11 marzo 2008

Card. Bagnasco: la Chiesa non si schiera. Sì a convergenze anche per casa, pensioni e infrastrutture su salari e prezzi. Plauso della CGIL (Accattoli)


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I vescovi: larghe intese

Bagnasco: la Chiesa non si schiera. Sì a convergenze anche per casa, pensioni e infrastrutture su salari e prezzi

ROMA — Nessun «coinvolgimento » della Chiesa in scelte «di schieramento o di partito» ma invito agli elettori a «discernere» — cioè a scegliere — con riferimento ai «valori fondamentali» come la vita e la famiglia. Un appello alle larghe intese per superare le emergenze sociali: salari, condizioni economiche e di lavoro. Non viene nominata nessuna formazione, neanche quella esplicitamente cattolica guidata da Casini.
E' la prolusione del cardinale Angelo Bagnasco al Consiglio permanente della Cei che si è aperto ieri. Il presidente dei vescovi ha riproposto la linea che il nostro episcopato porta avanti dalla metà degli anni Novanta, più volte esplicitata dal cardinale Ruini, ma svolgendola con uno scrupolo aggiuntivo a non entrare neanche di passaggio nel merito di temi propriamente politici.
In un punto si è avvertita novità: in un appello a quanti «saranno eletti» perché affrontino «con spinta convergente» il «problema della spesa», cioè della difficoltà per tanti italiani di arrivare a fine mese. Bagnasco ha citato tra gli obiettivi più urgenti: «l'aumento dei salari minimi, la difesa del potere d'acquisto delle pensioni, l'emergenza abitativa, le iniziative di sostegno della maternità, le misure per una maggiore sicurezza nei posti di lavoro, il miglioramento di alcune fondamentali infrastrutture a servizio anche dei pendolari». Insomma si tratta di mirare a un «miglioramento effettivo alle condizioni di vita della parte più consistente della popolazione».
Dunque il cardinale chiama tutti — al di là degli schieramenti — a un'opzione sociale, come del resto aveva già fatto fin dalla prima prolusione, un anno addietro, quando aveva parlato di «povertà» e «ritorno ai pacchi viveri».
Le elezioni — aveva detto prima dell'appello sociale — non costituiscono «un campo di pertinenza della Chiesa come tale». E dunque essa «non prende nelle sue mani la battaglia politica ». «Confermiamo — aveva aggiunto — la linea di non coinvolgimento, come Chiesa, e dunque come clero e come organismi ecclesiali, in alcuna scelta di schieramento politico o di partito: linea che già ci ha caratterizzato nelle precedenti consultazioni». Ma il non coinvolgimento non vuol dire «diaspora culturale dei cattolici», perché non ogni idea è «compatibile con la fede».
Aveva affermato che «ognuno è chiamato a discernere alla luce dei valori fondamentali quando si tratta di affrontare le grandi sfide nelle quali porzioni della famiglia umana sono maggiormente in pericolo ». Citando il Papa, dopo aver attaccato i laboratori genetici, aveva elencato «le guerre e il terrorismo, la fame e la sete, alcune epidemie terribili»; e subito era venuto al «rischio di scelte politiche e legislative che contraddicono fondamentali valori e principi antropologici ed etici radicati nella natura dell'essere umano, in particolare riguardo alla tutela della vita umana in tutte le sue fasi, dal concepimento alla morte naturale, e alla promozione della famiglia fondata sul matrimonio, evitando di introdurre nell'ordinamento pubblico altre forme di unione che contribuirebbero a destabilizzarla ».

© Copyright Corriere della sera, 11 marzo 2008


Onorio Rosati

La Cgil: bene Così sarà il lavoro il tema centrale

Alessandro Trocino

MILANO — «Un intervento positivo, autorevole e degno di ascolto. Spero che contribuisca a fare del lavoro il tema centrale della campagna elettorale e una priorità per tutte le coalizioni». Onorio Rosati, segretario della Camera del Lavoro, ha apprezzato l'intervento della Conferenza dei vescovi.

Un discorso che sottolinea «il problema della spesa» per gli italiani.

«Noi, come organizzazioni sindacali, chiediamo a chiunque vinca, Pdl o Pd, che la cosiddetta emergenza sociale venga posta al primo punto dell'ordine del giorno: questione salariale, potere d'acquisto delle pensioni, precarietà del lavoro e sicurezza delle persone. Se questa dichiarazione va nel senso di chiedere che la politica torni a interessarsi ai problemi della gente, allora sono molto favorevole».

Ma l'intervento va oltre: chiede anche larghe intese ai due schieramenti.

«Questo punto è più delicato. Perché in un sistema bipolare è normale che ci siano posizioni diverse. E quando si dice che le due coalizioni hanno programmi uguali si dice una cosa sbagliata».
Però qualche convergenza può essere trovata.
«Certamente. Per esempio sul tema della casa mi pare che le posizioni non siano molto distanti tra loro. E su questo, se si riesce a instaurare un clima di dialogo, sarà più facile trovare un accordo».

E sugli altri temi indicati dai vescovi?

«Direi che quello sul quale ci sono maggiori divergenze è il tema della precarietà. Su questo punto le ricette sono diverse e difficilmente conciliabili. Inutile fare pasticci».

Altri punti di contatto?

«Mi sembra che il tema della sicurezza del lavoro debba essere considerato bipartisan. È necessario che ci sia una percezione comune dei provvedimenti da assumere».

E l'aumento dei salari?

«Qui ci sono ricette molto diverse. Noi vorremmo procedere attraverso una detassazione degli aumenti dei premi di risultato, una ridefinizione delle aliquote fiscali e un più corretto esercizio della contrattazione nazionale e aziendale. Essenziale anche il recupero dell'evasione fiscale. Sul punto, però, mi sembra che il Pdl sia piuttosto disattento».

L'intervento della Chiesa è articolato anche sui temi etici.

«Su queste posizioni non posso che manifestare perplessità. Ma la dottrina sociale della Chiesa è invece degna di ascolto e mi auguro che non venga strumentalizzata da nessun partito. L'intervento della Cei e la posizione dei sindacati aiuteranno la politica a mettere al primo piano la questione del carovita, che qui al Nord è particolarmente sentito».

© Copyright Corriere della sera, 11 marzo 2008

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