucam III, 23).

In questa frase, ha spiegato Biffi, l’aggettivo “casta” significa “l’adesione senza tentennamenti e senza incoerenze della Chiesa a Cristo suo sposo”; mentre il sostantivo “meretrix” significa “la volontà della Chiesa di darsi a tutti per portare tutti a salvezza”.

In altre parole, secondo sant’Ambrogio la Chiesa “è santa tanto nell’adesione senza tentennamenti e senza incoerenze a Cristo suo sposo (casta) quanto nella volontà di raggiungere tutti per portare tutti a salvezza (meretrix)”.
Nella Quaresima del 2007, chiamato a Roma a predicare gli esercizi spirituali al papa e alla curia vaticana, il cardinale Biffi tornò a ribadire la cosa.
E Benedetto XVI gliene fu molto grato. Al termine degli esercizi, ringraziò Biffi “per averci aiutato a seguire con maggiore coraggio Cristo e ad amare di più la Chiesa, la ‘Immaculata ex maculatis’, come lei ci ha insegnato con sant’Ambrogio”.

Bizantinismi? Tutt’altro. Nell’omelia dello scorso 6 gennaio papa Joseph Ratzinger ha mostrato come il doppio attributo di “santa e composta di peccatori” applicato alla Chiesa sia il riflesso del mistero della storia presente, in cui il piano salvifico di Dio è sì “pienamente rivelato e realizzato in Cristo, ma chiede di essere accolto dalla storia umana, che rimane sempre storia di fedeltà da parte di Dio e purtroppo anche di infedeltà da parte di noi uomini”.

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