25 aprile 2008

Ecclesiastici e politici alla Nunziatura Apostolica in Italia per festeggiare i primi tre anni di pontificato di Benedetto XVI (Galeazzi)


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Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo articolo di Giacomo Galeazzi:

Ecclesiastici e politici alla Nunziatura Apostolica in Italia per festeggiare i primi tre anni di pontificato di Benedetto XVI

di Giacomo Galeazzi*

CITTA’ DEL VATICANO - Ricevimento vaticano per festeggiare il terzo anniversario dell'elezione di Benedetto XVI. Alla nunziatura apostolica in Italia, mercoledì sera è stato celebrato il tradizionale evento mondano, posticipato quest'anno di quattro giorni a causa del trionfale viaggio in America del Pontefice. Numerosi vescovi e Cardinali (oltre a ministri ed esponenti politici italiani) si sono dati appuntamento all'ambasciata della Santa Sede a via Po ed è stata l'occasione per commentare il grande successo della visita del Santo Padre all'Onu e negli Stati Uniti. Il nunzio Giuseppe Bertello ha accolto nella sede diplomatica il Segretario di Stato, Tarcisio Bertone, il Cardinale vicario Camillo Ruini, il presidente del Pontificio consiglio "Giustizia e Pace", Renato Raffaele Martino, l’arciprete della Basilica di San Paolo, Andrea Cordero di Montezemolo (zio dell’ex presidente di Confindustria), il Cardinale americano Bernard Law, il prelato dell'Opus Dei, Monsignor Javier Echevarría, il segretario generale della Cei, Monsignor Giuseppe Betori, il direttore dell’Osservatore Romano, Gian Maria Vian, il fondatore della comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi, e l’ex governatore della Banca d’Italia, Antonio Fazio. Dunque, la Chiesa è entrata nel quarto anno di pontificato di Benedetto XVI. Momento per analizzare traguardi e linee-guida di un triennio straordinario per la comunità cattolica sotto la guida del Santo Padre. La ricorrenza è coincisa con la Messa nella cattedrale di New York, il 19 aprile, durante il viaggio in America il cui motto ("Cristo nostra speranza") appare la sintesi che meglio riassume i suoi primi tre anni di ministero petrino. Un triennio incredibilmente denso e ricco di eventi, nel quale Benedetto XVI ha incontrato oltre dieci milioni di persone, compiuto otto viaggi internazionali e otto visite pastorali in Italia, ha scritto due encicliche, ha pubblicato il libro "Gesù di Nazaret", ha creato in due concistori 38 Cardinali in rappresentanza di tutti i continenti, ha inviato una storica Lettera ai cattolici cinesi.
Per due volte (a Colonia e New York) è entrato in sinagoga e a Instanbul ha varcato la soglia della Moschea Blu. Il numero di nuovi Santi e beati è arrivato a 577, quasi un terzo di quelli dei 27 anni di pontificato di Giovanni Paolo II. I dati smentiscono un rallentamento o una diminuzione dei processi da quando Joseph Ratzinger è stato eletto alla sede petrina. Sulle orme del suo predecessore, Benedetto XVI ha una grande sensibilità per la santità nella Chiesa, quella concreta, vissuta, esistenziale, incarnata nelle persone. Dall'inizio del suo pontificato, Benedetto XVI è tornato alla tradizione dei Papi di non presiedere le beatificazioni, una pratica plurisecolare - interrotta nel 1971 da Papa Paolo VI, seguito poi da Giovanni Paolo II - secondo la quale non era il Pontefice che celebrava le beatificazioni, nemmeno quando avevano luogo a Roma, nella Basilica di San Pietro. Il rito era celebrato da un vescovo e da un Cardinale delegato dal Santo Padre. Con Giovanni Paolo II in una sola cerimonia a Roma si beatificavano cinque o sei servi di Dio; ora, visto che hanno luogo nelle Chiese locali sparse in tutto il mondo, per ogni cerimonia c'è un nuovo beato. Inoltre alla celebrazione delle beatificazioni nelle Chiese locali possono partecipare folle enormi, spesso alla presenza dei fratelli, della moglie o della madre del nuovo beato, come si è verificato in questo pontificato. E così sono gli stessi familiari a portare sull'altare le reliquie del nuovo beato, in un'atmosfera di commozione indescrivibile.

*Vaticanista del Quotidiano ‘La Stampa’

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