26 settembre 2008
Cei, Mariano Crociata nuovo segretario generale: lo speciale di "Avvenire"
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Cei, Mariano Crociata nuovo segretario generale
DA ROMA MIMMO MUOLO
Il primo applauso è arrivato quando il cardinale Angelo Bagnasco ha pronunciato il nome di monsignor Mariano Crociata. «La presidenza della Conferenza episcopale italiana accoglie con gioia e riconoscenza la nomina da parte del Santo Padre del vescovo di Noto a Segretario Generale».
Il secondo quando il presidente della Cei ha «rinnnovato la gratitudine al segretario uscente, monsignor Giuseppe Betori», che gli siedeva accanto e che resterà in carica fino al 20 ottobre.
Così la 'famiglia' della Cei, riunita come di consueto nell’aula del Consiglio permanente, ha accolto ieri a mezzogiorno (in contemporanea con Noto e con la notizia diffusa dalla Sala Stampa vaticana) l’annuncio del nuovo vescovo che guiderà gli uffici e i servizi pastorali della segreteria generale. Una cerimonia semplice e partecipata, come del resto è nello stile di analoghe occasioni, che ha visto insieme, nell’ampia sala al piano terra della sede centrale, i cardinali e i vescovi del Parlamentino della Cei – i quali da poco avevano terminato i lavori della sessione autunnale iniziati lunedì scorso – e il personale ecclesiastico e laico della Conferenza episcopale italiana.
Il cardinale Bagnasco ha letto il comunicato della presidenza che Avvenire pubblica integralmente, sottolineando «il profilo intellettuale e spirituale» di monsignor Crociata, «avvalorato dall’esperienza pastorale maturata nel governo della diocesi di Noto e ancor prima come vicario generale della diocesi di Mazara del Vallo».
E si è detto convinto che proprio tale esperienza costituirà «la migliore garanzia per l’importante incarico a lui affidato per il servizio alle Chiese che sono in Italia». Il presidente della Cei ha poi assicurato il nuovo segretario che egli «potrà contare sulla stima cordiale della presidenza e di tutti i componenti del Consiglio episcopale permanente e potrà avvalersi del sostegno operativo degli uffici e dei servizi delle segreteria generale, affidata alla sua diretta responsabilità».
Infine Bagnasco – prima di tracciare un breve profilo biografico del presule siciliano, ricordandone i molteplici incarichi pastorali e quelli legati all’insegnamento, prima della sua nomina a vescovo di Noto, giunta nel luglio dello scorso anno – ha aggiunto un doppio grazie. «La riconoscenza nei confronti di monsignor Crociata – ha detto, infatti – si fa particolarmente intensa nella consapevolezza della testimonianza di obbedienza manifestata con la disponibilità a lasciare la cura della propria diocesi, che ha avuto in lui un pastore tanto amato e apprezzato». Analoga gratitudine ha espresso, quindi, a nome dell’intero episcopato italiano, nei confronti di monsignor Betori «che si appresta – ha ricordato – a dare inizio all’impegnativo ministero episcopale nella Chiesa di Firenze». L’ingresso, infatti, è previsto per il 26 ottobre. Sei giorni prima, invece, avverrà invece il cambio della guardia negli uffici di Circonvallazione Aurelia, dato che, come ha annunciato sempre l’arcivescovo di Genova, sarà il 20 ottobre la data in cui monsignor Crociata assumerà concretamente il nuovo incarico. Particolari questi che confermano come l’avvicendamento tra Betori e Crociata avvenga all’insegna della continuità. Lo ha fatto intendere anche il nuovo arcivescovo di Firenze, poco dopo la cerimonia, intrattenendosi brevemente con alcuni giornalisti presenti.
«Abbiamo già avuto modo – ha detto – di apprezzare le qualità di monsignor Crociata per il lavoro da lui svolto nel Comitato organizzatore delle Settimane sociali. Inoltre egli è stato a lungo accanto a monsignor Cataldo Naro (l’arcivescovo di Monreale, prematuramente scomparso nel 2006, ndr) e si è formato nello stesso humus teologico e culturale al quale la Cei ha attinto largamente in questi anni, soprattutto per quanto riguarda la visione di una Chiesa radicata in mezzo al suo popolo». In precedenza, subito dopo l’annuncio dato dal cardinale Bagnasco, monsignor Betori aveva portato ai presenti il saluto del nuovo segretario generale. «Poco fa al telefono – ha riferito – monsignor Crociata mi ha espresso la sua gratitudine per la presidenza e il Consiglio permanente per la fiducia con la quale hanno supportato la scelta del Santo Padre e mi ha pregato di portare a tutto il personale della Cei il suo saluto. Egli è pronto ad accogliere la collaborazione di tutti per continuare a lavorare al servizio della Chiesa in Italia».
© Copyright Avvenire, 26 settembre 2008
LA NOTA
La presidenza Cei: alto profilo intellettuale e spirituale
Pubblichiamo il comunicato della presidenza della Cei per la nomina di monsignor Mariano Crociata a nuovo segretario generale.
La presidenza della Conferenza episcopale italiana accoglie con gioia e riconoscenza la nomina da parte del Santo Padre di sua eccellenza monsignor Mariano Crociata a segretario generale. Il profilo intellettuale e spirituale del presule, avvalorato dall’esperienza pastorale maturata nel governo della diocesi di Noto e prima ancora come vicario generale della diocesi di Mazara del Vallo, costituisce la migliore garanzia per l’importante incarico a lui affidato per il servizio alle Chiese che sono in Italia. Monsignor Crociata potrà contare sulla stima cordiale della presidenza e di tutti i componenti del Consiglio episcopale permanente e potrà avvalersi del sostegno operativo degli Uffici e dei servizi della segreteria generale, affidata alla sua diretta responsabilità. La riconoscenza nei suoi confronti si fa particolarmente intensa nella consapevolezza della testimonianza di obbedienza manifestata con la disponibilità a lasciare la cura della propria diocesi, che ha avuto in lui un pastore tanto amato e apprezzato. In questa occasione, il presidente, sua eminenza cardinale Angelo Bagnasco, anche a nome dei vice presidenti e dell’intero episcopato italiano, rinnova la gratitudine a sua eccellenza monsignor Giuseppe Betori, segretario uscente, che si appresta a dare inizio all’impegnativo ministero episcopale nella Chiesa di Firenze. Egli resterà in carica fino al 20 ottobre, giorno in cui monsignor. Crociata assumerà il nuovo ufficio.
La presidenza della Cei
© Copyright Avvenire, 26 settembre 2008
Il benvenuto del mondo cattolico: «Umile e aperto»
DI ANTONIO GIULIANO
Un uomo umile, di spiccata intelligenza e con grandi capacità di ascolto. È questo il ritratto di monsignor Mariano Crociata che emerge nelle reazioni delle associazioni e dei movimenti ecclesiali dopo la nomina del vescovo di Noto a segretario generale della Conferenza episcopale italiana.
Per il presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo (RnS), Salvatore Martinez: «La Chiesa cattolica italiana riparte idealmente dal profondo Sud, dalla terra di Sicilia, in cui i valori dell’accoglienza dello straniero, del dialogo interculturale e interreligioso, della solidarietà verso i deboli, del fervore di movimenti e associazioni, rimangono una riserva di speranza e una risorsa per tutto il nostro Paese». All’impegno pastorale di questi anni, allo zelo di teologo esperto di dialogo interreligioso, fanno riferimento gli auguri arrivati a monsignor Crociata da parte dell’Associazione cooperatori paolini. E dal Movimento per un Mondo Migliore che garantisce un impegno comune per «aiutare l’Italia a riscoprire le radici nella fede cristiana». Grande gioia anche da chi ha avuto modo di conoscerlo da vicino, come don Fortunato Di Noto e la sua associazione Meter: «Abbiamo già imparato ad apprezzare il suo amore per la Chiesa e il servizio pastorale intriso di ascolto, disponibilità e apertura ai bisogni dell’uomo di oggi: sicuramente saprà essere un pastore buono e in tensione verso l’uomo nella ricerca di Dio». La stessa fiducia è stata espressa dalla Federazione universitaria cattolica italiana (Fuci) presente in oltre 60 atenei italiani: «Il Santo Padre – hanno affermato i presidenti nazionali Silvia Sanchini ed Emanuele Bordello – ha scelto un pastore che nella sua breve ma intensa esperienza nella diocesi di Noto ha mostrato grande dedizione verso la comunità affidatagli ». Attestati di stima e congratulazioni sono piovute sul nuovo segretario Cei da parte di tutto il mondo politico a cominciare dei Presidenti del Senato e della Camera, Renato Schifani e Gianfranco Fini. E da quello sindacale: «Solidarietà e attenzione ai più deboli – ha commentato Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl –, sono il frutto di un impegno quotidiano di tutto il mondo cattolico sottolineato con particolare intensità da una figura come monsignor Crociata ». Profonda gratitudine è stata manifestata al predecessore, monsignor Giuseppe Betori, da parte di tutte le realtà ecclesiali. Come il Forum delle Famiglie: «Confidiamo – ha spiegato il presidente Giovanni Giacobbe – di poter instaurare con il nuovo segretario della Cei un rapporto di profonda stima come con monsignor Betori al quale rinnoviamo il ringraziamento per gli importanti obiettivi realizzati».
Uno sguardo al futuro nelle felicitazioni dell’Azione Cattolica a monsignor Crociata, a cui promette «un determinato impegno nel costruire assieme un cammino di Chiesa, attenta all’uomo, alla difesa della famiglia e della vita, alla formazione delle coscienze, all’impegno concreto verso i poveri e gli ultimi».
E così le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani (Acli): «La Chiesa ha bisogno di pastori capaci di illuminare le coscienze. Non sono tempi facili per il nostro Paese. E spesso proprio i vescovi diventano i primi difensori dei diritti dei più deboli. Siamo certi che monsignor Crociata, uomo del Sud, saprà porsi come guida autorevole su questa strada».
© Copyright Avvenire, 26 settembre 2008
A Noto la commozione dei «suoi» preti
Il vescovo ha comunicato la sua nomina al clero riunito nel Seminario netino Nel messaggio di saluto alla diocesi, la testimonianza di «un’esperienza ecclesiale carica di intesa e comunione»
DAL NOSTRO INVIATO A NOTO (SIRACUSA)
SALVATORE MAZZA
Era stato come «un matrimonio combinato». Perché «non la conoscevo e non conoscevo quasi nessuno». Un matrimonio, però, «coinciso con un amore a prima vista». Un’esperienza ecclesiale, «carica di intesa e di comunione », «tesa ad una apertura verso il futuro con un senso di fiducia e di speranza che veniva dischiudendosi come fiore che sboccia. Dalla quale oggi si separa certo con «qualche rammarico» ma consapevole che «è più importante leggere questo passaggio come un segno di Dio. E Dio non prova senza incoraggiare e aprire il futuro verso nuove e non immaginate possibilità».
Lontano da ogni retorica il ricorso di monsignor Mariano Crociata a quell’«immagine sponsale», come egli stesso l’ha definita, nel momento di annunciare, in contemporanea con la Sala Stampa vaticana, alla sua diocesi di Noto, la decisione presa dal Papa di nominarlo segretario generale della Conferenza episcopale italiana. Nomina, ha detto, arrivata con sua «totale sorpresa »; e proprio per questo, ha aggiunto, «desidero innanzitutto esprimere la mia adesione interiore a quanto mi è chiesto e la gratitudine per la fiducia riposta nella mia persona dal sommo Pontefice Benedetto XVI» e, con lui, il cardinale presidente Angelo Bagnasco «e i confratelli membri della presidenza e del Consiglio permanente».
Che, nonostante i nemmeno dodici mesi di guida della diocesi, quello tra Crociata e Noto fosse vero amore, lo hanno dimostrato le lacrime con cui i sacerdoti della diocesi, convocati a mezzogiorno nell’aula magna del Seminario, hanno accolto l’annuncio. Così come la voce dello stesso presule, spezzatasi diverse volte nel leggere il breve discorso finito di scrivere cinque minuti prima dell’incontro. Come, ancora, le parole cariche d’affetto e ammirazione, con cui l’88enne vicario generale don Francesco Guccione lo ha ringraziato «per tutto quello che ci ha dato» a nome di ciascuno dei presenti: «Quando ieri ho letto qualcosa sui giornali – ha detto commosso – sono rimasto colpito. Non ho dormito tutta la notte. Non ci resta che accettare la volontà di Dio». Nel suo breve discorso Crociata, nato 53 anni fa a Catelvetrano, nel Trapanese,chiamato a succedere nell’incarico a monsignor Giuseppe Betori, nominato a sua volta qualche giorno fa arcivescovo di Firenze, ha voluto sottolineare il fatto di leggere «questa nomina come un fatto di Chiesa prima che come momento di una vicenda personale». Fatto di Chiesa, ha spiegato, «perché il servizio che mi è chiesto, in comunione anche operativa con il Papa, primate d’Italia, e in strettissima collaborazione con il presidente della Conferenza, è servizio alla comunione stessa tra le Chiese e distintamente tra i pastori d’Italia».
Lavoro delicato, in quanto «oggi ci rendiamo conto che il collegamento pastorale tra le diocesi, attuato attraverso le conferenze, ha raggiunto anche livelli complessi di organizzazione il cui vantaggio per la vita pastorale delle Chiese è sotto gli occhi di tutti». Per questo «richiede una attenzione e una dedizione tanto maggiori quanto rilevante è il bene spirituale e pastorale del popolo cristiano al cui servizio è stato istituito».
Ed è dunque «con questa consapevolezza ecclesiale e pastorale – ha aggiunto – che mi dispongo ad accogliere il nuovo servizio, di umile cooperatore alla coesione e al lavoro collegiale dei vescovi delle diocesi d’Italia, servizio che intendo come richiesta a svolgere in forma nuova il ministero episcopale che mi è stato conferito poco meno di un anno fa». Ministero tutto svolto in «questa nostra diocesi di Noto, che troppo presto devo imparare a non chiamare più mia».
© Copyright Avvenire, 26 settembre 2008
All’Istituto Luigi Sturzo: identità e dialogo
Il messaggio del presule letto ieri a un convegno sull’ecumenismo
DAL NOSTRO INVIATO A CALTAGIRONE (CATANIA)
GIOVANNI GRASSO
Un forte applauso tra i giovani corsisti della «cattedra Sturzo» , in buona parte siciliani, ha salutato l’annuncio della no- mina del vescovo di Noto Mariano Crociata a segretario generale della Conferenza episcopale italiana. Non era solo un legittimo orgoglio campanilistico: il vescovo, come ha sottolineato l’ex senatore Francesco Parisi, presidente dell’Istituto di Sociologia «Luigi Sturzo» di Caltagirone, è un antico amico della «cattedra» e proprio ieri avrebbe dovuto parlare ai giovani «sturziani» sul tema del dialogo interreligioso e della convivenza tra i popoli. Il vescovo, ovviamente, si è dovuto trattenere a Noto. Ma ha voluto ugualmente far giungere al convegno le sue riflessioni. Sottolineando subito che se è vero che nel mondo contemporaneo è «in voga una retorica del dialogo la cui inflazione ha cominciato a stancare», non per questo del dialogo se ne può fare a meno, poiché esso «non è solo una risorsa pratica insostituibile, ma anche un’esigenza costitutiva dell’esperienza religiosa in genere e cristiana in particolare». Ma, secondo monsignor Crociata, vanno ben precisati i contorni e i contenuti di questo dialogo. Se è vero, ha notato, che la Chiesa cattolica ha superato da tempo l’antico giudizio di condanna delle altre religioni, che le faceva dire che non vi era salvezza al di fuori della Chiesa stessa ( Extra Ecclesiam nulla salus), anche la prospettiva opposta, che tende a conferire alle religioni uguale dignità e a riconoscere a esse «una uguaglianza indifferenziata», non sembra «idonea a fondare il dialogo interreligioso». Essa, infatti, «cancellando o trascurando le differenze» tra le varie religioni finisce per privarle «di quella identità e originalità che sono proprie di ciascuna, con il risultato di renderle insignificanti. Ora – ha aggiunto Crociata – se non ci sono differenze che contano, allora non c’è nemmeno più bisogno di dialogo, poiché sono annullati tutti gli ostacoli all’intesa e alla comprensione».
Una «onesta teologia cristiana delle religioni», dunque, «deve partire dal proprio punto di vista, che è insieme e non contraddittoriamente confessionale e critico; deve cioè partire dalla propria posizione, più esattamente dalla propria pretesa di verità, nella consapevolezza di avere di fronte altre pretese di verità da rispettare e con cui dialogare ». Solo in questo modo si «può avviare un dialogo fruttuoso, rispettoso e ospitale della differenza che l’altro rappresenta».
Mutuando questo discorso sul piano della convivenza tra i popoli, monsignor Crociata ha fatto presente che «al contrario di come si può essere indotti a pensare, non è la presenza di identità forti a minacciare la convivenza, quanto piuttosto la completa assenza, lo smarrimento o la negazione dell’identità. La mancanza di identità significherebbe l’assenza di orizzonte culturale e come tale aprirebbe il varco all’ignoranza, all’incomprensione, all’irrazionalità e all’incomunicabilità, con conseguenze incontrollabili e devastanti». Tuttavia, è stata la sua conclusione, anche le religioni devono fare la loro parte, evitando di farsi piegare a interessi politici o ideologici: «La convinzione di tanti, che le religioni siano intrinsecamente produttrici di conflitti e di violenza, può essere smentita e sradicata solo da un impegno per il dialogo che lasci emergere le vere radici di benevolenza e di comprensione, di apertura alla trascendenza e di santità che stanno alla loro origine ». E, allora, va alimentato come parte integrante del dialogo «il comune sforzo di sventare e contrastare ogni forma di strumentalizzazione delle differenze religiose a fini politici o comunque per scopi e interessi che non siano quelli propri della ispirazione profonda e originaria di ogni religione».
© Copyright Avvenire, 26 settembre 2008
Nato nel Trapanese, dal 2007 pastore di Noto
Classe 1953, sacerdote dal 1979, è stato vicario generale di Mazara del Vallo Il 6 ottobre dell’anno scorso l’ordinazione episcopale
DA NOTO (SIRACUSA)
LAURA MALANDRINO
Monsignor Mariano Crociata è nato a Castelvetrano ( Trapani) il 16 marzo 1953. Ha studiato al Seminario vescovile di Mazara del Vallo e ha conseguito la maturità classica presso il liceo statale. È stato alunno dell’Almo Collegio Capranica e ha frequentato i corsi di filosofia e teologia alla Pontificia Università Gregoriana conseguendo il dottorato in Teologia con la tesi « Umanesimo e teologia in Agostino Steuco». Ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale il 29 giugno del 1979. Tra gli incarichi ricoperti, oltre a quello di parroco a Marinella di Selinunte dal 1985 al 1989 e poi di arciprete- parroco della chiesa madre di Marsala fino al 2003, quello di direttore dell’Ufficio catechistico di Mazara del Vallo dal 1983 al 1986 e di assistente diocesano dell’Azione cattolica. Inoltre è stato membro della commissione centrale nel Sinodo diocesano della Chiesa mazarese, del direttivo nel consiglio presbiterale diocesano e del consiglio dei consultori. Docente di Teologia fondamentale alla Pontificia Facoltà teologica di Sicilia e direttore del dipartimento di Teologia delle religioni presso la stessa facoltà, monsignor Crociata ha pubblicato il manuale di teologia fondamentale « La Chiesa » e ha insegnato teologia fondamentale e cristologia all’Istituto di Scienze religiose di Mazara del Vallo. È autore di diversi articoli sul dialogo interreligioso e di varie pubblicazioni di carattere teologico. Dal 2003 è stato vicario generale della diocesi mazarese. Il 16 luglio 2007 è stato eletto alla sede vescovile di Noto venendo ordinato vescovo il 6 ottobre.
È membro del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane sociali dei cattolici italiani. L’anno che lo ha visto impegnato come pastore nella diocesi di Noto è stato denso di eventi: la sua visita alla diocesi gemella di Butembo- Beni nella Repubblica democratica del Congo, la messa in rete del nuovo sito internet della diocesi, il rinnovo del periodico diocesano. Ma soprattutto è stato un anno caratterizzato dall’ascolto che è maturato in maniera « assolutamente spontanea e naturale » nel discepolato. « Discepoli di Gesù sulle orme di Paolo » , infatti, è il titolo dei nuovi orientamenti pastorali che monsignor Crociata ha consegnato alla Chiesa netina il 19 settembre scorso in occasione della prima presentazione ai sacerdoti. «La forma della nostra relazione con Gesù può essere solo da discepoli, non da colleghi e meno che mai da maestri. Lui solo è il maestro, la guida, l’esempio, il Signore che esercita la sua signoria con la delicatezza e l’energia dell’amicizia – ha scritto nel suo messaggio alla comunità diocesana del 21 settembre –. Così noi da ascoltatori sentiamo di non poter fare a meno di metterci alla sua sequela e diventare suoi discepoli » . La domanda che rimane sospesa quando si parla di discepolato è però: come si fa ad essere discepoli di Gesù oggi? che cosa significa essere discepoli di Gesù oggi? « La domanda è ardua – ha scritto Crociata – la volontà di trovarvi risposta però è ferma » .
© Copyright Avvenire, 26 settembre 2008
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