5 ottobre 2007

Card. Sepe: la visita del Papa a Napoli è un segno inequivocabile di affetto per la città


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(immagine del Corriere del Mezzogiorno)

Per il Papa via Partenope chiude a metà

Iervolino: «Sì ai controlli, no alla blindatura». In arrivo centomila pellegrini

Anna Paola Merone

NAPOLI — Una città blindata, ma a metà. Napoli si prepara alla visita del Papa (prevista per il prossimo 21 ottobre) e al XXI incontro interreligioso di preghiera per la Pace adottando sistemi di sicurezza che ricalcano quelli utilizzati di norma nella capitale. Ieri mattina in Prefettura si è svolta la riunione del comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica che ha definito le linee guida dell'apparato di sicurezza che sarà istituito in città a partire dalle ore 18 del giorno 19 ottobre, fino alle 12 del 24 ottobre. Cinque giorni di strade chiuse e di percorsi protetti che non penalizzeranno, però, troppo i napoletani. Ha prevalso, dunque, la linea morbida, quella portata avanti dal sindaco Iervolino e dall'assessore alla Mobilità, Mola. «Abbiamo trovato il sistema per assicurare la tutela non solo del Papa ma anche degli altri ospiti — ha spiegato il sindaco — considerano l'esperienza di Roma dove personalità di questo genere ci sono di continuo. Arriveremo ad una non chiusura di via Partenope, anche perchè chiudere per cinque giorni paralizzerebbe la città. Ci sarà l'accesso agli accreditati con una forma di controllo forte nella zona degli alberghi del Lungomare ». La non chiusura significa chiusura parziale e, cioé, la possibilità di transitare — attraverso un'unica corsia — sul Lungomare. Garantite, dunque, le attività commerciali e la viabilità. Dall'incrocio con piazza Vittoria fino all'incrocio successivo all'hotel Excelsior si camminerà, a piedi e in auto, solo nella corsia e sul marciapiede limitrofo al mare. Un semaforo mobile bloccherà le auto quando si muoveranno gli ospiti dagli alberghi considerati bersagli a rischio. Inoltre una serie di tiratori scelti garantiranno ulteriormente la sicurezza dei delegati che rappresentano le diverse religioni a livello internazionale.
Chiusura integrale, con transenne, a partire dalla sera del giorno 20 invece per difendere la sicurezza del Papa che si muoverà su una serie di percorsi protetti che vanno dal Porto al Plebiscito, di qui fino ai Colli Aminei, poi verso via Duomo e infine di nuovo verso il Porto, primo appuntamento napoletano per il Papa la messa in piazza Plebiscito, cui assisteranno patriarchi dell'Oriente ortodosso e pastori dell'Occidente protestante. L'evento aprirà anche l'incontro internazionale delle religioni per la pace, organizzato dalla comunità di Sant'Egidio. Subito dopo la celebrazione, Benedetto XVI incontrerà circa 200 leader religiosi di tutto il mondo, cristiani, musulmani, ebrei, buddhisti e induisti, nel seminario di Capodimonte. Tra i nomi di spicco il patriarca ortodosso ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, il rabbino capo di Israele Yona Metzger, il primate anglicano Rowan D. Williams, il metropolita russo Kirill, ed una serie di dignitari musulmani. Con una ristretta delegazione, il pontefice si tratterrà poi a pranzo, secondo quanto annunciato oggi da Mario Marazziti, portavoce di Sant'Egidio.In serata, dopo una visita privata alle reliquie di San Gennaro, il ritorno a Roma. Il convegno delle religioni proseguirà fino al 23 ottobre, con incontri, conferenze, manifestazioni che si svolgeranno in luoghi simboli della città, da Castel dell'Ovo alla Stazione marittima, ma anche nei paesini del napoletano, fino ad Amalfi, dove il patriarca ortodosso Bartolomeo riceverà la cittadinanza onoraria e una reliquia di Sant'Andrea.
Tra gli ospiti d'onore del meeting figura anche il ministro degli Esteri Massimo D'Alema che, nel pomeriggio del 22, interverrà ad un dibattito sul futuro del Medio Oriente con il Custode francescano di Terrasanta, padre Pizzaballa.
Il 22 ottobre le diverse religioni del mondo pregheranno per la pace in vari luoghi di Napoli, poi confluiranno in una processione e in una cerimonia conclusiva durante la quale - alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano - verrà letto un appello contro tutte le violenze, sia quelle internazionali perpetrate in nome di Dio, sia quelle che segnano la vita delle metropoli.
La Curia arcivescovile di Napoli ha già ricevuto 52.000 richieste per la messa e fino al prossimo 19 ottobre gli organizzatori stimano che saranno richiesti altri 53.000 biglietti per un totale di 105.000 presenze.
La piazza verrà suddivisa in 16 settori per 7.800 posti a sedere e 10 settori per 13.000 posti in piedi e quindi potrà contenere un massimo di circa 21.000 persone. Verranno posti vari maxischermi lungo il percorso del corteo papale.

© Copyright Corriere del Mezzogiorno, 5 ottobre 2007


IL CARDINALE

Sepe: «Il Pontefice qui? Per me è un segno di amicizia»

Carlo Franco

NAPOLI — «Sarà una grande festa perchè i napoletani così vogliono. Intorno a me avverto un entusiasmo coinvolgente, c'è voglia di abbracciare il Pontefice e di pregare con lui per la resurrezione di Napoli».
Al telefono il Cardinale Crescenzio Sepe ha una voce squillante e riesce a mascherare senza sforzo la delusione, che pure è forte, per quella scritta «***** a Ratzinger» apparsa su un muro nei pressi di piazza Municipio. Non può fare a meno di parlarne ma sceglie con cura le parole giuste: «E' stata una scheggia impazzita, un caso isolato che non fa notizia e soprattutto non scalfisce la straordinaria fiducia con la quale la città attende la visita del Pontefice».
L'intervista si svolge nel tardo pomeriggio, al termine di una giornata particolarmente faticosa. In mattinata il Cardinale ha presieduto la riunione della Commissione della Curia che sta lavorando all'organizzazione dell'evento e subito dopo ha ricevuto, per il pranzo, un ospite straniero. «Stiamo lavorando molto, come sapete, ma ne vale la pena».

Benedetto XVI, chiediamo, ha tenuto a tenere separati il momento della visita pastorale dall'incontro con i capi delle comunità religiose riuniti a Napoli. E se guardiamo alle tappe della sua giornata napoletana si capisce che darà più rilievo alla prima istanza.

«E' vero, la visita pastorale è un segno inequivocabile di affetto per Napoli. Il Pontefice viene per accendere la speranza della città».

E per legittimare la missione che lei sta portando avanti dal giorno del suo ingresso in città. Il Pontefice sa che tra il Cardinale e i napoletani si è stabilito un rapporto di fortissima condivisione e viene a sancire questo patto.

«La visita pastorale è anche un segno di amicizia nei miei confronti, non lo nego, e di questo sono particolarmente grato al Pontefice, ma al centro del suo e del mio interesse c'è solo Napoli e la sua voglia di rialzarsi».

Il momento più alto, diciamo, sarà l'omelia che pronuncerà in piazza Plebiscito.

«Direi la Messa prima ancora dell'omelia ».

Può anticipare, sia pure per grandi linee, il discorso di Benedetto XVI? Ritiene che sarà severo con le istituzioni laiche come lo fu papa Wojtyla?

«Il Pontefice sicuramente terrà presente la realtà religiosa, ma farà riferimento esplicito ai temi più squisitamente sociali e alle emergenze di Napoli».

Sta partecipando alla stesura dell'omelia?

«Non è il caso di parlare di collaborazione, la Curia napoletana ha fornito al Pontefice gli elementi per una serena e obiettiva valutazione dei problemi della città».

Anche in questo caso il riserbo del Cardinale è più che comprensibile, ma sappiamo che in questi giorni in Vaticano c'è stato più di un incontro per preparare nel migliore dei modi l'intensa e faticosa giornata napoletana. Su questo aspetto il Cardinale si sofferma con voluta insistenza:

«Benedetto XVI non ama viaggiare molto, ma per nessuna ragione avrebbe mancato all'appuntamento con Napoli. Ed anche questo è un motivo di legittimo orgoglio per tutti noi».

L'appuntamento politico più importante, però, è l'incontro con i rappresentanti delle comunità religiose di tutto il mondo.
«Certamente. Tutti guardiamo con ansia ai risultati dell'incontro. Napoli si conferma crocevia della pace e della tolleranza religiosa: quando sono arrivato in città mi sono posto questo obiettivo e il meeting che richiamerà qui giovani da tutto il mondo, come accadeva ad Assisi, riempie di gioia i nostri cuori», Abbiamo lasciato per ultimo San Gennaro e la preghiera che il Pontefice farà nella Cappella dedicata al patrono.

«Sarà il momento più bello e più alto della visita. Il Pontefice lo vivrà da solo, raccogliendosi in preghiera. Conosce il legame profondissimo tra i napoletani e il patrono e a San Gennaro Benedetto XVI chiederà di intercedere per Napoli».

© Copyright Corriere del Mezzogiorno, 5 ottobre 2007

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