29 aprile 2008
Il Papa: gioia e speranza la missione dei sacerdoti (Muolo)
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Il Papa: gioia e speranza la missione dei sacerdoti
Domenica scorsa in San Pietro, Benedetto XVI ha ordinato 29 presbiteri cui ha ricordato il compito, loro affidato da Gesù, di «recare il Vangelo a tutti in un mondo spesso triste e negativo»
DA ROMA MIMMO MUOLO
«Collaboratori della gioia degli altri» e «testimoni e dispensatori della speranza». Questo devono essere, «in un mondo spesso triste e negativo», i preti cattolici. E per riuscire nella loro delicata missione devono restare nell’amore di Gesù, del cui sacerdozio essi sono partecipi.
Benedetto XVI lo ha ricordato domenica scorsa, nella Messa in cui ha conferito l’ordinazione presbiterale a 29 diaconi (28 dei quali della diocesi di Roma più uno del Pontificio Collegio urbano de Propaganda Fide). Nella Basilica Vaticana gremita di fedeli, il Papa (con il quale hanno concelebrato il cardinale vicario Camillo Ruini, il vigerente, monsignor Luigi Moretti, i vescovi ausiliari di Roma e numerosi sacerdoti) ha sottolineato i diversi passi delle Letture proclamate poco prima, che riferivano al sacramento dell’ordine.
Innanzitutto la missione della gioia. «Recare il Vangelo a tutti, perché tutti sperimentino la gioia di Cristo e ci sia gioia in ogni città», ha fatto notare. «Questo è il nucleo centrale della vostra missione », ha aggiunto rivolgendosi direttamente agli ordinandi. «Per essere collaboratori della gioia degli altri, in un mondo spesso triste e negativo, bisogna che il fuoco del Vangelo arda dentro di voi, che abiti in voi la gioia del Signore. Allora solo – ha rimarcato – potrete essere messaggeri e moltiplicatori di questa gioia recandola a tutti, specialmente a quanti sono tristi e sfiduciati ».
All’origine di questa missione, il Papa ha posto la preghiera e il gesto dell’imposizione delle mani. «Senza dire parole, il vescovo consacrante e dopo di lui gli altri sacerdoti pongono le mani sul capo degli ordinandi, esprimendo così l’invocazione a Dio perché effonda il suo Spirito su di loro e li trasformi rendendoli partecipi del Sacerdozio di Cristo». In futuro, ha raccomandato ai nuovi sacerdoti, «dovrete sempre ritornare a questo momento, a questo gesto che non ha nulla di magico, eppure è così ricco di mistero, perché qui è l’origine della vostra nuova missione».
Infine Benedetto XVI ha messo in evidenza il vero 'segreto' della vita sacerdotale. La «relazione intima di reciprocità» dipende «da una condizione che Cristo pone chiaramente all’inizio: 'Se mi amate' e che ripete alla fine: 'Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui'. Senza l’amore di Gesù, che si attua nell’osservanza dei suoi comandamenti, la persona si esclude dal movimento trinitario e inizia a ripiegarsi su se stessa, prendendo la capacità di ricevere e comunicare Dio».
Perciò il Pontefice ha raccomandato: «Adorate Cristo Signore nei vostri cuori: coltivate cioè una relazione personale d’amore con Lui, amore primo e più grande, unico e totalizzante, dentro il quale vivere, purificare, illuminare e santificare tutte le altre relazioni ». Qui è anche la «speranza sacerdotale» che abita nei preti. «Speranza di vita e di perdono – ha spiegato il Papa – speranza di santità e di fecondità apostolica per voi e per tutta la Chiesa; speranza di apertura alla fede e all’incontro con Dio per quanti vi accosteranno nella loro ricerca della verità; speranza di pace e di conforto per i sofferenti e i feriti dalla vita». Di questa speranza, ha concluso affidando i nuovi sacerdoti alla Vergine Maria, «possiate essere sempre testimoni e dispensatori saggi e generosi, dolci e forti, rispettosi e convinti».
Un atto di affidamento che collega idealmente questa ordinazione al viaggio che Benedetto XVI compirà a Parigi e a Lourdes dal 12 al 15 settembre prossimi, in occasione del 150° anniversario delle apparizioni mariane nella cittadina pirenaica. Il programma della visita è stato reso noto ieri a Parigi dalla Conferenza episcopale francese. Prima tappa sarà la capitale, dove il Pontefice (il 12 e 13) saluterà le autorità, incontrerà il mondo della cultura, celebrerà i vespri a Notre Dame e la messa sull’Esplanade des Invalides. A Lourdes, sabato pomeriggio domenica e lunedì, ripercorrerà in diversi momenti le tappe del cammino del Giubileo, ispirate alla vita di Bernadette, incontrerà i vescovi francesi e conferirà l’unzione degli infermi nel corso di una celebrazione eucaristica.
© Copyright Avvenire, 29 aprile 2008
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