9 settembre 2008
Lo scrittore sassarese Mannuzzu: "Il Papa ha ridato speranza ai nostri dolori" (Bellaspiga)
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DISCORSI ED OMELIE DEL PAPA A CAGLIARI
intervista
Mannuzzu: il Papa ha ridato speranza ai nostri dolori
«Come Gesù nel Battesimo, è sceso nei mali che ci affliggono» La Chiesa ci aiuti a convertire i nostri cuori
DI LUCIA BELLASPIGA
«La Sardegna è un’isola vera. L’unica».
Il noto scrittore sassarese Salvatore Mannuzzu inizia da qui, dalla specificità della sua terra, per spiegare la specificità della visita del Papa: «Separata non da uno stretto ma da un vasto mare, isolata, lontana, la Sardegna ha avuto in passato un’identità forte, di cui però oggi è rimasta orfana. Crisi sociale, morale, culturale l’hanno messa in ginocchio.
A questa Sardegna ora il Papa è venuto a dire che la Chiesa c’è...».
In effetti più volte ha toccato temi di stretta attualità: disoccupazione, precariato, emigrazione, ma anche fede, laicità impegnata, formazione intellettuale E morale...
La nostra specificità di un tempo vale oggi più che altro come assenza di ciò che eravamo, come vuoto, ma anche gli arti amputati continuano a dolere... E non è un caso che il Papa sia venuto a parlarci nel nome di Maria, di colei che partorendo ha cambiato i destini del mondo. Infatti la Madonna incarna in prima persona la contrapposizione propria del mondo e di ogni creatura umana tra resurrezione e rovina, Simeone la riconosce come colei che darà salvezza all’umanità ma le predice che «anche a te una spada trafiggerà il cuore»...
Una madre vicina alla gente, dunque, una figura concreta, adatta alla sensibilità dei sardi?
Noi siamo da sempre molto devoti alla Madonna. Io mi sento molto toccato da Maria perché ricordo quanto mia madre la venerava. Mia madre che si chiamava Maria, come mia figlia... La Madonna, sapendo di accettare il dolore, dice il suo «eccomi», si offre, poi l’offertorio continua fin sotto la croce. Ed è la donna dell’intercessione, alle nozze di Cana discute persino col figlio per convincerlo a fare il primo miracolo: non solo ha offerto se stessa ma è diventata la madre di tutti. E a chi il Papa è venuto a dare questa notizia di salvezza? Alla Sardegna più povera e dispersa. Certo, anche ai sardi cattolici, alla folla che lo ha accolto a Cagliari, ma molto più a chi lì non c’era, o c’era fisicamente ma era con il cuore dall’altra parte del mondo. Alla Sardegna neopagana, insomma: un male che non è solo dell’isola ma di tutto l’Occidente preda di consumismo e materialismo.
Due pericoli che il Papa addita ai giovani, infatti.
La Sardegna è ultima in Italia per natalità, e prima per abbandono scolastico, vera piaga sociale. Eppure tra i ragazzi l’ideale oggi è quello dei consumi, anche tra chi non ha nulla da consumare... Allora è giustissima la richiesta del Santo Padre di una nuova evangelizzazione, serve una conversione da parte di tutti, io per primo. E i luoghi del cambiamento per Benedetto XVI sono principalmente due, la famiglia e i giovani.
Il Papa punta molto sui ragazzi, speranza del futuro. Li ha interpellati come costituissero una 'Gmg' sarda.
Si è rivolto a chi era lì ma le sue parole andavano ai dispersi, alle pecore smarrite, ai tanti ragazzi che oggi in Sardegna vivono un malessere che si taglia a fette. Voglio citare due sacerdoti, Padre Morittu e don Cannavera, che rappresentano bene l’impegno quotidiano della Chiesa che va a cercare i drogati, gli ex carcerati, li trova uno per uno e riesce a riaccendere qualche speranza. Ecco, come Gesù quando ha preso il Battesimo si è immerso nei peccati dell’umanità, così Benedetto XVI a Cagliari è sceso dentro tutto questo, non solo negli osanna della folla.
Papa Ratzinger ha anche citato un proverbio sardo:
«Meglio che manchi il pane piuttosto che la giustizia».
È vero. E qui la giustizia manca perché manca il pane. La carenza di giustizia è palese quando il lavoro è negato, quando la povertà prende alla gola persino chi ha uno stipendio ma non arriva più a fine mese se le benemerite istituzioni cattoliche non gli danno una mano. La Chiesa deve sposare questi nostri mali, non per indicarne la soluzione politica ma per cambiare l’anima ai miei figli, ai miei nipoti. Ecco, questo io mi aspetto dalla Chiesa e per questo io prego: che converta il cuore dei miei, dei nostri figli.
© Copyright Avvenire, 9 settembre 2008
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3 commenti:
Si sa qualcosa della partecipazione del Papa all'incontro mondiale delle famiglie che si terrà in Messico nel prossimo gennaio?
Per me è molto improbabile una visita in quel periodo perchè non ne ha mai fatte e perchè è un periodo abbastanza intenso di altre celebrazioni natalizie.
su questo sito l'arcivescovo di città del messico si dice ottimista per la visita del papa. Vedremo... Io lo spero tanto perchè in Messico ci sono tantissimi cattolici che hanno bisogno dell'incoraggiamento del papa ma so anche che per il papa è un viaggio difficile! Marco
Ho dimenticato di aggiungere il link, come mio solito...
http://www.catolicodigital.com/emf2009/noticias/-200804045798/
Marco
Grazie, Marco :-)
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