26 aprile 2008
Domani, in San Pietro, Benedetto XVI presiede la Messa per l’ordinazione di 29 diaconi della diocesi di Roma (Radio Vaticana)
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Domani, in San Pietro, Benedetto XVI presiede la Messa per l’ordinazione di 29 diaconi della diocesi di Roma. Intervista con mons. Tani, rettore del Seminario Romano Maggiore
Benedetto XVI, domani alle ore 9.30, presiederà la Santa Messa nella Basilica Vaticana e conferirà l'ordinazione presbiterale a 29 diaconi della diocesi di Roma. La nostra emittente seguirà l’evento in radiocronaca diretta a partire dalle ore 9.20, con commenti in lingua italiana, francese, spagnola e portoghese. Nel servizio di Alessandro Gisotti, ripercorriamo alcuni interventi del Papa sul significato delle vocazioni e del ministero sacerdotale: La gioia accompagni sempre i nuovi sacerdoti nel loro annuncio del Vangelo: è l’invito rinnovato tante volte da Benedetto XVI in questi primi tre anni di Pontificato. In ogni viaggio apostolico, in Italia come internazionale, il Papa ha sempre voluto incontrare i seminaristi, i giovani chiamati a servire Cristo e l’uomo nel ministero sacerdotale. Il 13 maggio 2005, a meno di un mese dall’elezione alla Cattedra di Pietro, il Santo Padre incontra il clero romano nella Basilica Lateranense. Ai sacerdoti della sua diocesi, il vescovo di Roma riserva parole di incoraggiamento e li sprona a portare nel mondo la luce di Cristo:
“Se noi abbiamo trovato il Signore, se per me il Signore è la luce e la gioia della vita, se è così, siamo sicuri che a un altro che non ha trovato Cristo manca una cosa essenziale. E’ un dovere nostro offrirgli questa realtà essenziale”.
Il Papa invita i seminaristi e i sacerdoti a coltivare una “relazione personale profonda” con Gesù, non limitandosi ad una “mera conoscenza intellettuale”.
Il 29 aprile scorso, il Papa ordina 22 sacerdoti della diocesi di Roma nella Basilica di San Pietro e chiede a tutti i fedeli di accompagnarli con la preghiera:
“Preghiamo perché cresca in ogni parrocchia e comunità cristiana e l’attenzione per le vocazioni e per la formazione dei sacerdoti: essa inizia in famiglia, prosegue in seminario e coinvolge tutti coloro che hanno a cuore la salvezza delle anime”.
Il primo febbraio di quest’anno, poi, Benedetto XVI si reca in visita al Pontificio Seminario Romano Maggiore. Qui, mette l’accento sull’avventura del sacerdozio “esigente” e “meravigliosa”:
“Anche se può sembrare che la vita del sacerdote non attiri l’interesse della maggioranza della gente, in realtà si tratta dell’avventura più interessante e più necessaria per il mondo, l’avventura di mostrare e rendere presente la pienezza di vita a cui tutti aspirano”.
E nel messaggio per la Giornata delle Vocazioni di quest’anno, il Pontefice ricorda che “la dimensione missionaria è specialmente e intimamente legata alla vocazione sacerdotale”. Il Papa sottolinea che il “dono della fede chiama tutti i cristiani a cooperare all’evangelizzazione” e ribadisce che affinché non manchino gli evangelizzatori di cui il mondo ha bisogno non deve “mai venire meno una costante educazione della fede ai fanciulli e degli adulti”.
Dei 29 diaconi della Diocesi capitolina che Benedetto XVI ordinerà domani, 13 hanno compiuto la loro formazione nel Seminario Romano maggiore, 9 al Redemtoris Mater, 3 negli Oblati del Divino Amore, 2 in un istituto religioso dei Figli della Croce e 1 nel Collegio Capranica. Spicca, nel gruppo, la presenza di un seminarista caldeo proveniente da Baghdad. Alla vigilia di questo momento così importante, Federico Piana ha intervistato il rettore del Seminario Romano Maggiore, mons. Giovanni Tani:
R. - Il cammino è stato per la maggior parte molto bello, tranquillo, per altri più impegnativo e ciò dipende dalle storie personali, dal carattere, dalla provenienza, dai momenti vissuti. I diaconi hanno dai 25 ai 43 anni, quindi c’è una certa differenza d'età. Vengono dal mondo del lavoro o dello studio, provengono da diverse comunità formative, da diversi seminari di Roma. Si è aggiunto in questi ultimi giorni un seminarista della diocesi di Baghdad di rito caldeo, che sarà ordinato con i nostri. Arrivano tutti sereni, fiduciosi di poter vivere con gioia e fedeltà questo ministero.
D. - La vocazione ha colto molti anche in fasi abbastanza avanzate della vita. In questo caso vuol dire che si può essere colti dalla chiamata di Dio senza preavviso in qualsiasi momento dell'esistenza...
R. - Il Signore può chiamare a tutte le età. Certamente, noi stiamo attenti in modo particolare alle vocazioni giovanili, quindi di coloro che si presentano entro i 30-35 anni, per poter svolgere un’azione di formazione. Perché quando un uomo viene ben formato nella sua vita e poi si presenta in seminario se è troppo adulto possiamo trovare delle difficoltà nella formazione.
D. - Si parla spesso di crisi delle vocazioni: come si possono sostenere, in un mondo come il nostro spesso molto lontano dalla Parola di Dio, le vocazioni dei giovani che hanno avvertito la chiamata al sacerdozio?
R. - Io penso che bisogna curare molto la vita della comunità, dove si trovano i giovani. Fare in modo che la comunità possa vivere con gioia, con coerenza l’ascolto della Parola di Dio, l’impegno caritativo. Quando i giovani si trovano coinvolti in una vita comunitaria grande, intensa, che faccia capire loro il senso della vita - lo faccia capire insieme agli altri e non in solitudine - è più facile per loro interrogarsi sulle domande fondamentali della vita. Anche se è vero che noi constatiamo ripetutamente che la grazia di Dio raggiunge chi vuole, quando vuole, anche in percorsi che possono sembrare abbastanza solitari, perchè questo noi lo vediamo.
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