9 settembre 2008

Nello straordinario bagno di folla a Cagliari i temi sociali si affiancano alla devozione mariana (Peretti)


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DISCORSI ED OMELIE DEL PAPA A CAGLIARI

«Nuovo impegno dei cattolici in politica»

Nello straordinario bagno di folla a Cagliari i temi sociali si affiancano alla devozione mariana

Il mondo del lavoro, dell’economia, della politica necessita di una nuova generazione di laici cristiani impegnati, capaci di cercare con competenza e rigore morale soluzioni di sviluppo sostenibile

FILIPPO PERETTI

CAGLIARI.

In un bagno di folla con 150mila sardi che è già entrato nella storia dell’isola Benedetto XVI ha colto tutti di sorpresa. Non si è limitato a rinnovare con parole toccanti e persino in limba la fede nella Madonna di Bonaria, ma è andato oltre i temi più strettamente religiosi invitando i cattolici a impegnarsi in modo diretto sui problemi sociali: per far nascere, a partire dalla politica, una «nuova generazione» pubblica fondata sulla competenza e sul rigore morale.
Per evitare equivoci sulle presunte interferenze della Chiesa nella vita pubblica italiana, il Papa è stato esplicito: nel pronunciare in mattinata l’omelia sul sagrato della Basilica cagliaritana ha rivolto l’appello ai «laici cristiani».
E poi, soprattutto nell’incontro con i giovani che nel pomeriggio hanno affollato il largo Carlo Felice con un entusiasmo almeno pari a quello per l’evento del 1985 con Giovanni Paolo II, ha rimarcato con forza la valenza etica degli argomenti a lui più cari.
La sfida al relativismo, ha detto in sostanza il Pontefice, ha bisogno del coraggio e dell’azione di tutti. E la Cagliari cattolica, o meglio, la Sardegna cattolica è stata come invasa da un clima festoso di partecipazione vera, dall’esplodere dalla voglia di farsi sentire, di rialzare la testa.
Il Papa ha evidentemente toccato testi sensibili. Un po’ come nel dialogo con le altre religioni: nessuna voglia di esclusiva, ma il diritto-dovere di difendere le proprie ragioni. Un po’ come per il rapporto tra la Chiesa e l’Europa: il Papa ha rivendicato le radici cristiane della Sardegna, radici fondate - ha spiegato - nel sangue dei primi martiri e poi nutrire da secolari testimonianze che hanno consentito all’identità sarda di risorgere dopo ogni dominazione.
L’invito di Benedetto XVI ai «laici cristiani» è arrivato durante le invocazioni alla Madonna. Maria, ha detto, «vi renda capaci di evangelizzare il mondo del lavoro, dell’economia, della politica, che necessita di una nuova generazione di laici cristiani impegnati, capaci di cercare con competenza e rigore morale soluzioni di sviluppo sostenibile». Una frase destinata a riaprire il dibattito sul ruolo della Chiesa e dei cattolici. E così è stato. Anche perché è stata pronunciata davanti a leader della politica nazionale e sarda quali Silvio Berlusconi e Renato Soru, seduti uno a fianco all’altro nella fila delle autorità, subito dietro i vescovi concelebranti. E davanti al sindaco di Cagliari, Emilio Floris, possibile candidato alle elezioni regionali nel 2009, che forse non a caso gli ha portato il saluto a nome dell’«intera Sardegna. Sul sagrato il Papa ha elencato i temi sociali più urgenti sui cui impegnarsi: dalla difesa della famiglia tradizionale all’educazione dei figli, dall’assistenza agli anziani e ai sofferenti, dalla ricerca di nuove occasioni di lavori per i disoccupati.
Nel pomeriggio, parlando ai giovani, il Pontefice è stato più esplicito. Schierandosi apertamente contro il precariato. «Meglio - ha detto - che manchi il pane piuttosto che la giustizia», perché «un uomo può sopportare e superare i morsi della fame, ma non può vivere laddove giustizia e verità sono bandite». E ha aggiunto: «Il pane materiale non basta, non è sufficiente per vivere umanamente in modo pieno; occorre un altro cibo del quale essere sempre affamati, del quale nutrirsi per la propria crescita personale e per quella della famiglia e della società». E ha parlato, come «piaghe» della disoccupazione, dell’emigrazione. Ed è ritornato sul tema della famiglia, ma da un altro punto di vista, quello della formazione. La famiglia, come l’amore, vanno coltivati. Ed è sembrato riallacciarsi alla frase sull’impegno dei «laici cristiani» nella vita pubblica: le nuove generazioni devono formarsi su modelli etici.
Le alte parole del Papa e il suo invito esplicito al rinnovamento hanno fatto passare in secondo piano, ridimensionandole e facendole rapidamente invecchiare, le concorrenze preelettorali tra i big politici dei grandi schieramenti che hanno assistito all’evento sul sagrato. Dal tentativo di Berlusconi di sfruttare la giornata per un personale bagno di folla con il mondo cattolico, al recupero di Renato Soru, che si è ritagliato uno spazio con un incontro riservato con il Santo Padre ma che è stato poi fischiato dai giovani quando il Papa, recuperando una gaffe per averlo trascurato a Bonaria, lo ha pubblicamente ringraziato e elogiato. Insomma, il Papa sembra aver interpretato l’esigenza diffusa di una politica non più politicante ma più giusta e meno gridata.

© Copyright La Nuova Sardegna, 8 settembre 2008

Consenso dei big presenti «E’ un richiamo per tutti»

LE REAZIONI Nuovo dibattito non solo nell’isola

CAGLIARI. Immediate le reazioni alle parole del Papa sull’impegno dei laici cristiani nella vita pubblica. Si è così riaperto, non solo in Sardegna, un dibattito delicatissimo. I primi a intervenire sono stati i leader presenti nel sagrato di Bonaria. «Benedetto XVI - ha tenuto a precisare il senatore del Pdl Beppe Pisanu - non allude all’organizzazione della politica ma alla necessità di testimoniare con coerenza i valori cristiani nella quotidianità delle nostre scelte economiche, sociali e politiche. Del resto, l’esigenza di portare Dio nella vita di ogni giorno è una costante della sua predicazione e anche della lezione del grande teologo Ratzinger. Dopo la caduta delle grandi ideologie, i valori cristiani sono in grado di dare un solido fondamento morale alla dialettica politica, senza pretese di esclusività. Il Papa semmai si preoccupa dell’esclusione che viene spesso operata nei confronti dei valori cristiani».
Al presidente Renato Soru le frasi del Papa hanno ricordato «Paolo VI che definì la politica la forma più alta di carità se intesa non come carriera o potere ma come servizio». Quello di ieri «è un richiamo importante, perché pone l’esigenza di una politica buona, che è dovere di tutti, al posto dell’attuale politica fatta di liti, di confronti violenti, di affermazioni personali. Con la politica si può fare il bene del prossimo, dipende da noi».
Secondo Arturo Parisi «le parole del Papa, più che applaudite e ripetute debbano essere meditate. chi da cristiano si spende o in quanto cristiano già spende esplicitamente o evoca in politica il nome cristiano non potrà non leggere nell’auspicio di una nuova generazione che associ rigore morale e competenza un rilievo sulla forza della competenza e del rigore della generazione attuale». L’appello a non fare della politica una scorciatoia per l’arricchimento e un’occasione di facile notorietà «non consente a nessuno di ripetere le parole di Benedetto XVI come se fossero rivolte ad altri. Neppure a me».
Il deputato del Pdl Mauro Pili ha colto altri due aspetti. Il primo nell’omelia: «E’ la prima volta che ai sardi è risconosciuto da un’autorità quale il Santo Padre il legame tra la cristianità e la loro identità». Il secondo messaggio è nel bagno di folla pomeridiano: «La Chiesa ha dimostrato di essere capace come nessuno di attirare i giovani sui grandi valori etici».
Quello del Papa, ha commentato il deputato dell’Idv Federico Palomba «è un invito da accoliere, un inmpegno serio dei laici cristiani può esimere la Chiesa dall’impegno diretto riservandosi i richiami sui princìpi fondamentali». «C’è bisogno - ha sottolineato il deputato del Pd Paolo Fadda - di una generazione di cattolici in politica proprio per un impegni sui temi sociali indicati a Cagliari dal Papa». Colpito da «uno dei più grandi momenti collettivi che la Sardegna abbia mai vissuto», Giulio Calvisi, anch’egli deputato del Pd ma di area diessina, ha dichiarato che «è un messaggio importante per il futuro che chiama in causa non solo la comunità religiosa». «Non è stata una visita formale - ha detto il consigliere regionale del Pd Mario Bruno - e importante è l’invito ai giovani ad occuparsi di politica con competenza e serietà». Così come «mi ha colpito il riferimento al popolo sardo che, come una Quercia, si riprende sempre». Un altro esponente del Pd, il senatore Francesco Sanna, ha detto che il richiamo del Papa pone interrogativi sulla capacità della politica attuale di rinnovarsi. «Ma non basta - ha detto - una nuova generazione di cattolici se non caratterizzata da rigore morale».
A livello nazionale sono subito intervenuti Luca Volontè e Rocco Buttiglione per sottolineare l’importante dei «valori caduti assieme alla Dc» (come ha spiegato Gianfranco Rotondi). Marco Follini: «Amaramente concordo col richiamo del Papa, ma non vale solo per i cattolici». E Giulio Andreotti, proprio agli ex che rimpiangono quel passato, ha lanciato un altro messaggio: «Non c’è più L’unione Sovietica, non c’è più il muro di Berlino, oggi è tutto diverso...».

© Copyright La Nuova Sardegna, 8 settembre 2008

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