3 gennaio 2008

Nel segno di Madre Teresa, la prima visita di Benedetto XVI del 2008:domani il Papa si recherà nella Casa “Dono di Maria” in Vaticano


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Nel segno di Madre Teresa, la prima visita di Benedetto XVI del 2008: domani il Papa si recherà nella Casa “Dono di Maria” in Vaticano, fondata 20 anni fa dalla Beata di Calcutta

Un inizio d’anno dedicato ai più bisognosi e a chi li assiste con generosità ed amore: Benedetto XVI si recherà, domani alle ore 11, alla Casa “Dono di Maria” in Vaticano, affidata alle Missionarie della Carità. La visita del Papa assume un significato speciale: quest’anno, infatti, la struttura fortemente voluta da Madre Teresa e Giovanni Paolo II compie il suo ventesimo anniversario. Ecco come la superiora della comunità della Casa “Dono di Maria”, suor Mark Poustani, racconta, al microfono di Alessandro Gisotti, i sentimenti con i quali si appresta ad accogliere il Santo Padre:

R. – Con la gioia e con la gratitudine di avere qui il Santo Padre, nella nostra casa. E’ un privilegio per noi averlo qui.

D. – Quali sono le attività che svolgete presso la Casa “Dono di Maria”? Come si svolge una giornata tipo in questa struttura all’interno del Vaticano?

R. – Noi siamo una comunità di suore e la prima attività è la preghiera. Al momento siamo otto suore. Cominciamo con la preghiera e alle 8.00 raccogliamo il frutto di questa preghiera, ossia il lavoro con i poveri. Abbiamo, infatti, una casa di accoglienza per donne senza fissa dimora. Possiamo accogliere circa 74 donne e al momento ne abbiamo circa 50. Abbiamo anche una mensa per gli uomini, che vengono la sera per mangiare. Cerchiamo non solo di dare il cibo, ma anche di dare la Parola agli ospiti, condividendo con loro la Parola del Signore ogni giorno. La sera c’è il lavoro più grande alla mensa, perché le donne vengono quasi tutte per mangiare. Non stiamo solo a casa, ma andiamo anche fuori dal Vaticano verso i poveri, cercando per strada e negli ospedali le persone sole. A tutti cerchiamo di dare non solo il mangiare, ma anche la Parola del Signore.

D. – La Casa “Dono di Maria” è nata per volontà di Madre Teresa di Calcutta e di Giovanni Paolo II e compie, in questo 2008, 20 anni...

R. – La nostra madre, già nel 1970, aveva questo desiderio di avere un giorno i poveri nel cuore della Chiesa. Era un desiderio grande. E il Santo Padre, quando ha visitato le nostre case a Calcutta, nell’86, ha raccolto questo desiderio. Il “Dono di Maria” è il frutto dell’incontro di questi due desideri, della nostra madre e del Santo Padre.

Alla Casa “Dono di Maria”, oltre che dalle Missionarie della Carità, i poveri sono assistiti da un gruppo di volontari. Ecco l’esperienza di uno di loro, Angelo Vignola, dell’Associazione “Santi Pietro e Paolo”, da dieci anni al servizio dei più bisognosi presso la Casa “Dono di Maria”. L’intervista è della nostra collega del programma francese, Laure Stephan:

R. - Principalmente io sono alla porta, all’accoglienza dei poveri, ma facciamo un po’ di tutto, distribuiamo anche vestiti, panini…

D. - Chi sono questi poveri che vengono accolti alla Casa “Dono di Maria”?

R. - A dormire da noi vengono le donne che sono disagiate, vengono da tutti i Paesi, soprattutto dalla Romania, l’Albania. Vengono qui a Roma per trovare un posto di lavoro e si appoggiano alla Casa “Dono di Maria”, restano 15, 20 giorni, nel frattempo cercano di trovare un posto e poi vanno via.

D. - Accanto alla vostra attività di accoglienza ci sono anche momenti di preghiera?

R.- Sì. Ogni sera, prima di mangiare, si legge il Vangelo del giorno e viene spiegato; viene letto da un volontario o da un sacerdote che in quel momento è presente al “Dono di Maria”.

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