15 settembre 2008

A Parigi ressa ed entusiasmo per il Papa (Accattoli)


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A Parigi ressa ed entusiasmo per il Papa

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In mattinata Ratzinger, il primo Papa della storia ad essere anche accademico di Francia, ha reso omaggio alla cultura d'Oltralpe

Luigi Accattoli

DAL NOSTRO INVIATO

PARIGI

L'entusiasmo della folla di Parigi e la commozione di quella di Lourdes: ieri il Papa è passato dalla «Città dei Lumi» alla cittadella della pietà popolare, toccando due luoghi simbolo della Francia e ricevendo la stessa calorosa accoglienza in ognuno dei due. Oggi resterà ancora a Lourdes e domani rientrerà a Roma, al termine di uno dei più brevi e più intensi tra i dieci viaggi internazionali che ha compiuto fino a oggi.
La scena di Parigi — dove ha celebrato la messa nella Esplanade des Invalides, davanti a 260 mila persone — è stata sorprendentemente viva, come già l'incontro con i giovani che il Papa aveva avuto la sera di venerdì a Notre Dame e alla Nunziatura, dove li aveva salutati dalla finestra alle dieci di sera.
Colpiva l'osservatore soprattutto la passione e il chiasso con cui i duemila sacerdoti che avevano partecipato alla celebrazione si sono stretti attorno al Papa alla fine del rito, mentre scendeva dal palco ancora vestito dei paramenti. Gli uomini della sicurezza vaticana e i due cerimonieri hanno dovuto fare argine per trattenere soprattutto i preti più giovani che tendevano le mani e volevano prendere quelle del Papa, o almeno toccarlo.
Commentando un testo dell'apostolo Paolo che invitava i cristiani di Corinto a «fuggire l'idolatria», il Papa teologo ha rivolto a quella folla metropolitana e cosmopolita un appassionato monito contro gli idoli della nostra epoca: «Il denaro, la sete dell'avere, del potere e persino del sapere non hanno forse distolto l'uomo dal suo fine vero?».
L'idolo— ha spiegato — è «ciò che mettiamo al primo posto» e dunque al posto di Dio. Tra le «tentazioni della nostra epoca » che «ingannano» l'uomo Benedetto ha elencato «la tentazione di idolatrare un passato che non esiste più, dimenticandone le carenze; la tentazione di idolatrare un futuro che non esiste ancora, credendo che l'uomo, con le sole sue forze, possa realizzare la felicità eterna sulla terra».
La giornata era iniziata con una visita all'Institut de France, dove ha sede l'Accademia delle scienze morali e politiche della quale Ratzinger è membro dal 1992.
«Non potevo venire a Parigi senza salutarvi » ha detto ai «colleghi» il primo Papa della storia che sia anche accademico di Francia: «Nel mio percorso intellettuale il contatto con la cultura francese ha avuto una particolare importanza. Colgo quindi l'occasione per esprimere la mia gratitudine verso di essa, sia a titolo personale che come successore di Pietro».
Benedetto è arrivato a Lourdes alle sei del pomeriggio e ha iniziato a compiere il «Cammino del Giubileo», ha percorso cioè le prime tre tappe legate alla vita di Bernadette (la veggente di Lourdes), che sono proposte ai pellegrini nel 150˚ delle apparizioni: ha visitato il «fonte» dove è stata battezzata, la casa dove visse e la grotta dove vide la Madonna.
Quando il Papa è entrato nella grotta, una bambina vestita con il costume contadino ottocentesco — sul tipo di quello che Bernadette indossa nelle foto d'epoca — gli ha offerto un bicchiere d'acqua della «fonte miracolosa » e il Papa l'ha bevuta. Ha poi acceso un cero e pregato in ginocchio proprio come fanno i sei milioni di persone che qui vengono ogni anno.
Il tutto è terminato con la processione serale, detta «Aux Fambeaux», cioè delle candele, nella quale ogni partecipante alla recita del rosario porta una candela accesa.
Al termine Benedetto ha invitato la folla a vivere il pellegrinaggio in «profonda comunione con tutti gli esseri che soffrono: le vittime innocenti che subiscono la violenza, la guerra, il terrorismo, la carestia, o che portano le conseguenze delle ingiustizie, dei flagelli e delle calamità, dell'odio e dell'oppressione».

© Copyright Corriere della sera, 14 settembre 2008

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