24 settembre 2008
Scelta epocale di Benedetto XVI: per la prima volta nella storia dei sinodi un non cristiano parlerà all'assemblea dei vescovi
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PROLUSIONE DEL CARD. BAGNASCO: TESTO INTEGRALE
Roma, un ebreo parlerà al sinodo
Scelta epocale di Benedetto XVI
Per la prima volta nella storia dei sinodi un non cristiano parlerà davanti all'assemblea dei vescovi.
Il Papa ha invitato a intervenire al sinodo sulla parola di Dio il rabbino capo di Haifa Shear-Yashuv Cohen. Il rabbino lo ha annunciato al Catholic news service, definendo un "segno di speranza" l'invito rivoltogli dal Papa
Il rabbino capo di Haifa Shear-Yashuv Cohen, che interverrà davanti ai padri sinodali nel secondo giorno dei lavori, con una relazione sulla centralità della Scrittura ebraica nella tradizione ebraica, ha rivelato di aver accettato l'invito "con un pizzico di trepidazione".
"L'invito - ha sottolineato - porta con sè un messaggio di amore, coesistenza e pace per le generazioni, e vedo in esso una specie di dichiarazione che la Chiesa intende continuare con la politica e la dottrina stabilite da papa Giovanni XXIII e papa Giovanni Paolo II, e apprezzo molto profondamente questa dichiarazione"
"Alcuni leader rabbinici - ha riferito alla agenzia dei vescovi americani - ritengono che il dialogo interreligioso sia semplicemente un altro modo per convincere gli ebrei a diventare cristiani e così alcuni leader ebraici si sono opposti al mio intervenire al sinodo".
"C'è un gruppo estremo - ha chiarito il rabbino capo di Haifa, che fa anche parte della commissione mista di dialogo tra Israele e Vaticano - che teme che visto che i cristiani non sono riusciti a convertirci con la forza, stiano cercando di farlo con le parole; costoro parlano di 'bacio mortalè da parte dei cristiani".
"Se hanno ragione - ha commentato il rabbino di Haifa - sto commettendo un errore, ma credo che non sia questa la situazione".
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Il capo religioso di Haifa Shear-Yashuv Cohen accetta l'offerta
"L'ho fatto con un pizzico di trepidazione, ma è un segno di speranza"
La prima volta di un ebreo al sinodo
il rabbino accoglie l'invito del Papa
Alcune perplessità negli ambienti dell'ebraismo ortodosso
La replica: "Il dialogo è anche rispetto delle differenze"
ROMA
Per la prima volta nella storia dei sinodi un non cristiano parlerà davanti all'assemblea dei vescovi. Il Papa ha invitato a intervenire al sinodo generale dei vescovi, che si terrà a Roma dal 5 al 26 ottobre prossimi, sulla parola di Dio, il rabbino capo di Haifa Shear-Yashuv Cohen.
E lo stesso rabbino lo ha annunciato al Catholic news service, definendo un "segno di speranza" l'invito rivoltogli dal Papa.
Cohen interverrà nel secondo giorno dei lavori con una relazione sulla centralità della Scrittura nella tradizione ebraica e nella vita quotidiana, e sulla sua importanza per l'educazione di ogni bimbo ebreo, come anche per Israele.
"Ho accettato l'invito con un pizzico di trepidazione", ha ammesso il rabbino. "L'appuntamento porta con sé un messaggio di amore, coesistenza e pace per le generazioni, e vedo in esso una specie di dichiarazione che la Chiesa intende continuare con la politica e la dottrina stabilite da papa Giovanni XXIII e papa Giovanni Paolo II, e apprezzo molto profondamente questa dichiarazione".
L'invito rivolto da papa Benedetto XVI ha sollevato preoccupazioni da parte di alcuni leader rabbinici che ritengono il dialogo interreligioso solo un altro modo per convincere gli ebrei a diventare cristiani. "C'è un gruppo estremo - ha chiarito il rabbino capo di Haifa, che fa anche parte della commissione mista di dialogo tra Israele e Vaticano - che teme che i cristiani stiano cercando di convertirci con il dialogo, visto che non ci sono riusciti con la forza e parlano di 'bacio mortale' da parte dei cristiani. Se hanno ragione sto commettendo un errore, ma credo che non sia questa la situazione".
Rafforza infatti la sua scelta per il dialogo il rabbino: "Credo che come ebrei e cristiani dobbiamo vivere ognuno nella propria tradizione e mai cercare di nascondere le differenze". "Parte di un vero dialogo - ha proseguito Cohen - è non solo parlare gli uni con gli altri, ma anche ascoltare l'altro e rispettare il suo diritto di essere diverso. Non possiamo aspettarci che i cristiani facciano questo nei nostri confronti se noi non lo facciamo nei loro". E ha aggiunto: "Non possiamo negare che a dispetto delle differenze, le radici sono le stesse" e che ebraismo, islam e cristianesimo sono "religioni del Libro".
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Il Cristianesimo, pero', non e' solo una "religione del Libro".
R.
Papa/ Un rabbino interverra' a Sinodo Vescovi, e' la prima volta
L'intervento di Cohen (Haifa) previsto per la prossima settimana
Città del Vaticano, 24 set. (Apcom)
Il Papa tende la mano agli ebrei. Benedetto XVI ha infatti invitato il rabbino capo di Haifa, Shear-Yashuv Cohen, ad intervenire al Sinodo dei vescovi che aprirà i battenti il 5 ottobre in Vaticano. E' quanto annuncia l'agenzia di stampa americana 'Catholic news service'. La notizia viene confermata dalla sala stampa della Santa Sede.
Si tratta della prima volta che un rabbino interviene nella storia dei Sinodi. Cohen, che definisce l'invito un "segno di speranza", interverrà durante il secondo giorno dei lavori, con una relazione sulla centralità della Scrittura ebraica nella tradizione ebraica.
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PAPA: PER LA PRIMA VOLTA UN EBREO PARLERA' AL SINODO DEI VESCOVI
CITTA' DEL VATICANO
Shear-Yashuv Cohen, rabbino capo di Haifa e membro della commissione mista Israele-Vaticano, sarà il primo non cristiano a parlare davanti a un sinodo di vescovi cattolici. Il Papa lo ha infatti invitato come delegato fraterno alla assemblea dei vescovi, dedicata alla parola di Dio, che si terrà in Vaticano dal 5 al 26 ottobre. Il rabbino, che dovrebbe intervenire nella seconda giornata dei lavori e che terrà una relazione sulla centralità della Scrittura ebraica nella tradizione ebraica, ha rivelato di aver accettato l'invito "con un pizzico di trepidazione".
"L'invito - ha sottolineato - porta con sé un messaggio di amore, coesistenza e pace per le generazioni, e vedo in esso una specie di dichiarazione che la Chiesa intende continuare con la politica e la dottrina stabilite da papa Giovanni XXIII e papa Giovanni Paolo II, e apprezzo molto profondamente questa dichiarazione" "Alcuni leader rabbinici - ha riferito alla agenzia dei vescovi americani Cns che lo ha intervistato nel suo ufficio a Gerusalemme - ritengono che il dialogo interreligioso sia semplicemente un altro modo per convincere gli ebrei a diventare cristiani e così alcuni leader ebraici si sono opposti al mio intervenire al sinodo". "C'é un gruppo estremo - ha chiarito il rabbino capo di Haifa, - che teme che visto che i cristiani non sono riusciti a convertirci con la forza, stiano cercando di farlo con le parole; costoro parlano di 'bacio mortale' da parte dei cristiani". "Se hanno ragione - ha commentato - sto commettendo un errore, ma credo che non sia questa la situazione". Parlare al sinodo per lui sarà un avvicinarsi al giorno in cui "tutti i popoli si riuniranno insieme per rendere grazie a Dio". Nonostante la storia passata di violenze dal mondo cristiano questo invito, a giudizio dell'esponente ebraico, può essere visto come una dichiarazione di "rispetto e coesistenza con il giudaismo, come fratello maggiore della cristianità".
"Non possiamo negare - ha aggiunto - che a dispetto delle differenze, le radici sono le stesse" e che ebraismo, islam e cristianesimo sono "religioni del Libro". Cohen, la cui famiglia da 18 generazioni ha prodotto rabbini e studenti di Scrittura, parlerà davanti ai padri sinodali riuniti in Vaticano sulla centralità della Scrittura ebraica nella tradizione ebraica e nella vita quotidiana, e sulla importanza della Scrittura per l'educazione di ogni bimbo ebreo, come anche della sua importanza per Israele. In Israele, racconta il rabbino, c'é anche un quiz televisivo sulla Bibbia e i vincitori ricevono le congratulazioni del presidente della Repubblica. Lui è in grado di recitare a memoria la Torah, cioé i primi cinque libri della Bibbia, da quando era un bimbo di otto anni e a Gerusalemme ospita spesso gruppi di cattolici che lo interrogano sulle scritture. Dopo il documento pubblicato dal Vaticano nel 2001 e intitolato "Il popolo ebraico e le sue sacre scritture nella bibbia cristiana", ha osservato il rabbino Cohen, nel mondo cattolico c'é stato un interesse crescente nei confronti di quello che i cristiani chiamano l'Antico Testamento.
"Credo - ha commentato il rabbino - che come ebrei e cristiani dobbiamo vivere ognuno nella propria tradizione e mai cercare di nascondere le differenze; parte di un vero dialogo è non solo parlare gli uni con gli altri, ma anche ascoltare l'altro e rispettare il suo diritto di essere diverso. Non possiamo aspettarci che i cristiani facciano questo nei nostri confronti se noi non lo facciamo nei loro".
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