9 settembre 2008

In Maria si incontrano le fedi di dotti e semplici: il "filo rosso" che lega i recenti viaggi di Benedetto XVI in Europa e in Italia (Muolo)


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In Maria si incontrano le fedi di dotti e semplici

I viaggi papali: un pellegrinaggio che ha nella devozione mariana il suo filo rosso

Mimmo Muolo

C’è un filo rosso che lega i recenti viaggi di Benedetto XVI in Europa e in Italia.
Una costante che, domenica, a Cagliari è emersa in maniera evidente e che di nuovo si manifesterà nelle prossime visite a Lourdes (tra meno di una settimana) e a Pompei (il 19 ottobre).
Questo filo rosso è la motivazione mariana - spesso addirittura principale come qui in Sardegna - delle visite pastorali del Pontefice.
Così la sosta al Santuario di Bonaria si aggiunge a quelle di Altötting in Germania, Mariazell in Austria, Loreto e giunge fino agli appuntamenti di Savona (Nostra Signora della Misericordia), Genova (la Madonna della Guardia) e Leuca (Santa Maria de finibus terrae).
A riguardarle in filigrana, queste 'stazioni' appaiono oggi quasi come le tappe di un unico grande pellegrinaggio, teso non solo a rimarcare i luoghi simbolo delle radici cristiane dell’Europa e a riaffidare il Vecchio Continente alla protezione della Vergine (è successo anche domenica, alla fine della Messa), ma anche e soprattutto a sviluppare una vera e propria catechesi mariana, non scevra da risvolti sociali.
Invitando, infatti, a guardare Maria, Papa Ratzinger delinea i tratti autentici di quella religiosità popolare che, depurata dal devozionismo folkloristico, diventa terreno di incontro tra la fede dei semplici e quella dei dotti.
Egli stesso, nelle omelie pronunciate in questi Santuari, ha offerto notevoli esempi in tal senso.
Basti rileggere l’esegesi delle nozze di Cana (Altötting, settembre 2006), le parole dette ai giovani a Loreto un anno fa («non seguite la via dell’orgoglio, bensì quella dell’umiltà (come la Vergine). Non ascoltate chi propaganda modelli di vita improntati all’arroganza e alla violenza, alla prepotenza e al successo ad ogni costo»).
Basti riascoltare la riflessione pronunciata a Leuca, con il riferimento al «duplice principio dell’esperienza cristiana: quello mariano e quello petrino» o il discorso in chiave continentale di Mariazell, quando ricordò che i luoghi di pellegrinaggio sono anche luoghi di ricerca della verità e che rassegnarsi alla incapacità di conoscere questa verità «è il nocciolo della crisi dell’Occidente, dell’Europa».
Da Cagliari viene ora l’indicazione che Maria è la «stella della nuova evangelizzazione». Nell’anno in cui si celebra il grande evangelizzatore Paolo e sta per iniziare il Sinodo sulla Scrittura, davvero, sembra dire il Papa, tutti possono trovare «nell’umile ragazza di Nazaret», un esempio e un orientamento per superare quella crisi e conservare una fede viva.

Perché in definitiva è qui il senso più profondo della catechesi mariana di Papa Ratzinger. Maria è maestra di vita cristiana perché discepola attenta della Parola. E solo chi guarda a lei, umile o dotto che sia, può imparare come annunciare il Vangelo agli uomini del terzo millennio.

© Copyright Avvenire, 9 settembre 2008

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