26 aprile 2008

Messa tridentina, Mons. Monari (Brescia) chiarisce: "La decisione spetta ai parroci non al vescovo"


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IL CASO. Un chiarimento del vescovo a proposito del «motu proprio»

Messa in latino, scelta parrocchiale

Nessuna direttiva episcopale. Nessun atto del magistero diocesano. La celebrazione della messa in latino secondo il rituale pre-conciliare rimane una questione da verificare situazione per situazione, nel rapporto fra gruppi di fedeli e singoli parroci. È questa la linea di mons. Luciano Monari, vescovo di Brescia, indicata in risposta a un fedele di Villanuova, Luigi Pasini, che ha fatto ricorso anche a Internet per raccogliere le adesioni di fedeli che chiedono la celebrazione liturgica secondo la forma antica del rito tridentino.
Le adesioni alla richiesta promossa per via telematica da Pasini sono a quota 132. Il 18% dei firmatari ha meno di trent’anni, il 64% meno di cinquanta: la richiesta non è frutto di nostalgie, ma viene da chi la messa in latino secondo il rito preconciliare non l’ha mai neppure conosciuta.
Raccolte le prime 65 firme, Pasini (che è oblato della Milizia dei poveri cavalieri di Cristo) le ha inoltrate al vescovo che gli ha risposto: «Il motu proprio che permette la celebrazione della Messa secondo il messale di Giovanni XXIII affida l’attuazione ai parroci. Bisogna perciò verificare con loro la possibilità e le modalità di azione».
Un indirizzo chiarissimo, che ha valore generale per i gruppi di fedeli che, in diversi punti della provincia, stanno chiedendo di avvalersi della possibilità introdotta dal "motu proprio" Summorum pontificum firmato da Benedetto XVI.
Da parte sua Luigi Pasini insiste sulla natura della proposta. «Non siamo animati da "nostalgie" - assicura - non solo per ragioni anagrafiche ma perchè, come ha scritto il Santo Padre, "Anche giovani persone scoprono questa forma liturgica, si sentono attirate da essa e vi trovano una forma particolarmente approrpiata per loro di incontro con il mistero della santissima Eucarestia"». Pasini ribadisce, al tempo stesso, che «nessuno dei firmatari ha a che fare con gruppi cripto-scismatici o di "nostalgici" ai quali non vorremmo essere accomunati.
In questo senso, nel testo proposto alla firma, ho cercato una formula che evitasse restrizioni mentali. Tutti i firmatari credono in una necessaria continuità tra prima e dopo il Concilio, ivi compresa la liturgia. Sostengono altresì il Papa e i suoi collaboratori, e intendono fare loro sentire il loro appoggio».
La «battaglia» dei gruppi di fedeli per la messa pre-conciliare non è comunque facile. Il parroco di Villanuova ha formalmente respinto da richiesta di Pasini non ravvisando la presenza di un gruppo stabile in parrocchia e un’adeguata conoscenza della lingua latina. Pasini ha già investito nuovamente del «caso» il vescovo.
Intanto il sito del "Movimento liturgico benedettiano rinascimento sacro" segnala che ogni sabato, presso la chiesa di San Zeno al Foro, viene celebrata la messa in latino col rito straordinario. M.TE.

© Copyright Brescia Oggi, 26 aprile 2008

La decisione di Mons. Monari e' in piena linea con il testo del motu proprio Summorum Pontificum che non prevede alcuna direttiva da parte del vescovo diocesano.
E' ovvio che i fedeli possono rivolgersi al loro vescovo qualora, in presenza dei requisiti previsti dal documento papale, i parroci rifiutino di celebrare la Messa tridentina
.
R.

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