16 settembre 2008

La denuncia di Mons. Perl: La messa in latino viene di fatto ostacolata dagli stessi vescovi. Sulla mia scrivania si accumulano le proteste dei fedeli


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Messa in Latino, è polemica in Vaticano "I vescovi italiani la ostacolano"

La denuncia del segretario della Commissione Ecclesia Dei: "La maggioranza delle gerarchie vieta ai sacerdoti di celebrare la Messa secondo il rito antico

In un convegno nella Città del Vaticano la testimonianza del Segretario della Commissione Ecclesia Dei

"I vescovi ostacolano la messa in latino"
La denuncia di monsignor Perl


Segnalati problemi analoghi anche all'estero, soprattutto in Germania

CITTA' DEL VATICANO

La messa in latino viene di fatto ostacolata dagli stessi vescovi. A denunciarlo stamane in un convegno nella Città del Vaticano è il Segretario della Commissione Ecclesia Dei, monsignor Camille Perl: "In Italia la maggioranza dei vescovi, con poche ammirevoli eccezioni, hanno posto ostacoli all'applicazione del motu proprio sulla messa in latino. Lo stesso bisogna dire di molti superiori generali che vietano ai loro sacerdoti di celebrare la messa secondo il rito antico".

Ad organizzare l'incontro "Il motu proprio Summorum Pontificum di Sua Santità Benedetto XVI - Una ricchezza spirituale per tutta la Chiesa un anno dopo" l'associazione "Giovani e tradizione" con il patrocinio della Commissione "Ecclesia Dei", il cui compito è quello di favorire il rientro dei lefevbriani all'interno della Chiesa cattolica.

Ma ostacoli alla messa in latino ci sono anche all'estero: "In Germania la Conferenza episcopale ha pubblicato una direttiva molto burocratica che rende di difficile applicazione il motu proprio".

Le richieste da parte dei fedeli provengono da un nucleo di Paesi: Francia, Gran Bretagna, Canada, Stati Uniti, Australia. In Francia vi sono luci e ombre.

Alcuni giovani sacerdoti anno preso l'iniziativa, ha spiegato monsignor Perl, di celebrare la messa secondo il rito di San Pio V rivisto da Giovanni XXIII senza chiedere l'autorizzazione ai vescovi.

"Del resto - ha detto il Segretario di Ecclesia Dei - il Papa aveva messo nelle loro mani il messale antico. Alcuni vescovi hanno appoggiato queste iniziative, altri no".

Ma il problema in Francia come in Germania è, più in generale, la scarsità dei sacerdoti: "Si accumulano sulla mia scrivania le lettere di fedeli di varie parti del mondo che reclamano l'applicazione del motu proprio. Ma bisogna tenere conto del fatto che il numero dei sacerdoti è scarso un po' ovunque. Così un prete che deve già celebrare tre o quattro messe in un giorno non riesce ad aggiungerne un'altra. Questo è un problema soprattutto nelle diocesi di campagna in Francia e in Germania dove un solo prete ha un territorio ampio da coprire".

Inoltre, ha detto ancora monsignor Perl, "bisogna tenere conto che il rito riformato da Paolo VI è in vigore da 40 anni e ci sono molti preti che non sanno celebrare la messa con il vecchio rito; senza contare che sono stati indottrinati secondo una visione precisa: cioè che la vecchia liturgia superata".

Tuttavia ci sono anche giovani sacerdoti che vogliono celebrare la messa in latino "e credo che il Papa abbia fatto il motu proprio pensando a loro".

Anche negli Stati Uniti ci sono fedeli che fare compiere parecchia strada per raggiungere la chiesa dove si celebra la messa in latino perché non tutti i sacerdoti la vogliono celebrare.

Così, ha detto Perl, "dobbiamo ricordarci che un anno è poco nella vita della Chiesa, ed è normale che molti fedeli siano delusi perché pensavano a un'applicazione immediata e capillare ovunque".

Tuttavia, a un anno di distanza il clima sta cambiando favorevolmente.

"Non abbiamo intenzione di fare il processo alla liturgia nuova", tuttavia la liturgia post-conciliare "è una mescolanza di antico e nuovo che produce spesso una mancanza di armonia e una confusione", ha concluso monsignor Perl.

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Perfetto...finalmente una parola chiara e senza troppi giri di parole!
R.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

i vescovi non devono autorizzare un fico.
se diramano direttive sappiano che sono nulle.
invece di lamentarsi il vaticano emani direttive chiare e precise.
con i richiami i vescovi non ubbidiscono e la gente lascia la chiesa.

Anonimo ha detto...

A marzo..."Benedetto XVI ha nominato vi¬cepresidente della Pontificia Com¬missione Ecclesia Dei, monsignor Ca¬mille Perl, finora segretario della me¬desima Commissione. Nel contempo il Papa ha nominato segretario mon¬signor Mario Marini finora segreta¬rio aggiunto. "

euge ha detto...

ecco un esempio si sterile immobilismo; e questo non lo si può attribuire certo al Pontefice!

Questo è un tipo di immobilismo che procura danni e danni seri. Mi auguro che quanto prima, si trovi il modo per evitare le tante defezioni inspiegabili al Motu Proprio che non deve essere visto com atto di8 divisione ma, come strumento di unione.

Luisa ha detto...

Ma i vescovi non hanno la prima parola ! Se il gruppo esiste è di competenza dei sacerdoti di dare l" autorizzazione"...poi si sa... se il sacerdote dice no...si va dal vescovo..e se il vescovo dice no... resta l`Ecclesia Dei...e poi talvolta il sacerdote dice sì e il vescovo interviene per dire no...
Triste realtà !

Anonimo ha detto...

Per un anno i Vescovi hanno fatto quello che hanno voluto.
Forse è ora di emanare una direttiva che aiuti i fedeli legati alla vecchia liturgia a trovare un sacerdote ben disposto e impedisca al Vescovo diocesano di mettere il becco fra sacerdote e fedele.
E' molto importante che per la prima volta un esponente della curia parli del comportamento dei Vescovi e delle proteste dei fedeli.
Forse qualcosa si muove per davvero.
Maria Grazia

Anonimo ha detto...

Scendendo al pratico si potrebbe ordinare ai vescovi di fare celebrare almeno una Messa nel rito antico ogni domenica nelle parrocchie o nelle cittadine più grandi delle singole diocesi.
Nella mia diocesi la domenica nella città principale si celebrano una ventina di messe perchè non celebrarne almeno una (in orario comodo e in una chiesa centrale) col rito antico???