28 aprile 2008

IL PAPA ESORTA I POTENTI: «RICORDATEVI DI SOMALIA, DARFUR E BURUNDI E SIATE LORO PORTAVOCE»


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CITTÀ DEL VATICANO

A mezzogiorno, dopo il solenne rito in San Pietro per l’ordinazione a sacerdote di 29 diaconi della diocesi di Roma, il Papa, ieri dopo la preghiera del Regina Coeli, ha rivolto un forte appello per alcuni Paesi africani la cui situazione è motivo di sofferenza e preoccupazione. Il Papa ha parlato anche, per la prima volta, della recente sua visita negli Stati Uniti. Chiedendo di non dimenticare le tragiche vicende in atto in alcuni Paesi africani e di farsi loro voce, il Papa ha detto: «In Somalia, specialmente a Mogadiscio, aspri scontri armati rendono sempre più drammatica la situazione umanitaria di quella cara popolazione, da troppi anni oppressa sotto il peso della brutalità e della miseria». Il Papa ha poi fatto richiami alla situazione in Darfur ed al Burundi, dopo i bombardamenti dei giorni scorsi.
Dopo essersi riferito al rito del mattino in Basilica, augurandosi che i nuovi sacerdoti portino ai fedeli la preghiera e la speranza del Vangelo, facendo diventare la società «una città della gioia», Benedetto XVI ha detto che questo messaggio aveva recato agli Stati Uniti nel suo recente viaggio, che aveva per motto «Cristo nostra speranza».
Annunciando che, mercoledì prossimo, all’udienza generale, tratterà della sua peregrinazione apostolica in Usa, Benedetto XVI ha detto: «Ringrazio Dio perché ha largamente assistito questa mia singolare esperienza missionaria, mi ha concesso di farmi strumento della speranza di Cristo». In occasione dell’ordinazione dei 19 presbiteri il Papa ha pronunciato un’esortazione: «L’icona del Buon Pastore è quella che più di ogni altra pone in luce il ruolo del sacerdote nella comunità cristiana...».
«Voi - ha detto ancora Benedetto XVI - non dovete essere "padroni della fede", ma collaboratori della gioia di Cristo tra i fedeli in un mondo spesso triste e negativo... Allora solo potrete essere messaggeri e moltiplicatori della gioia di Cristo specialmente a quanti sono tristi e sfiduciati». «... Ma perché ciò avvenga deve ardere in voi il fuoco del Vangelo e abitare in voi la gioia del Signore». Nell’omelia di grande spessore teologico, incentrata sulla lettera di San Paolo ai Corinti, il Papa ha sottolineato il compito dei presbiteri di assicurare speranza e perdono ai sofferenti e ai feriti nella vita».
A proposito del momento centrale del rito - l’imposizione delle mani sugli ordinanti da parte del Papa, i vescovi e i sacerdoti presenti - Benedetto XVI ha affermato che «quel gesto non ha nulla di magico, eppure è ricco di mistero perché qui è l’origine della missione sacerdotale». Da quel momento il nuovo sacerdote diventa persona consacrata alla speranza sacerdotale, quella del buon Pastore, speranza di apertura alla fede e all’incontro con Dio «per quanti chiedono aiuto sacerdotale nella ricerca della verità». Il più giovane - tra i ventiquattro italiani e cinque stranieri - è un italiano di 24 anni. Il più anziano ne ha 44. Nell’elenco figura anche il nome di Roberto S. Jaadis, 30 anni, che è diacono dal 2007 ed è studente all’Istituto biblico di Roma. È di rito caldeo ed è originario di Baghdad.

© Copyright Il Giornale di Brescia, 28 aprile 2008

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