12 marzo 2008

Spagna, prove di dialogo tra Zapatero e i vescovi


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Spagna, prove di dialogo tra Zapatero e i vescovi

MADRID Prime prove di dialogo in Spagna – nei due giorni successivi alle elezioni che hanno confermato al governo per i prossimi quattro anni Josè Luis Rodriguez Zapatero – fra i vertici della Chiesa cattolica iberica e il premier socialista. Un segnale di apertura che segue quattro anni di scontri e tensioni sulle leggi emanate in materia etica dall'esecutivo, dai matrimoni gay ai divorzi «express».

Congratulazioni dai vescovi

Il primo gesto è venuto ieri dal presidente della Conferenza episcopale spagnola (Cee) Antonio Maria Rouco Varela, cardinale arcivescovo di Madrid, che ha inviato una lettera di congratulazioni a Zapatero per la vittoria alle politiche, offrendo la sua «disposizione personale e della Conferenza episcopale per collaborare sinceramente con le autorità legittime dello stato in vista del migliore servizio del bene comune».
Nel messaggio – firmato a nome dei vescovi anche dal segretario generale e portavoce della Conferenza, Juan Antonio Martinez Camino – Rouco Varela ha assicurato il leader socialista della «nostra preghiera affinché il Signore le conceda la sua luce e la sua forza nel disimpegno delle alte responsabilità che le ha affidato il popolo spagnolo».
Il governo Zapatero, ha scritto ieri il quotidiano «El Pais», vicino ai socialisti, «ha accolto come un segnale positivo il messaggio di congratulazioni» del cardinale di Madrid.

Secondo il giornale «dopo la relazione conflittuale fra le due istituzioni (governo e Chiesa) nella passata legislatura, Zapatero cercherà dopo le elezioni di aprire una nuova fase». Lo stesso premier si è pronunciato per una «relazione fluida» con i vertici della Chiesa cattolica, e ha promesso una rapida risposta al cardinale di Madrid.

Una portavoce della Conferenza episcopale ha detto all'agenzia Ansa che la Cee analizzerà, durante una riunione in programma dopo Pasqua, i risultati delle elezioni politiche. L'impressione è che la gerarchia cattolica intenda aspettare le prime mosse del nuovo governo. Il candidato Zapatero durante la campagna aveva indicato che avrebbe promosso una riflessione su una possibile modifica della legge spagnola sull'aborto e sulla eutanasia, due questioni che potrebbero portare a un nuovo irrigidimento con la conferenza espiscopale.

Il premier: relazioni fluide

Ma al momento la tendenza fra i vertici ecclesiastici e quelli del governo sembra all'abbassamento dei toni dopo le dichiarazioni forti venute durante le ultime settimane da alcuni prelati contro le politiche «etiche» del Psoe e da esponenti socialisti su possibili revisioni dei rapporti finanziari fra stato e chiesa. Lo stesso Zapatero tre settimane fa aveva affermato in una intervista a «El Pais» che dopo le elezioni avrebbe «messo i puntini sulle i con alcuni cardinali e vescovi».

Ma negli ultimi due giorni, dopo il responso delle urne, il premier socialista ha detto che governerà con «più umiltà», con maggiore apertura al dialogo, evitando di ripetere «gli errori» dell'ultima legislatura.

Ora, in un'intervista con l'emittente Telecinco, ha affermato che «è bene che ci sia una relazione fluida, che si evitino le posizioni estremiste, e che ognuno stia al suo posto, con rispetto. Ognuno difenda le sue idee, ha esortato, ma con rispetto, senza fare discorsi apocalittici o esagerare le cose».

L'osservatore romano

Sui rapporti tra Stato e Chiesa in Spagna è intervenuto ieri anche l'Osservatore Romano, in un articolo dal titolo «Il ruolo dei cattolici tra collaborazione leale e presenza incisiva». Secondo il giornale vaticano, la gerarchia cattolica «né col governo di Zapatero, né con nessun altro è disposta a rifugiarsi nelle sacrestie» ma «aspira a far sì che i cattolici spagnoli, come tutti i cittadini, possano far udire la propria voce nella difesa della dignità e dei diritti della persona nell'agorà della politica e della società».

© Copyright Eco di Bergamo, 12 marzo 2008

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