9 settembre 2008

Presentato il programma del viaggio di Benedetto XVI in Francia (Osservatore Romano)


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Presentato il programma del viaggio di Benedetto XVI in Francia

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di Mario Ponzi

Parigi e Lourdes sono le mete del prossimo viaggio di Benedetto XVI.
La Francia, dunque. Si tratta del decimo oltre i confini italiani dall'inizio del pontificato. Il programma della visita è stato illustrato ai giornalisti accreditati presso la Sala Stampa della Santa Sede, dal direttore padre Federico Lombardi, martedì mattina, 9 settembre.
Il Papa parte venerdì mattina, 12 settembre, e rientra lunedì 15. Lourdes è la meta privilegiata, nel senso che è quella alla quale è legato il motivo stesso del viaggio. Il Pontefice, come è noto, concluderà qui le celebrazioni per il 150° anniversario delle apparizioni. Il fervore nell'attesa di questo evento è palpabile nella cittadina dei Pirenei, dove in questi mesi si sono succeduti innumerevoli pellegrinaggi provenienti da tutto il mondo, celebrazioni, convegni, congressi nazionali e internazionali.
Inevitabile che l'attenzione si sposti poi però su Parigi e sulla Francia, nazione che rispecchia le vicende dell'intero continente europeo, quasi ovunque in affanno alla ricerca delle sue più profonde radici. La Chiesa, in questa terra di antica fede, è chiamata ad affrontare sfide nuove. Non è un caso che il cardinale arcivescovo di Parigi, André Vingt-Trois, già all'indomani del suo ingresso in diocesi, abbia dato avvio a un programma pastorale che ha definito "i quattro cantieri della fraternità", nei quali l'intera comunità cattolica è chiamata a lavorare "per ricostruire una società degna per tutti gli uomini". Giovani e famiglia; lavoro e impegno; mondializzazione e immigrazione; etica e morale, i quattro cantieri.
Il pellegrinaggio verso Lourdes sarà anche occasione per il Papa di offrire alla Chiesa che è in Francia il suo sostegno, dare indicazioni sul cammino da seguire, non per ricostruire quanto piuttosto per riscoprire e rinverdire i valori dell'identità cristiana di un popolo le cui radici affondano nel messaggio evangelico.
A Parigi giungerà alle 11 circa all'aeroporto di Orly. Il protocollo in genere prevede che l'autorità in visita sia accolta dal primo ministro, mentre il capo dello Stato lo attende nella residenza ufficiale per la cerimonia di benvenuto. Il presidente Sarkozy "ha fatto sapere - ha detto Padre Lombardi - che sarà comunque presente anche lui all'aeroporto per ricevere il Papa".
Il programma non subirà però variazioni, nel senso che l'arrivo sarà in forma privata e senza scambio di discorsi. Questo avverrà invece poco dopo all'Eliseo, dove si svolgerà la cerimonia di benvenuto, preceduta da un colloquio in privato tra il Pontefice e il presidente.
Dopo il pranzo in nunziatura, incontrerà i rappresentanti della comunità ebraica di Francia, molto numerosa, poco prima dell'inizio dello Shabbath. Dopo l'incontro all'Eliseo, il primo appuntamento, sul quale si concentra l'attenzione degli osservatori è quello del pomeriggio con il mondo della cultura. C'è molta attesa per questo momento, soprattutto per il discorso che pronuncerà il Pontefice. "Un discorso - ha rivelato padre Lombardi - che il Papa ha preparato personalmente e con molta cura, in tedesco".
Anche negli ambienti culturali francesi si dà grande valore all'incontro. Oltre settecento hanno chiesto di parteciparvi. Saranno anche presenti rappresentanti dell'Unesco e dell'Unione europea. Dunque per il Papa sarà una tribuna dalla quale parlare a tutta l'Europa. È significativa anche la scelta del luogo, il Collège des Bernardins. È un complesso fondato nel 1245 da un monaco cistercense per disposizione di Papa Innocenzo iv, convinto che il rinnovamento della Chiesa dovesse passare attraverso lo studio. Una missione, che il collegio ha portato avanti per secoli. L'esigenza di rinverdire il ruolo della Chiesa nella storia dell'uomo, ma soprattutto il desiderio di riproporre il dialogo tra la fede e la cultura ha nuovamente concentrato l'attenzione su questa istituzione, che era andata via via perdendo la sua stessa identità. Trasformata in carcere, fu destinata poi a caserma dei vigili del fuoco e infine adibita a scuola per aspiranti poliziotti.
Il cardinale Lustiger, compianto arcivescovo di Parigi, pensò bene di recuperare proprio uno dei luoghi più simbolici tra quelli che hanno segnato la cultura cattolica. Nel 2001 riacquistò per la diocesi il complesso e ne fece progettare il restauro. Il lungo lavoro, durato oltre sette anni, è giunto a compimento solo qualche settimana fa. Il collegio è stato riaperto al pubblico il 4 settembre. Ma la vera inaugurazione avverrà proprio in questa circostanza.
Prima di lasciare il collegio il Papa incontrerà i rappresentanti della comunità musulmana.
A Notre-Dame, la cattedrale di Parigi, Benedetto XVI celebrerà i vespri con i sacerdoti, i religiosi, le religiose, i seminaristi, i diaconi. Al termine incontrerà i rappresentanti della altre confessioni cristiane.
All'esterno della cattedrale ci saranno i giovani con i quali Benedetto XVI si intratterrà sino alle prime ombre della sera. Con loro aprirà la veglia di preghiera che proseguirà in tutte le principali chiese di Parigi sino a mezzanotte, momento in cui da ogni parrocchia della città si muoverà lo chemin de lumière, una sorta di processione aux flambeaux che guiderà i giovani sino all'Esplanade des Invalides, dove il mattino successivo, il Papa celebrerà la messa, dopo aver visitato l'Institut de France. L'istituto riunisce, com'è noto, cinque accademie. Il Papa divenne membro dell'Accademia delle scienze morali ed etiche quando era cardinale. Prese il posto di Sakarov. In occasione della visita scoprirà una targa a ricordo dell'eccezionalità del fatto che uno dei suoi membri sia divenuto Pontefice.
Nel primo pomeriggio è prevista la partenza in aereo alla volta di Lourdes: dalla chiesa del Sacro Cuore, dove c'è il fonte battesimale di Bernadette, inizierà il suo "cammino del giubileo" a Lourdes, composto di quattro tappe. Altre due - quella al Cachot, l'abitazione della famiglia di Bernadette, e quella alla Grotta delle apparizioni - saranno raggiunte dal Papa prima di concludere la processione serale aux flambeaux.
Domenica mattina il momento principale del viaggio. Nella Prairie dinanzi alla Grotta celebrerà la messa conclusiva del 150° anniversario delle apparizioni.
Nel pomeriggio l'incontro, con i vescovi della Francia, che avverrà nell'emiciclo di santa Bernadette. Al termine, il Papa tornerà nuovamente alla Prairie per la conclusione della processione eucaristica.
Lunedì sarà la giornata dei malati. Benedetto XVI - dopo aver sostato all'oratorio dell'hospice, dove Bernadette ricevette la prima comunione, per l'ultima tappa del "cammino del giubileo" - celebrerà la messa per loro. Sarà questo l'ultimo atto del viaggio: poco dopo le 12 Benedetto XVI si congederà dalla Francia e ripartirà alla volta di Roma.

(©L'Osservatore Romano - 10 settembre 2008)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Raffaaella,
Padre Lombardi ha detto che il discorso che il Papa terrà a Parigi è stato preparato con particolare cura personalmente dal Santo Padre.Ma gli altri, come le omelie o i meravigliosi discorsi ai giovani, chi li scrive? Come facciamo a distinguerli?grazie

Raffaella ha detto...

Ciao Lorenzo, tutti i discorsi e le omelie che il Papa pronuncia durante i viaggi sono opera sua.
Si vede e si sente la sua mano.
Per esempio e' lampante che le omelie e i discorsi di Cagliari sono stati scritti di suo pugno, in particolare quello rivolto ai giovani.
Puo' capitare invece che i discorsi ufficiali (per esempio agli ambasciatori o al corpo diplomatico o altri interventi di "circostanza") siano preparati a livello di bozza dalla segreteria di stato.
In sostanza il Papa scrive tutto cio' che gli interessa, cioe' tutto cio' che e' importante :-)
R.

Anonimo ha detto...

Le omelie sono assolutamente sue ed è facile capirlo perchè il livello degli scritti è assolutamente inconsueto tra i cardinali e prelati del vaticano. e poi gli argomenti sono propri del papa e si può vedere continuità da quando era cardinale. Forse alcuni discorsi di circostanza (che BXVI ha limitato molto) seguono solo alcune sue linee guida ma sono scritti da altri. Naturalmente i viscovi dei paesiu visitati lo avvisano sulle problematiche e sulle tradizioni el posto così ad esempio il papa in sardegna ha inserito l'espressione in sardo. Saluti, Marco