25 ottobre 2007

Che cosa vi avevo detto? Ezio Mauro (direttore di Repubblica) "sgrida" il cardinale Bertone :-))


Vedi anche:

Il Papa studia il modo di riammettere i sacerdoti che hanno lasciato il sacerdozio. Intanto ha snellito la procedura di concessione delle dispense

Lettera dei 138 leader islamici al Papa: dura polemica fra Carlo Panella e Giuliano Ferrara

Benedetto, il Papa che non ama la religione spettacolo

Padre Dodaro: la teologia torni alla patristica e la cultura agli studi classici

Card. Bertone: i media dovrebbero smetterla di attaccare la Chiesa!

La CEI: i figli sono una grande ricchezza per ogni Paese, gli anziani sono la memoria e le radici

Straordinario successo per "Joseph e Chico. Un gatto racconta la vita di Papa Benedetto XVI"

DUE NUOVI APPUNTAMENTI TELEVISIVI CON IL SANTO PADRE

"Gesù di Nazaret": il commento di Giovanni Casoli

Lettera dei 138 leader islamici al Papa: Giulio Meotti replica a Magdi Allam

Per Ambrogio è la Scrittura stessa, intimamente assimilata, a suggerire i contenuti da annunciare per condurre alla conversione dei cuori

Mafai: il Parlamento italiano è nullafaciente? Colpa del Papa e del "cardinale" Bagnasco!

Reazioni al libro di Luzzatto che mette in dubbio la santità di Padre Pio

Luzzatto (Ebraismo): le stigmate di Padre Pio sono false...chissà che cosa accadrebbe se un cattolico offendesse in questo modo un ebreo...

La quarta ossessione di Curzio Maltese: invocare il precariato per gli insegnanti di religione (solo per questi!)

Padre Samir: con la lectio di Ratisbona il dialogo è passato da una specie di cortesia della parole ad un progetto!

VISITA PASTORALE DEL PAPA A NAPOLI: LO SPECIALE DEL BLOG

SPECIALE: IL MOTU PROPRIO "SUMMORUM PONTIFICUM"

CONSIGLIO DI LETTURA: IL SITO DI FRANCESCO

Commentiamo il prevedibile e stizzito editoriale di Ezio Mauro contro il cardinale Bertone...che prevedibilita'!
R.

COMMENTO

Democrazia e religione

di EZIO MAURO

"Finiamola". Con questo invito che ricorda un ordine il Cardinal Segretario di Stato della Santa Sede, Tarcisio Bertone ha preso ieri pubblicamente posizione contro l'inchiesta di Repubblica sul costo della Chiesa per i contribuenti italiani, firmata da Curzio Maltese. "Finiamola con questa storia dei finanziamenti alla Chiesa - ha detto testualmente il cardinal Bertone - : l'apertura alla fede in Dio porta solo frutti a favore della società". Per poi aggiungere: "C'è un quotidiano che ogni settimana deve tirare fuori iniziative di questo genere. L'ora di religione è sacrosanta".

Non ci intendiamo di santità, dunque non rispondiamo su questo punto. Ma non possiamo non notare come il tono usato da Sua Eminenza sia perentorio e inusuale in qualsiasi democrazia: più adatto a un Sillabo.
L'attacco vaticano riguarda un'inchiesta giornalistica che analizza i costi a carico dei cittadini italiani per la Chiesa cattolica, dalle esenzioni fiscali all'otto per mille, al finanziamento alle scuole private, all'ora di religione: altre puntate seguiranno, finché il piano di lavoro non sia compiuto.

Finiamola? E perché? Chi lo decide? In nome di quale potestà? Forse la Santa Sede ritiene di poter bloccare il libero lavoro di un giornale a suo piacimento? Pensa di poter decidere se un'inchiesta dev'essere pubblicata "ogni settimana" o con una diversa cadenza? E' convinta che basti chiedere la chiusura anticipata di un'indagine giornalistica per evitare che si discuta di "questa storia"? Infine, e soprattutto: non esiste più l'imprimatur, dunque persino in Italia, se un giornale crede di "tirar fuori iniziative di questo genere" può farlo. Salvo incorrere in errori che saremo ben lieti di correggere, se riceveremo richieste di rettifiche che non sono arrivate, perché nessun punto sostanziale del lavoro d'inchiesta è stato confutato.

La confutazione, a quanto pare, anche se è incredibile dirlo, riguarda la legittimità stessa di affrontare questi temi. Come se esistesse, lo abbiamo già detto, un'inedita servitù giornalistica dell'Italia verso la Santa Sede, non prevista per le altre istituzioni italiane e straniere, ma tipica soltanto di Paesi non democratici. In più, Sua Eminenza è il Capo del governo di uno Stato straniero che chiede di "finirla" con il libero lavoro d'indagine (naturalmente opinabile, ma libero) di un giornale italiano. Dovrebbe sapere che in Occidente non usa. Mai.

Stupisce questa reazione quando si parla non dei fondamenti della fede, ma di soldi. E tuttavia se la Chiesa - com'è giusto - vuole far parte a pieno titolo del discorso pubblico in una società democratica e trasparente, non può poi sottrarsi in nome di qualche sacra riserva agli obblighi che quel discorso pubblico comporta: per tutti i soggetti, anche quelli votati al bene comune. Anche questo è un aspetto della sfida perenne, e contemporanea, tra democrazia e religione.

© Copyright Repubblica, 25 ottobre 2007


aaahahhahahahahahahahahahahaha!!!
Che cosa vi aveva detto ieri la vostra Maga Maghella?
Ezio Mauro e' uscito allo scoperto: complimentoni!
Primo: Avvenire chiede da tempo a Maltese ed ai suoi collaboratori radicali di occuparsi ANCHE del risparmio che la Chiesa garantisce allo Stato gestendo in prima persona asili nido, scuole, refettori, mense per poveri, dormitori, centri di recupero...
Quindi non e' vero che Repubblica corregge i dati scorretti.
Secondo: senza la Chiesa, caro il mio Mauro, lo Stato italiano finirebbe a gambe all'aria. Scommettiamo?
Ma io proverei a dare una dimostrazione pratica: domani chiudiamo tutte le strutture gestite dalla Chiesa e mandiamo i poveri sotto la redazione di Repubblica.
Forza, cari amici della Caritas e della comunita'! Siete disposti a dare una bella lezione ai moderni conformisti?
Io dico di no perche' siete persone responsabili.
Ci saranno altre inchieste di Maltese, caro Mauro? Benissimo! Smonteremo anche quelle come abbiamo smontato le quattro pubblicate finora!
Questa reazione stizzita, caro il mio Mauro, dimostra che il cardinale Bertone ha punto Lei ed il Suo giornale nel vivo! Continuate pure! Ormai in questo blog si pubblicano gli articoli di Repubblica solo per dimostrare dove l'ideologia puo' arrivare...
Attenzione a non prendere una sberla in piena faccia come e' accaduto per il referendum sulla legge 40...
Ma chi vuole mettere il bavaglio a Repubblica? La Chiesa? Il Vaticano? Ma per favore!
Lo sa, caro Mauro, che la ragione per cui Maltese puo' scrivere certe cose deriva direttamente dalla liberta' di opinione, strettamente collegata alla liberta' della persona, baluardo del Cristianesimo?
Anche Lei, caro Mauro, cede alla tentazione: il cardinale Bertone non puo' parlare perche' e' il Primo Ministro di uno Stato estero. Bella democrazia! Lo sa, caro Mauro, che e' proprio grazie a quello Stato che gli stranieri arrivano cosi' copiosi in Italia? Lo suggerisca a Maltese...

Raffaella

7 commenti:

mariateresa ha detto...

buongiorno cara.
Ezio Mauro ha il vittimismo incorporato nell'animo. E' sempre pronto a denunciare minacce e misfatti sgranando gli occhi a cerbiattone.Questa inchiesta non è un'analisi di niente, è una miscellanea di quello che chiunque può trovare nel sito dell'UAAR , gli atei e agnostici (sic)e dei radicali che infatti hanno firmato questa bellezza di inchiesta.Sono cose che girano da anni e che vengono pubblicate adesso in un giornale importante solo per meschine beghe di partito. Avvenire ha risposto ma questo è un confronto tra sordi. Anche Bertone ha il diritto di rompersi gli zebedei e Mauro ha il diritto di continuare a pubblicare la sua fuffa. Non c'è nessun pericolo per la democrazia tranne nei viaggi mentali di qualche testone con la zucca vuota.

Anonimo ha detto...

Dopo il risultato del referendum sulla fecondazione, non si poteva pretendere che gli illuministi spegnessero la luce e tornassero a casa. I soldi fanno sempre audience e poco interessa che la Chiesa li amministri meglio dello Stato (ci vuole poco). Anch'io penso che senza aiuti da parte dello Stato, la Chiesa riuscirebbe a campare anche meglio, ma in Italia tutto è sovvenzionato, a cominciare dall'editoria. Sulla Stampa, Flavia Amabile, per non essere da meno, critica quanto è costata la visita del papa (non di Napolitano) a Napoli, senza tener conto del prestigio acquistato dalla città, finalmente pulita. Il Corriere, con la storia di Padre Pio e papa Giovanni, invece, la prende dall'alto.

Unknown ha detto...

beh, nessun ha mai incaricato la Chiesa di occuparsi dei poveri, se lo fa è solo per missione sua personale. se lo stato gli avesse affidato questo servizio, ci sarebbe almeno stato un concorso o un appalto pubblico.

se il capo di uno stato straniero si mette a criticare le inchieste giornalistiche italiane, logico che gli si risponde. soprattutto se non porta argomenti a difesa delle sue tesi ma solo generici "finiamola".

e sul vittimismo... la chiesa domani il dibattito pubblico e ha pure il coraggio di dirsi negletta!

un saluto

Anonimo ha detto...

Non ho capito l'ultima frase...
Comunque hai ragione: lo Stato dovrebbe appaltare ad altri la gestione dei poveri. Vediamo come se la cava...

Unknown ha detto...

pardon, la fretta. volevo dire che domina il dibattito pubblico.

cmq, il punto non è se lo stato sia capace o meno di gestire i poveri (ma non credo che la chiesa abbia il monopolio del settore, o mi sbaglio?). il fatto è che la chiesa non si può lamentare che gli si facciano i conti in tasca se piglia i soldi dallo stato italiano, tutto qua.

saluti

Anonimo ha detto...

Beh, lo Stato si preme,a suo tempo, i beni della Chiesa e poi l'otto per mille e' liberamente elargito dagli Italiani.

Anonimo ha detto...

Che la Chiesa abbia una funzione insostituibile nella vita italiana è indubbio!
E sarebbe probabilmente impossibile per lo Stato garantire gli stessi servizi ai medesimi costi per la collettività .
La chiesa fa cose buone anzi buonissime, e, per chi crede, sante.
Però non dobbiamo dimenticarci che chi fa del bene ha solo del beneficio a dimostrare il bene che fa! Le opere di bene sono un annuncio forte e indispensabile..
Penso per questo che Mons. Bertone, invece che cadere nella trappola di sembrare dittatoriale e antidemocratico (cosa che non penso sia) avrebbe dovuto portare argomenti pratici e numeri in opposizione, e non enunciare principi su cui, si sa, molta parte degli italiani non si trova d'accordo.