15 settembre 2008
Il Papa: "La Chiesa è ferma su famiglia e valori ma rispetta tutti" (Izzo)
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Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo questo splendido commento di Salvatore Izzo al discorso del Papa ai vescovi francesi.
R.
PAPA: CHIESA E' FERMA SU FAMIGLIA E VALORI MA RISPETTA TUTTI
(AGI) - Lourdes, 14 set.
(dall'inviato Salvatore Izzo)
La Chiesa deve opporsi alle leggi che favoriscono le unioni civili, attenendosi ''con fermezza, anche a costo di andare controcorrente, ai principi che fanno la forza e la grandezza del sacramento del matrimonio''.
Lo ha ricordato Benedetto XVI lodando i vescovi francesi per la coerenza delle loro posizioni.
''Spesso - ha spiegato nell'incontro di questa sera a Lourdes con l'intero Episcopato di Francia - le leggi cercano piu' di adattarsi ai costumi e alle rivendicazioni di particolari individui o gruppi, che non di promuovere il bene comune della societa'''.
''Per alcuni - ha lamentato Papa Ratzinger - l'unione stabile di un uomo e di una donna, ordinata alla edificazione di un benessere terreno, grazie alla nascita di bambini donati da Dio, non e' piu' il modello a cui l'impegno coniugale mira. Tuttavia - ha spiegato - l'esperienza insegna che la famiglia e' lo zoccolo solido sul quale poggia l'intera societa'''.
La stessa fermezza i vescovi debbono utilizzarla riguardo all'esclusione dei divorziati risposati dalla comunione e all'ipotesi di cerimonie di tipo penitenziale che, come avviene invece nella Chiesa Ortodossa, possano reintrodurli nella pienezza della vita sacramentale. Si tratta di ''una questione particolarmente dolorosa'', ha spiegato questa sera ai vescovi francesi, ribadendo che ''la Chiesa, che non puo' opporsi alla volonta' di Cristo, conserva con fedelta' il principio dell'indissolubilita' del
matrimonio''.
E tuttavia Papa Ratzinger ha esortato a circondare ''del piu' grande affetto gli uomini e le donne che, per ragioni diverse, non giungono a rispettare'' gli impegni assunti con il matrimonio, arrivando in serata, nel discorso rivolto alle decine di migliaia di fedeli che hanno partecipato alla processione eucaristica da lui presieduta nel Santuario, ad affermare che il loro desiderio di ricevere l'Eucaristia ''ha grande valore davanti a Dio: essi attendono con maggior ardore il suo ritorno; attendono Gesu' Cristo che deve venire''.
Insomma, per il Papa la privazione della comunione alla quale la dottrina della Chiesa condanna i divorziati risposati, per la grande sofferenza che provoca nei loro cuori, diventa per essi, agli occhi di Dio, una via verso la santita'.
E' questo, del resto, lo stile del Papa teologo, che governa la Chiesa con ''mite fermezza'', come hanno rilevato in questi giorni i principali quotidiani francesi che, da Le Monde a Le Figaro', traboccano tutti di ammirazione per lui.
Ha colpito soprattutto il suo grande rispetto per la laicita' della Francia, ribadito anche stasera nel discorso ai vescovi, quando ha assicurato che ''la Santa Sede desidera rispettare l'originalita' della situazione francese''.
''Sono convinto - ha spiegato - che le Nazioni non devono mai accettare di veder sparire cio' che costituisce la loro specifica identita'. In una famiglia, il fatto che i diversi membri abbiano lo stesso padre e la stessa madre non comporta che essi siano soggetti tra loro indifferenziati: sono in realta' persone con una propria individualita'. La stessa cosa avviene per i Paesi, che devono vegliare a preservare e a sviluppare la loro specifica cultura, senza lasciarla mai assorbire dalle altre o affogare in una spenta uniformita'''.
Da parte sua, ha aggiunto Benedetto XVI, ''la Chiesa non rivendica per se' il posto dello Stato. Essa non vuole sostituirglisi. E' infatti una societa' basata su convinzioni, che si sente responsabile dell'insieme e non puo' limitarsi a se stessa.
Essa parla con liberta' e dialoga con altrettanta liberta' nel desiderio di giungere alla edificazione della liberta' comune. Grazie ad una sana collaborazione tra la Comunita' politica e la Chiesa, realizzata nella consapevolezza e nel rispetto dell'indipendenza e dell'autonomia di ciascuna nel proprio campo, si rende all'uomo un servizio che mira al suo pieno sviluppo personale e sociale''.
Il Papa - questo e' chiaro - non fa concessioni sulla dottrina ma e' disponibile ad un dialogo con tutti.
''La societa' globalizzata, pluriculturale e plurireligiosa nella quale viviamo, e' un'opportunita' che il Signore ci offre di proclamare la Verita' e di esercitare l'Amore, nell'intento di raggiungere ogni essere umano senza distinzione, anche al di la' dei limiti della Chiesa visibile'', ha ricordato ad esempio riguardo ai rapporti con le altre religioni, ribadendo pero' che ''la ricerca e l'approfondimento della Verita', restano un compito nobile e obbligatorio per ogni uomo di fede''.
E che ''Cristo stesso e' la Verita'''. Come dire che insomma il rispetto per le altrui convinzioni religiose non implica per i cattolici la rinuncia alle proprie, come rimproverano i tradizionalisti seguaci di mons. Lefebvre. A questi ultimi, con lo stesso atteggiamento ha rivolto un appello alla pacificazione con la Chiesa Francese.
''Occorre giungere in tempi ragionevoli - ha detto ai vescovi - a soluzioni soddisfacenti per tutti, cosi' che la tunica senza cuciture del Cristo non si strappi ulteriormente.
Nessuno e' di troppo nella Chiesa. Ciascuno, senza eccezioni, in essa deve potersi sentire 'a casa sua', e mai rifiutato. Dio, che ama tutti gli uomini e non vuole che alcuno perisca, ci affida questa missione facendo di noi i Pastori delle sue pecore''.
Le parole del Papa sono state pronunciate nel discorso ai vescovi francesi riuniti a Lourdes. Ai presuli il Papa ha ricordato che contribuire all'unita' e' stato l'intento da lui seguito nel motu proprio Summorum Pontificum (il documento che liberalizza la nmessa in latino ed e' stato contestato dai progressisti). ''Ho voluto precisare - ha detto - le condizioni di esercizio di tale compito, in cio' che concerne la possibilita' di usare tanto il Messale del Beato Giovanni XXIII del 1962, quanto quello del Papa Paolo VI del 1970.
Alcuni frutti di queste nuove disposizioni si sono gia' manifestati, e io spero che l'indispensabile pacificazione degli spiriti sia, per grazia di Dio, in via di realizzarsi. Capisco le difficolta' che voi incontrate, ma dobbiamo sforzarci - ha concluso - di essere sempre servitori dell'unita'''.
Copyright (AGI)
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2 commenti:
sono saltati tutti i miei impegni di questa mattina e quindi trovo il tempo per segnalarti questo editoriale
http://www.lefigaro.fr/debats/2008/09/15/01005-20080915ARTFIG00278-la-revelation-benoit-xvi-.php
è un esempio di come la stampa francese non stia sempre in ciabatte come la nostra.
Cara Raffaella,
ti segnalo l'articolo di Paolo Rodari. Francamente uno dei pochi decenti oggi.
http://www.paolorodari.com/
Ciao
Alessia
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